Mercato dell’auto: a dicembre -26,93% per un anno da dimenticare
Dicembre, con un -26,93%, chiude un 2021 che, a causa di incentivi singhiozzanti e chip shortage, è completamente da dimenticare. Tutti i canali di distribuzione hanno visto dati negativi, con solo il Noleggio a Lungo Termine che ottiene una performance positiva.
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I dati relativi al mercato dell’auto di dicembre confermano un anno che, per l’automotive, è da dimenticare. Nell’ultimo mese del 2021 le immatricolazioni di Passenger Cars hanno perso il 26,93% rispetto allo stesso periodo del 2020, con un calo peggiore rispetto a novembre, e che segue i pessimi risultati che da luglio in avanti hanno visto un calo continuo.
Dicembre 2021 ha visto 32.000 vetture immatricolate in meno, anche se a livello complessivo il saldo di fine anno risulta lievemente positivo: circa 78.000 unità immatricolate, con un +5,67% rispetto al 2020.
Secondo Dataforce, che si occupa di rilasciare i dati mensilmente, il 2022 dovrebbe essere un anno migliore: le previsioni, infatti, vedono un incremento del 6% rispetto al 2021, anche se sarà comunque un anno ancora piuttosto difficile lato privati. Questo settore, infatti, vedrà un miglioramento di appena il 3,1%, contro un +7,3%del previsto per le auto aziendali che invece dovrebbero arrivare a 80.000 nuove immatricolazioni.
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MERCATO DELL’AUTO: ANCHE DICEMBRE UN DATO NEGATIVO
Andando a vedere nel dettaglio le immatricolazioni di dicembre, vediamo che tutti i canali di distribuzione hanno il segno meno. Con il -29,79%, il mercato dei privati è quello che ha segnato la performance peggiore, se si va ad escludere il risultato delle auto-immatricolazioni che ha segnato un -33,22%. Tuttavia, il settore privato continua ad avere la quota di mercato più alta, e in tutto il 2021 ha rappresentato il 63% delle nuove immatricolazioni.
Nulla di meglio nemmeno negli altri canali: le vendite aziendali dirette a dicembre hanno segnato un -11,5%, il NLT ha perso il 20,27%, il noleggio a breve termine il 4,29.
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IL NOLEGGIO “SOPRAVVIVE” AL 2021
Guardando il cumulato finale del 2021, vediamo come sia il Noleggio a Lungo Termine a segnare la performance migliore: oltre 38.000 nuove immatricolazioni, per una crescita del 17,11% e un totale di oltre 250.00 unità.
Ben diversa la vendita diretta ai privati, sempre più sottile man mano che passavano i mesi: un attivo di appena 37.000 unità rispetto al 2020, con una crescita quasi irrisoria del 4,26%. Male anche per i rent-a-car, che nel 2021 vedono un -4,61% rispetto al 2020. Si tratta di un canale che ha più che dimezzato la sua consistenza rispetto al 2019 e, quindi, al periodo pre-covid.
Fanno decisamente meglio le aziende che hanno acquistato vetture in proprietà e in leasing, con un +11,76% rispetto al 2020 e 7.800 nuove targhe.
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IL MERCATO DEGLI LCV
Per quanto riguarda gli LCV, la situazione non è più rosea. A dicembre il calo è stato di poco superiore al 10%, comunque un dato migliore rispetto al -16% di novembre. Nel 2021, la crescita si è ridotta a un +14,36%, con un incremento delle immatricolazioni di 21.500 unità.
Ancora una volta è il noleggio a “salvare” la situazione, unico canale che ha raggiunto il territorio positivo: l’NLT per i veicoli commerciali segna un +38,82% rispetto al 2020. Meno evidente la crescita dei rent-a-car per gli LCV, che con appena 64 unità in più vede un aumento del 9,95%.
Malissimo, invece, i due canali principali: ditte-artigiani-professionisti e società rappresentano quasi i due terzi del mercato, e sono quelle che a dicembre hanno mostrato la performance migliore. Le immatricolazioni delle piccole imprese hanno segnato un -28,72%, quelle delle società un -19,12% mentre le auto-immatricolazioni hanno perso il 34,88%. A livello annuo, ditte-artigiani-professionisti hanno segnato un +10,77%, le aziende un +14,2%,
Le quote di mercato vedono il NLT al 26,57%, che lo piazza secondo per importanza e lo vede primo per crescita. Solo un +3,64%, invece, il noleggio a breve termine.
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GLI ULTIMI 3 GIORNI
A dicembre anche la corsa tipica degli ultimi tre giorni feriali (29-30-31) è stata deludente, e sono ormai un lontano ricordo le corse “last minute” fatte per sfruttare gli sconti che le reti applicano per raggiungere gli obiettivi di fine anno.
