Un mondo dell’auto che cambia: l’opinione dei Fleet e Mobility Manager dell’Osservatorio [SURVEY]

La survey che abbiamo condotto tra i Fleet e Mobility Manager dell’Osservatorio Top Thousand testimonia l’orientamento consolidato delle grandi imprese verso la sostenibilità (ibrido in particolare), l’importanza crescente della sicurezza e l’evoluzione evidente della professione. Ecco cosa è emerso.
In questo articolo
L’e-mobility oggi è una realtà e il merito va soprattutto alle grandi aziende. Che scelgono sempre più l’ibrido plug-in e guardano con realismo e concretezza al full electric, dotando le loro sedi di un numero sempre maggiore di punti di ricarica.
La loro attenzione, poi, è sempre più rivolta verso la sicurezza, in ottica di contenimento dei costi e Corporate Social Responsibility. E, fattore ancora più importante, l’evoluzione della mobilità va di pari passo con quella della figura del Fleet Manager. Una fotografia che emerge chiaramente dalla survey che abbiamo condotto nel mese di febbraio su un campione di 26 Fleet e Mobility Manager dell’Osservatorio Top Thousand.
Leggi Anche: I risultati complessivi della survey su 103 aziende
IL PARCO AUTO DELLA SURVEY
Il parco veicoli del campione intervistato (91.097 unità) vede assoluta protagonista la formula del noleggio (94% della flotta complessiva) e, soprattutto, un consistente numero di LCV e allestiti, quasi 63.000, un dato che testimonia l’operatività dominante e le esigenze concrete delle aziende intervistate.
La suddivisione delle alimentazioni dei veicoli evidenzia quanto queste imprese siano il motore della transizione energetica: il numero totale degli EV (4.163, tra cui 2.121 auto e il resto LCV, tricicli e quadricicli) è in rilevante crescita, mentre quello degli ibridi (7.199) evidenzia un trend ormai consolidato. Particolarmente significativo il dato dei plug-in, che ormai rappresentano il 35% del totale hybrid, mentre i mild hybrid (che pesano per il 54%) sono oggi la soluzione più gettonata da chi deve affrontare lunghe percorrenze e ha ancora necessità dell’efficienza dei motori termici.
Il cambiamento è in atto anche nel comparto dei furgoni, anche se in questo ambito siamo ancora all’inizio: in totale, il campione intervistato conta circa 600 LCV elettrificati, dei quali il 94% elettrici, in linea con l’offerta del mercato per soddisfare gli spostamenti dell’ultimo miglio. Dato che quest’ultima nel 2022 è in grande crescita, nei prossimi anni il numero totale è destinato certamente ad aumentare.
IL PERCORSO VERSO LA SOSTENIBILITÀ
Il percorso verso la sostenibilità è “guidato” dalle grandi aziende. La testimonianza arriva dalla percentuale di Fleet e Mobility Manager intervistati (85%) che ha inserito in parco auto ibride negli ultimi 12 mesi e da quella ancora più alta (88,5%) che le inserirà nell’anno in corso Nonostante le difficoltà determinate dai ritardi nelle consegne, per dare un’idea precisa, tra il 2021 e l’inizio del 2022 le aziende Top hanno introdotto 4.599 vetture ibride (3.064 Mhev, 159 Hev e 1.376 Phev) e, secondo le stime, ne adotteranno altre 5.167 quest’anno.
I numeri delle auto elettriche sono ovviamente inferiori: la metà esatta del campione le ha inserite nell’ultimo anno, per un totale di 1.482 veicoli e, dato molto significativo, il 77% le inserirà nei prossimi 12 mesi. La stima è di ulteriori 3.327 EV (2.902 auto e 425 LCV) che entreranno nei parchi auto. Una cifra che assume un significato ancora maggiore alla luce del clima di incertezza attuale.
Interessante il dato sulle tipologie di utilizzo: se sulle ibride c’è una predominanza totale dell’uso promiscuo, le elettriche, come già avevamo rilevato lo scorso anno dalla survey “La carica dei 102”, seguono il trend: se fino a qualche anno fa venivano utilizzate quasi esclusivamente in pool, adesso 9 aziende su 13 le assegnano ai driver in fringe benefit. E più di una ha avviato anche la riconversione in elettrico della flotta operativa.
