Pillole di Mobilità: primi passi verso il Mobility Management
"Pillole di mobilità" è la rubrica che Fleet Magazine ha creato a quattro mani con Movesion, azienda leader nel settore della la mobilità sostenibile, Mobility Management e welfare aziendale. In questo articolo muoviamo i primi passi per comprendere il ruolo del Mobility Manager. Capiremo anche cos'è davvero la mobilità urbana, con un focus su tre città: Milano, Roma e Torino.
In questo articolo
La mobilità quotidiana sta crescendo, e questo significa che ha (anche) bisogno di cambiare. Gli spostamenti sistematici, non solo legati al tempo libero ma soprattutto al tragitto casa-lavoro, sono sempre più associati al consumo di energia, principalmente nel post Covid con l’abbandono, da parte di molti, di trasporto pubblico e mobilità condivisa.
Un’azienda che volesse proporre ai propri dipendenti soluzioni di mobilità sostenibile si troverebbe però, troppo spesso, nella condizione di dover scegliere tra una moltitudine di opzioni, che vanno dalla mobilità elettrica al car sharing, dal TPL e il car pooling alla mobilità dolce. E non è detto che tutte queste azioni siano adatte al territorio di interesse, o agli scopi e agli usi dei fruitori.
Bisogna, innanzitutto, capire la mobilità urbana.
CAPIRE LA MOBILITÀ URBANA
Tutte le città si stanno equipaggiando per essere sempre più “green”. I fattori che concorrono al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità ed economicità, ma anche alla buona riuscita delle iniziative intraprese, sono diversi.
Analizzando, per esempio, quattro aziende che operano tra Roma, Milano e Torino, si può capire facilmente quanto siano diverse le esigenze.
Dall’analisi dei dati rilevati da Movesion, che lavora in collaborazione con Fleet Magazine alla rubrica “Pillole di mobilità”, su un campione complessivo di 10.000 dipendenti, emerge chiaramente che ci sono variabili importanti che influenzano la buona riuscita di un efficace piano di mobilità.
L’offerta non è tutto
Non si può infatti limitare l’analisi dell’offerta di trasporto a tutto il territorio cittadino, perché di fondamentale importanza è anche l’ubicazione della sede e l’origine degli spostamenti. Altri fattori sono quelli anagrafici, l’età media dei dipendenti influenzerà inevitabilmente le scelte, e climatici.
È così possibile avere una fotografia chiara di alcuni comportamenti reali che determinano il livello di mobilità urbano. A Roma, secondo i dati Movesion, il tasso di utilizzo del mezzo privato è il più alto del campione. A fronte di un 50% circa nell’utilizzo di mezzi diversi da quello privato a Milano e Torino.
Andando più a fondo su quest’ultimo dato, Torino ha più del 10% di media di utilizzo della modalità dolce di spostamento, mentre nella capitale lombarda il trasporto pubblico si avvicina sempre più al 50%, ed è il più alto valore nelle tre città.
Si continua ad usare l’auto
Il mezzo privato però continua a rappresentare una costante in tutte e tre le città. Un dato negativo, nonostante la tendenza realmente in calo, che è da imputare al mix di tradizione e confort particolarmente italiano.
Dai piani di spostamento casa-lavoro per le quattro aziende in esame, emerge anche un’altra caratteristica importante: ossia che la propensione al cambiamento dei dipendenti che utilizzano i mezzi privati è molto alta e supera sempre il 50%.
Se la metà delle persone che utilizza la macchina sarebbe disposta a cambiare le abitudini di mobilità, perché non lo fa?
A Roma, per esempio, il 75% dei rispondenti dichiara che il più grande problema è rappresentato dall’offerta del servizio del trasporto pubblico locale, ritenuta scarsa. Ma il TPL, lo sappiamo, non è l’unica via. Cosa fare, quindi?
USARE I DATI
I fondamenti del Mobility Management
Avendo accesso alle informazioni riguardanti l’azienda e il territorio, per promuovere la mobilità sostenibile e per gestire della domanda di trasporto privato è quindi essenziale avere chiari i fondamenti del Mobility Management.
In questo concetto sono comprese le misure cosiddette “soft”, come l’informazione e la comunicazione, l’organizzazione dei servizi nonché il coordinamento delle attività e delle funzioni di diversi partner, a sostegno delle misure “hard”, ossia quelle impiegate nel trasporto urbano (come nuove linee di tram, strade o piste ciclabili).
Il Mobility Manager, quindi, non ha necessariamente bisogno di grandi investimenti finanziari, imprescindibili invece nelle misure “hard”, potendo garantire al contempo un elevato rapporto benefici/costi.
Il ruolo del Mobility Manager
Il Mobility Manager è una figura professionale riconosciuta nell’ambito della Green economy, il cui ruolo è quello di raggiungere gli obiettivi di Sviluppo sostenibile e del Green Deal. È un facilitatore nella formulazione di proposte per ottimizzare gli spostamenti dei dipendenti, allo scopo di ridurre l’utilizzo individuale del mezzo privato motorizzato.
Il Mobility Manager opera, fondamentalmente, su tre macro-aree:
- La creazione della rete di relazioni con i soggetti si occupano di mobilità sul territorio;
- La creazione degli strumenti, come il Piano degli Spostamenti casa-lavoro, integrando anche soluzioni progettate ad hoc per l’azienda (navette private, car pooling);
- Condividere l’offerta dei servizi con i colleghi, affinché possano modificare le loro abitudini e sperimentare le nuove soluzioni proposte.
PNRR
Le città e la mobilità urbana continuano ad essere, nonostante tutto, i grandi assenti nel PNRR, anche in quello presentato dall’esecutivo di Mario Draghi. Manca l’aiuto del PNRR per la mobilità urbana, perché i fondi sono destinati in grande parte ad infrastrutture volte a migliorare la nazione.
Sono davvero modeste le risorse destinate alle nuove reti tramviarie e metropolitane, con 3,6 miliardi stanziati, e per nuovi autobus, raggiungono 3 miliardi. Ancor più limitate, invece, le risorse per la mobilità ciclabile, solo 600 milioni di euro.
Per gli investimenti ferroviari, a cui il PNRR conferisce 26 miliardi, si dedica alle reti locali regionali e ai pendolari solo il 30% delle risorse, mentre il resto è impiegato per l’Alta Velocità, di cui abbiamo già parlato, e in particolare destinato allo sviluppo infrastrutturale del Nord del Paese.
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