Pillole di Mobilità: al lavoro con la micromobilità
"Pillole di mobilità" è la rubrica che Fleet Magazine ha creato a quattro mani con Movesion, azienda leader nel settore della la mobilità sostenibile, Mobility Management e welfare aziendale. In questo articolo parliamo di welfare aziendale collegato al tema della sostenibilità. Una visione permette alle aziende di offrire nuove modalità di spostamento green, tagliando costi ed emissioni.
In questo articolo
Da quando l’inquinamento urbano è diventato un tema centrale per l’opinione pubblica, anche grazie a ricercatori ed esperti che hanno lanciato l’allarme sull’aumento dei livelli di smog nelle città italiane, sono iniziati gli investimenti non solo sulle auto elettriche, ma anche sulla micromobilità elettrica.
È in questo modo che si sta espandendo il welfare aziendale, che collegato al tema della sostenibilità, che oltre a migliorare la vita dei lavoratori e delle loro famiglie, mira anche ad aumentare l’attenzione verso l’ambiente che ci circonda.
Per capire veramente di cosa parliamo, e se è possibile per un’azienda offrire questa alternativa ai propri dipendenti, abbiamo deciso di dedicare a questo tema un nuovo appuntamento di “Pillole di mobilità”, rubrica nata dalla collarazione con Movesion, azienda leader nel settore della la mobilità sostenibile, Mobility Management e welfare aziendale.
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MUOVERSI BENE PER STARE MEGLIO
Il tema lavoro è quindi sempre più connesso al benessere e alla felicità. A tal proposito vengono compiuti dei veri e propri investimenti, necessari per mettere i dipendenti nelle condizioni di poter lavorare al massimo delle proprie potenzialità.
In quest’ottica riveste una funzione considerevole la mobilità; che quando è sostenibile dà la possibilità non solo di diminuire le emissioni di CO2 ma anche di ottimizzare gli spostamenti casa-lavoro dei dipendenti riducendo il loro stress e aumentando fortemente il livello di produttività.
LA MICROMOBILITÀ ELETTRICA
Cosa intendiamo con micromobilità è, ormai, cosa nota: biciclette e scooter, ma anche e-bike ed e-scooter, e monopattini.
La micromobilità svolge oggi un ruolo fondamentale nelle nostre città, perché costituisce una via privilegiata per sostenere la transizione green e lo sviluppo di una mobilità sostenibile, della quale fa parte anche il trasporto pubblico locale.
L’ULTIMO CHILOMETRO
A volte, però, si ha la falsa convinzione che la micromobilità, detta anche mobilità dolce, possa essere adatta solo a contesti urbani, connessi, dove TPL e sharing sono già largamente in uso. La realtà è che l’uso di e-bike, monopattini e scooter elettrici, specie se inseriti in un progetto di welfare aziendale, è conveniente in particolare per gli spostamenti di prossimità dove il mezzo pubblico non arriva o non può arrivare.
Il progetto CYCLE-E di Pirelli, presentato durante Mobility Coffee, l’appuntamento settimanale con Movesion su LinkedIn, ha raccolto l’idea di risolvere il problema dell’”ultimo chilometro”, cioè quel tratto che divide la fermata del mezzo pubblico dalla destinazione finale dell’utente, decongestionando il traffico e riducendo le emissioni inquinanti nelle città, grazie al noleggio di e-bike.
INVESTIRE AD HOC
Se volessimo, quindi, riassumere brevemente i vantaggi della micromobilità in azienda, potremmo parlare di riduzione oggettiva emissioni e savings non solo per l’azienda, ma anche per la comunità che può risparmiare in infrastrutture (una posta ciclabile costa sicuramente meno di una SS).
C’è poi la possibilità di far convergere i fondi economici, pubblici o privati, su progetti mirati. Coinvolgendo le aziende nei progetti di micromobilità allarga notevolmente la platea di cittadini che effettua spostamenti regolari e mappabili, grazie ai quali è possibile rilevare i “punti critici” sui quali agire.
Ma per i dipendenti sarà un problema cambiare mezzo di trasporto? In realtà no, perché ci si abitua alla comodità ed effettivamente, in uno scenario di cambiamento e transizione, la micromobilità riesce a colmare il vuoto lasciato dall’auto, che sarà – almeno quando parliamo di spostamenti di breve-medio raggio – abbandonata.
MA POSSO INSERIRLA IN AZIENDA?
La micromobilità potrà entrare in azienda? Sì, infatti sta iniziando a farsi largo anche nell’ambito della mobilità aziendale. Essendo un fenomeno attualissimo e ancora sottoposto a cambiamenti, l’approccio dei Fleet e Mobility manager aziendali resta di grande prudenza verso questi mezzi, attendendo una regolamentazione più stringente che possa assicurare una circolazione in maggiore sicurezza sulle strade italiane.
IL PROGETTO CYCL-E around
La complementarietà auto-micromobilità parte dalla visione multimodale del viaggio: bisogna dividere lungo raggio e corto-medio raggio, dove l’auto resterà anche negli anni a venire il mezzo più adatto alla prima categoria di spostamenti, mentre il secondo può essere sostituito da diverse modalità.
In quest’ottica, Pirelli ha proposto CYCL-e around. Una soluzione sostenibile per gli spostamenti casa-ufficio e per il tempo libero. I dipendenti possono infatti recarsi in bici in ufficio grazie al noleggio di una bicicletta elettrica, che può essere disponibile anche nel fine settimana.
Il well being lavorativo è un aspetto fondamentale nella fase di transizione perché bisogna convincere al cambiamento, nella pratica ma anche nel mindset. Un primo passo può essere quello di restituire dignità al mezzo, dando alle e-bike visibilità in azienda, con stalli dedicati (basta un posto auto per parcheggiare diverse biciclette) in sede.
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