Mercato auto a quota 1,5 milioni nel 2023 secondo il Centro Studi Promotor
Mercato auto a quota 1,5 milioni nel 2023 secondo il Centro Studi Promotor. Una stima ottimistica ma migliorabile con incentivi strutturati
“L’ottimismo della ragione e della volontà” del gruppo Uvet che, nel 2020, ha rilevato Econometrica, fa dire a Gian Primo Quagliano, direttore del Centro Studi Promotor, che il mercato delle immatricolazioni auto “quest’anno chiuderà a 1,5 milioni di unità”.
Un dato superiore a quello stimato di Unrae, “fermo” a 1,4 milioni. Previsioni più ottimistiche che, però, non bastano a svecchiare il nostro parco auto – “se ne dovrebbero immatricolare 2 milioni” evidenzia Quagliano -, passato ad avere un’età media di 7 anni del 2000 ai 12 anni e 2 mesi del 2021. Contro i circa 10 anni della media degli altri principali paesi europei.
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Tre emergenze per il settore
Oltre alla crisi di un mercato che, con 1,3 milioni di auto immatricolate porta a tagli occupazionali per tutta la filiera, e a un parco sempre più vecchio – il che comporta anche più incidenti, anche gravi, e un maggior inquinamento -, si innesta il tema della transizione ecologica. Che rimane molto costosa.
Perciò Gian Primo Quagliano auspica un intervento ben più vigoroso del Governo per una politica di incentivi strutturata. E più ricca. Che non dia una “mancetta” di 2.000 euro a chi magari l’auto a motore termico l’avrebbe già comprata – con fondi, peraltro, già quasi esauriti – e che tolga le limitazioni per le auto elettriche, con fondi ad oggi praticamente inutilizzati.
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Un parco auto in continua crescita
La forbice si allarga. Il parco auto (e le patenti, nonostante si continui a dire che i giovani non desiderino prenderle: siamo oltre 38 milioni) continua a crescere, superando i 40 milioni di unità. Ma, frenando le nuove immatricolazioni, questo, come detto, invecchia sempre di più. A parte quello appannaggio delle flotte aziendali, oltre un milione, che continua anch’esso a crescere grazie anche alle immatricolazioni arrivate a oltre il 25% del mercato, come ha sottolineato anche il direttore dell’area fisco di Aniasa Pietro Teofilatto, intervenuto all’incontro.
Un parco auto vecchio e in mano ai privati, “per il 91% dei mezzi. Privati che, però, comprano l’usato. E un usato sotto i 20.00 euro. Per mancanza di disponibilità” tuona il presidente di Federauto Adolfo De Stefani Cosentino, anch’egli presente alla presentazione odierna. E quindi, oltre agli incentivi, “c’è bisogno di rivedere anche la tassazione del comparto”.
Ritorno al 2013
Le immatricolazioni sono tornate indietro ai livelli del 2013, il peggior anno degli ultimi 50. Per tante concause, snocciolate da Quagliano, dagli incentivi stop and go al calo delle percorrenze, dal disorientamento degli automobilisti alla crisi dei microchip, dalla guerra all’inflazione alla crisi energetica e persino il cambio in atto nella distribuzione.
2013 che è stato anche l’unico anno, insieme al 2012, in cui c’è stata una de-motorizzazione del nostro paese che, Quagliano ricorda, “ha il tasso di motorizzazione più alto in tutta l’Ue, al 67,2% (67,2 auto ogni 100 abitanti, ndr), battendo anche la Germania, seconda al 58,4%, e contro una media Ue del 56,7%”. Anche perché le auto, e noi di Fleet magazine lo sappiamo bene, servono per fare business. Come hanno anche detto ieri i tipi dell’Osservatorio del Politecnico di Milano, che hanno evidenziato come l’unico mezzo di trasporto cresciuto per i viaggi d’affari rispetto al pre -pandemia è stata proprio l’auto.
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