Mercato dell’auto: le prospettive per l’ultima parte dell’anno
Abbiamo chiesto a Paolo Scudieri, presidente di Anfia, quali sono le prospettive per l'ultima parte del 2021. I due diktat fondamentali per il futuro? Rinnovo del parco auto circolante e incentivi strutturali.
Quali sono le prospettive del mercato dell’auto per l’ultima parte dell’anno, dopo l’ultimo calo di agosto e il “profondo rosso” dei primi otto mesi del 2021?
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Lo abbiamo chiesto a Paolo Scudieri, presidente di Anfia, che ha delineato il quadro di un mercato condizionato dalla mancanza di incentivi strutturali, che per di più sta vivendo la rivoluzione della transizione energetica.
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MERCATO DELL’AUTO: LE PROSPETTIVE SECONDO ANFIA
Numeri di chiusura
“Noi ci aspettiamo di chiudere il 2021 a circa 1.600.000 -1.650 unità, con un calo della stima a 1.550.000 unità nella peggiore delle ipotesi” sottolinea Scudieri, riferendosi ai numeri del mercato dell’auto, che saranno ancora lontani rispetto a quelli pre-Covid.
Ad incidere sulle immatricolazioni, sono tante variabili. “In primis, quella che io chiamo ‘la pandemia che ha colpito l’industria manufatturiera’, ovvero la carenza delle materie prime, in secondo luogo la discontinuità degli aiuti strutturali alla rottamazione del parco circolante italiano. Oggi in Italia ci sono 13 milioni di auto che appartengono alle fasce tra Euro e Euro 4: per chi, come noi, vuole assumere un atteggiamento di salvaguardia dell’ambiente, il primo aspetto è smettere di far circolare veicoli inquinanti e insicuri” osserva Scudieri.
L’azione del Governo, in altre parole, “deve diventare strutturale, almeno fino a quando la percentuale dei veicoli non Euro 6 sia sul livello degli altri Paesi europei”.
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Gli incentivi
In questi mesi l’azione congiunta delle associazioni automotive ha avuto un ruolo molto importante. “Siamo riusciti a far rifinanziare gli aiuti per la fascia da 90 a 135 g/km: abbiamo fatto un grande lavoro per ricucire gli strappi normativi che creavano problemi di attuazione del provvedimento” ribadisce Scudieri.
Purtroppo, però, l’attuale degli incentivi pesa come un macigno. “Lo stop&go è molto dannoso, perchè l’atteggiamento del consumatore passa in fretta dalla positività alla negatività a seconda della disponibilità di incentivi”. Questi ultimi devono essere “il pilastro granitico di una politica strategica di lungo periodo: fino a quando la percentuale di auto obsolete, ripeto, non sarà sui livelli del resto d’Europa, gli incentivi devono essere strutturali. Ricordo che l’incentivo non costa nulla allo Stato: l’incentivo si autofinanzia, ovvero il gettito fiscale e utilizzo della vettura danno un contributo positivo alle casse erariali. Non c’è quindi motivo per cui questa misura non diventi strutturale” conclude Scudieri.
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