Futuro e mobilità green in consultazione alla Commissione Ue
Bruxelles vuole parlare del passaggio alla mobilità green, per farlo apre una consultazione (che terminerà il 31 marzo) per riflettere sulla transizione del sistema e il futuro del mezzi di trasporto.
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A Bruxelles si inizia davvero a pensare al cambio di guardia, ovvero il passaggio alla mobilità green. Per farlo la Commissione Ue lancia una consultazione, che terminerà il 31 marzo 2022, per riflettere sulla transizione del sistema della mobilità.
Si vocifera che l’inizio del lavori sia stato spinto (anche) dalle posizioni prese dall’industria automotive (come quelle di Tavares). La realtà è che la consultazione era già in programma e saranno presenti i settori dell’automotive, dei trasporti marittimi e ferroviari.
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CHI PARTECIPA ALLA CONSULTAZIONE UE
Parteciperanno aziende, autorità pubbliche, parti sociali e organismi di ricerca. Tutto sono chiamati ad esprimere opinioni e dubbi sul processo messo in opera dall’Europa così che nel corso del 2022 possa essere concordato un piano di transizione.
Il commissario Thierry Breton, responsabile per il mercato interno, ha affermato che “la mobilità e i trasporti sono essenziali per i cittadini europei, l’economia e il mondo del lavoro, ma questo ecosistema è anche soggetto a trasformazioni significative.
Abbiamo dunque aperto un dialogo con tutti i soggetti interessati per lavorare insieme e proporre un percorso per rendere l’automotive e i settori marittimo e ferroviario più green, sostenendoli nell’abbracciare la digitalizzazione e nel rafforzare la resilienza delle loro catene del valore“.
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LA FAMOSA CORSA CIECA?
La consultazione è però significativa anche in termini di consapevolezza. Le istituzioni potrebbero essersi rese conto dei costi che una transizione forzata comporterà in termini industriali, economici e sociali.
La Commissione ha deciso di invitare gli attori interessanti forse (e forse soprattutto) perché se dovesse andare avanti da sola, i danni potrebbero essere maggiori dei benefici.
Le forzature, specie parlando di mobilità elettrica, rischiano di compromettere il sistema, soprattutto in vista dello stop alle auto endotermiche per il 2035.
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