La svolta green, in definitiva, è avviata. Non a caso, tre quarti del campione riconosce i vantaggi determinati dall’elettrificazione del parco auto, in particolare la compliance con i valori aziendali (indicata dal 55% del campione), le agevolazioni alla mobilità (38%), la responsabilità sociale di impresa (33%) e il risparmio (22%).
Gli ostacoli, invece, rimangono quelli noti: autonomia insufficiente e carenza di infrastrutture nel territorio di competenza, che rendono i veicoli alla spina tuttora inadatti alla mobilità aziendale.
LA RICARICA DELLE AUTO ELETTRICHE
La questione principale, quando di parla di EV e Phev, è la gestione della ricarica dei veicoli (grafico 8): la stragrande maggioranza dei Fleet e Mobility Manager delle grandi aziende (74%) la gestisce con le colonnine e le wall-box installate nelle sedi, mentre il 48% e il 30% lo fanno anche rispettivamente tramite un accordo diretto con una multiutility e con la ricarica domestica dei driver.
Il fatto che il servizio del noleggiatore non venga menzionato suona come un monìto verso le società di renting ad aumentare l’offerta integrata “veicolo + ricarica”, una direzione che comunque la maggior parte dei player del settore sta intraprendendo. I punti di ricarica interni sono in crescita esponenziale: in totale le 26 aziende del campione ne contano già 3.201, ma diverse realtà ne stanno installando altri in queste settimane.
Il 66% utilizza soltanto la corrente alternata, ma una buona percentuale (28%) usa anche la corrente continua, consentendo così ai propri driver di ricaricare in tempi rapidi. La ricarica casalinga, infine, viene rendicontata in due modi diversi: nella maggior parte delle aziende la paga direttamente il dipendente, negli altri casi viene gestita con un forfait.
Leggi Anche: Quale è la differenza tra corrente alternata e continua?
GLI ADAS
La sicurezza è una priorità assoluta per le aziende Top. I Fleet e Mobility Manager si informano sui sistemi di assistenza alla guida, li adottano per policy sulle auto e gli LCV dei propri parchi e, in aggiunta, stanno attuando diverse strategie per salvaguardare l’incolumità dei driver al volante e, al tempo stesso, i bilanci aziendali.
Partiamo da un dato significativo: l’85% degli intervistati è a conoscenza che a partire da quest’anno alcuni Adas diventeranno obbligatori per legge. Segno che gli intervistati sono aggiornati e che la conoscenza approfondita di questi sistemi diventa un fattore essenziale per sensibilizzare gli utilizzatori. Non a caso, tutti i Fleet Manager hanno dichiarato di informarsi sugli Adas: il 41% lo fa sui siti di informazione, leggendo o guardando video tutorial, il 34% segue eventi dedicati e corsi di formazione, il 25% sceglie come fonte i siti delle Case auto.
Ci sono dispositivi che ormai vengono considerati indispensabili sui veicoli per evitare gli incidenti, in particolare la frenata d’emergenza, il Lane Assist e il monitoraggio dell’angolo cieco. Importanti sono anche il Cruise Control Adattivo (specie per chi ha percorrenze molto elevate), il Park Assist e il riconoscimento dei segnali stradali. Adottare questi sistemi di default sui veicoli è ormai un obbligo e una responsabilità ben precisa del Fleet Manager. Difatti soltanto due aziende hanno dichiarato di lasciar scegliere ai driver quali dispositivi adottare sui veicoli assegnati.
Non è un caso: un aspetto da migliorare in ottica futura è certamente la conoscenza degli Adas da parte degli stessi driver, che la maggior parte del campione (69%) attualmente dichiara insufficiente o appena sufficiente. Per ovviare, oltre il 40% dei Fleet e Mobility Manager organizza corsi di guida per istruire gli utilizzatori (in presenza o via web) e il 42% ha introdotto disposizioni precise per l’utilizzo dello smartphone in auto che, come sappiamo, rappresenta una delle cause principali degli incidenti.
Leggi Anche: Come funziona la ricalibratura degli Adas e perchè è importante?
EVOLUZIONE DELLA PROFESSIONE
La transizione energetica e, per alcuni aspetti, l’avvento della pandemia hanno determinato una vera e propria evoluzione della mobilità aziendale. E la figura del “responsabile della flotta” si sta evolvendo di pari passo: una professione che oggi richiede specifiche ben precise e una formazione consolidata per diventare responsabili del Fleet Management, del Mobility Management, o di entrambe le aree.