Le targhe “last minute” sono state 17.621, il 20,2% delle immatricolazioni di dicembre. DS è il marchio che in questo mese ha immatricolato più vetture, targando il 55,4% del parco a disposizione. Seguono Mahindra (54,8%), Jeep (40,6%) e Citroën (36,5%).
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MERCATO DELL’AUTO: LE ALIMENTAZIONI PREFERITE
Per quanto riguarda le alimentazioni, tra le passenger cars le uniche che hanno incrementato le loro immatricolazioni sono state le Full Hybrid, che a dicembre segnano un +14,81% per un totale di 1.103 targhe in più.
Come ormai siamo abituati, sono le alimentazioni tradizionali ad aver visto il crollo più importante:
- -41,96% la benzina;
- -41,86% il diesel;
- -46,53% il metano, a cui sicuramente ha contribuito il rincaro più esagerato della storia.
Abbastanza stabile il GPL, il cui calo si è contenuto a un -1,3%. Male anche le elettrificate, a eccezione come abbiamo visto delle Full Hybrid:
- -10,9% le vetture plug-in hybrid;
- -3,8% le vetture mild hybrid;
- -15,13% le Full Electric, per la prima volta in calo.
Soprattutto per BEV e PHEV, il calo si deve non tanto alla mancanza di incentivi, quanto più alla mancanza di auto da immatricolare: la Chip Shortage continua infatti a far funzionare a singhiozzo le fabbriche delle case automobilistiche.
A livello annuo, il 2021 ha confermato il trend del 2020: il market share di benzina+diesel è ancora superiore al 50%, ma di poco, e durante l’anno ha perso 18,3 punti percentuali di quota. A mangiarsi questa fetta hanno contribuito soprattutto le ibride, cresciute del 15%, e le elettriche, che hanno raddoppiato il market share del 2020.
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LE ALIMENTAZIONI DEGLI LCV
Per quanto riguarda gli LCV, è il diesel a rimanere l’alimentazione più scelta, ma anche qui a dicembre c’è stato un calo del 21,85% per questa tipologia di motore. Meglio l’ibrido (quasi esclusivamente Mild), che ha superato le 2.000 unità con una crescita del 187%.
Ad ogni modo, nel 2021 il diesel ha perso solo il 5% di market share LCV, mantenendo una quota dell’82%. Ibridi ed elettrici raggiungono una quota di mercato del 9%, di cui il 6 occupato da LCV Mild Hybrid.
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LE EMISSIONI
Dagli ultimi mesi del 2021 Dataforce pubblica anche l’analisi delle emissioni di CO2 medie delle auto immatricolate in Italia, per evidenziare il “grado di virtuosità” basandosi su numeri reali. Dicembre ha visto emissioni medie di CO2 pari a 115,1 g/km, con 5,9 grammi in meno rispetto alla media totale dell’anno da gennaio a dicembre.
Un trend possibile grazie alla riduzione drastica delle emissioni delle auto vendute, per merito degli incentivi statali che privilegiano le auto più green. A dicembre è Renault il brand più virtuoso (97 g/km), seguito da Volvo (99,8), Dacia (103,5), Jeep (106,1) e DS (107,2).
A livello annuo, invece, le marche più green sono le due novità dell’anno: MG, che ha una media di emissioni pari ad appena 68 g/km grazie alla sua gamma elettrificata; e Lynk & Co (che noi abbiamo intervistato proprio a inizio 2021), che invece ha una media di 73,5 g / km, anche in questo caso per merito delle sole motorizzazioni Full e Plug-in Hybrid disponibili per la 01. Seguono: Renault (98,2), DS (101,1) e Toyota (108,2).
Per concludere, citiamo il commento di Salvatore Saladino, Country Manager di Dataforce Italia: “Il 2021 si è chiuso con un mercato in crisi nel quale la domanda è più elevata dell’offerta e dove il Governo ha deciso di interrompere il piano di incentivi nei confronti dell’automobile. Se dietro a questa decisione c’è il semplice ostracismo populista nei confronti dell’auto, il risultato sarà l’ulteriore invecchiamento del parco circolante e tutti i costi della transizione “ecologica” a carico dei consumatori di questo Paese. Se invece nella testa di Draghi c’è già l’attuazione di una piena riforma fiscale finalmente in linea con il resto d’Europa, allora dico che va bene così. O magari questo è un assist per un rilancio dei motori tradizionali perché, diciamocelo pure: a parte i ricchi, davvero oggi c’è qualcuno disposto a pagare il prezzo vero di un’auto elettrica?”.
Fonte: Dataforce
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