Maserati MC20: il modello ispirato a David Beckham

È stato uno dei bomber più acclamati del calcio, il sex simbol che ha sdoganato il maschio metrosexual, il marito di una delle pop star più amate degli anni ’90. Oggi, David Beckham diventa anche design di automobili. Si deve a lui la nuova Maserati MC20 Fuoriserie Edition.

Già brand ambassador della casa del Tridente, Beckham ha “costruito” una MC20 a suo gusto, ispirandosi all’assolata città di Miami, sede della squadra del calciatore e ormai sua seconda casa. Il progetto fa parte del “Programma Fuoriserie” di personalizzazione.

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LA MASERATI MC20 DI DAVID BECKHAM

David Beckham è co-proprietario di una squadra di calcio di Miami, contraddistinta dalla maglia nero e rosa, con contrasti da toni lucidi e tinte opache. E proprio da questi contrasti cromatici è partito il progetto della sua Maserati MC20. Così, la carrozzeria è nera e lucidissima, mentre i loghi del Tridente sulla calandra e sul montante sono opachi, così come la scritta Maserati sul posteriore. Mentre il badge MC20 è rosa pastello, come i freni Bembo.

All’interno, la pelle scura dei sedili contrasta con le cuciture rosate. Rosa anche la scritta Maserati Fuoriserie e il simbolo del Tridente. Nella console centrale spicca un badge personalizzato con effetto lucido-opaco, mentre il corsivo For David ha un effetto alluminio.

Nessuna novità, invece, per quel che riguarda il motore. Resta il Nettuno, 6 cilindri a V di 90° biturbo, da 3 litri di cilindrata e 630 Cv di potenza a 7500 giri/minuto e 730 Nm di coppia. Il cambio è un doppia frizione a 8 rapporti. La velocità massima è di 325 km/h e lo scatto da 0 a 100 km/h si raggiunge in 2,9 secondi.

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Il Programma Fuoriserie

Con il Programma Fuoriserie Maserati offre ai propri clienti la possibilità di customizzare la propria vettura, collaborando direttamente con il centro stile. Così, l’auto si piega al gusto e alle necessità del singolo automobilista, che avrà tra le mani un pezzo unico e irripetibile.

Mossa che permette anche di ovviare all’attuale carenza di microchip, contro cui la modalità di produzione build-to-order sembra rappresentare una valida alternativa.

 

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