Lo testimonia il fatto che 16 Fleet Manager su 24 (69%) svolgono anche altre mansioni: il 42% è anche Mobility e Travel Manager, l’11% gestisce l’ufficio acquisti/real estate, il 4% gestisce anche il personale, mentre il 12% si occupa di altre aree strategiche quali logistica, facility management, sicurezza e cybersecurity . Il 26% delle grandi aziende intervistate ha elaborato i Piani Spostamento Casa Lavoro e il 29% di quelle che non hanno il Mobility Manager in azienda prevede di inserirlo nei prossimi 12 mesi.
Leggi Anche: L’evoluzione della professione e tutte le sfide dell’Osservatorio Top Thousand
Dopo il Covid, occorre sottolinearlo, la mobilità aziendale è cambiata molto: tre realtà su quattro hanno ridotto i chilometraggi, oltre il 96% ha ridotto le trasferte, mentre, dato interessante, l’auto rimane centrale per gli spostamenti, considerato che l’85% del campione ha dichiarato che dal 2019 ad oggi la flotta è rimasta stabile o, addirittura, è aumentata.
La crisi determinata dalla pandemia in particolare, ha rappresentato la spinta per adottare nuove soluzioni, in particolare il corporate car sharing, anche con l’utilizzo promiscuo del mezzo (lavoro e tempo libero), le formule di mid/short term e il prolungamento dei contratti di Nlt per ovviare ai ritardi delle consegne.
CRISI PRODUTTIVA
Il chip shortage e la crisi produttiva, infatti, sono stati il purtroppo il leit motiv degli ultimi mesi e hanno causato notevoli disagi ai gestori di flotta. Il 77% degli intervistati ha riferito che i ritardi nelle consegne sono stati e sono tuttora gravi. Il restante campione li ha definiti “tollerabili”, ma la situazione, naturalmente, è in divenire e l’attuale condizione geo-politica internazionale non è certo destinata a migliorare le cose.
Le consegne degli ordini effettuati oggi richiedono mesi e, in molti casi, sforano l’anno. Quanto tempo sono disposti ad aspettare i Fleet e Mobility Manager? La maggioranza, il 27%, ha dichiarato non più di 8 mesi, dimostrando di comprendere la difficile situazione per tutti. Il 15% ha riferito con realismo di poter aspettare anche oltre 12 mesi, adottando ovviamente nel frattempo soluzioni per tamponare il problema.
Le contromosse sono state diverse e hanno evidenziato grande proattività da parte delle aziende Top: il 39% ha prolungato i contratti in essere, il 18% ha ordinato i veicoli in anticipo, il 13% ha rinunciato agli optional che ritardano l’arrivo del modello. Interessante notare come il 15% abbia scelto formule alternative come i contratti di mid/short term e il noleggio dei veicoli usati.
Il dialogo con i propri driver (in particolare con comunicazioni “one to one”) e con i noleggiatori diventa fondamentale per affrontare la situazione. Per il 52% degli intervistati questi ultimi possono e devono fare di più per rispondere alle esigenze attuali dei Fleet e Mobility Manager. In questo senso, se il 48% del campione non ha richieste particolari per i partner del renting (per molti di loro la situazione è così complicata che nessuno, in questo momento, può fare molto), la restante percentuale chiede maggiore proattività nel proporre alternative, più formule di noleggio flessibili a prezzi competitivi, l’opportunità di cambiare l’ordine e, in generale, una maggiore comunicazione. E ancora, la disponibilità a fornire veicoli in preassegnazione nell’attesa del veicolo ordinato.
CONCLUSIONI
- Le grandi aziende sono il motore della transizione energetica, ma per far decollare l’e-mobility occorre che l’infrastruttura cresca, specie al di fuori delle città e in autostrada.
- La sicurezza è una priorità assoluta e una responsabilità sentita dai Fleet e Mobility Manager, chiamati ad adottare i sistemi Adas e a sensibilizzare sempre più i driver sul tema.
- Il Fleet e Mobility Manager è una figura sempre più strategica e rilevante all’interno delle grandi aziende.
- Le formule flessibili sono sempre più richieste dalle grandi aziende per calmierare i disagi determinati dall’attuale carenza di prodotto.
FOLLOW US
Per rimanere sempre aggiornato seguici sul canale Telegram ufficiale e Google News. Iscriviti alla nostra Newsletter per non perderti le ultime novità di Fleet Magazine.