I biocarburanti emettono meno CO2 delle EV, per ora
Data la lenta penetrazione dei veicoli elettrici nel parco circolante europeo (almeno fino al 2030), uno studio suggerisce che un aumento a breve termine della capacità di produzione per gli LCLF potrebbe fornire un impulso significativo alla politica di decarbonizzazione dell'Ue.
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Decarbonizzare. Quanto spesso sentiamo pronunciata questa parola? La decarbonization, però, è spesso associata esclusivamente alle vetture elettriche. E se non fosse la strada giusta? E se ci fossero alternative più virtuose? Uno studio di FuelsEurope, organizzazione che rappresenta gli interessi delle raffinerie di carburante nell’Ue, suggerisce che l’uso di combustibili a basse emissioni di carbonio potrebbe essere più efficiente dei veicoli elettrici nel ridurre le emissioni di CO2.
(Nessuno di noi vuole sorvolare sulla fonte dello studio, FuelsEurope ha di certo interessi economici legati alla produzione e commercializzazione di carburanti, piuttosto che di auto elettriche. Di certo i dati possono però offrire uno spunto di riflessione, soprattutto a fronte del fatto che, ad oggi, l’energia elettrica non proviene da fonti rinnovabili e la transizione ha ancora molta strada da fare).
COMBUSTIBILI A BASSE EMISSIONI?
Lo studio esamina il TCO dei veicoli elettrici a batteria (BEV) e dei veicoli con motori a combustione interna (ICE) in 16 Stati membri dell’UE, tenendo conto del costo comparativo e dell’impatto ambientale dei combustibili liquidi a basse emissioni di carbonio (LCLF).
Nell’Unione Europea, i veicoli leggeri – auto ed LCV – consumano attualmente circa il 72% di tutta l’energia destinata ai trasporti. Per fare un confronto, l’aviazione rappresenta il 13%, il trasporto via nave circa il 12%. Per quanto riguarda la Commissione Europea, la piena elettrificazione di quei veicoli oggi è lo strumento principale per raggiungere la mobilità a zero emissioni entro il 2050.
Ciò esclude gli LCLF come uno dei principali motori di decarbonizzazione. Eppure questi combustibili rinnovabili, di origine non petrolifera, producono poche o nessuna emissione di CO2, sia in fase di produzione che di utilizzo. Sono già stati aggiunti in modo limitato ai combustibili fossili esistenti, ma il loro uso potrebbe essere aumentato notevolmente, suggerisce lo studio.
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LE BEV NON BASTANO
Ciò sarebbe necessario, perché i BEV da soli non aiuteranno l’Europa a raggiungere i suoi obiettivi di riduzione delle emissioni. Le attuali politiche porterebbero, entro il 2030, a 30 milioni di BEV sulle strade europee (il 12,5% della flotta totale di circa 250 milioni di veicoli), con gli LCLF che rappresenterebbero il 10-11% del mix totale di carburanti.
Citando lo studio, questo rappresenta “un punto cieco per il ruolo dei carburanti a basse emissioni di carbonio per ridurre l’impatto climatico della mobilità, in particolare nel segmento delle strade per passeggeri“.
UN PASSAGGIO VERSO L’ELETTRIFICAZIONE
Dal momento, poi, che fino al 2030 la quota di mercato (e di parco circolante) riservato alle EV potrebbe essere ancora limitato, i nuovi motori ICE con combustibili a basse emissioni potrebbero contribuire in effetti maggiormente al taglio di CO2. Gli LCLF potrebbero contribuire anche dopo il 2030, poiché la quota di ICE rimarrà significativa per molti anni.
TCO E IMPATTO DEL CARBONIO
Passando alle implicazioni per gli automobilisti, lo studio ha confrontato il TCO e l’impatto del carbonio di una versione termica della Volkswagen Golf che utilizza LCLF con una VW ID.3 completamente elettrica in più paesi dell’UE.
In Francia il passaggio dalla benzina (E5) al bioetanolo (E85) ridurrebbe le emissioni di 1,1 tonnellate di CO2 equivalente all’anno, mentre il TCO si ridurrebbe di 444 euro all’anno. Il passaggio ai BEV offre risparmi comparabili in CO2 equivalente e, a seconda che siano inclusi i sussidi, un TCO superiore o inferiore.
(Il calcolo non include l’investimento richiesto nell’infrastruttura di ricarica dei veicoli elettrici).
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SERVE ENERGIA GREEN
Perché abbiamo scelto la Francia? Perché i cugini d’oltralpe producono elettricità a basse emissioni di carbonio grazie alla grande quota di energia nucleare nel suo mix energetico. Nei Paesi, come l’Italia, con mix energetici meno virtuosi (in termini di emissioni di CO2) i veicoli con combustibili rinnovabili possono giocarsela anche meglio con i veicoli elettrici in termini di emissioni e costi, sempre secondo lo studio.
Gli ICE alimentati da combustibili rinnovabili – ovvero e-combustibili e biocombustibili di cui vi abbiamo parlato anche qui – possono essere competitivi con i veicoli elettrici, sia in termini di prezzo che di costo. Data la lenta penetrazione dei veicoli elettrici nella flotta complessiva di veicoli europei, lo studio suggerisce che un aumento a breve termine della capacità di produzione per gli LCLF potrebbe fornire un impulso significativo alla politica di decarbonizzazione dell’Europa: i veicoli elettrici da soli non aiuteranno l’UE a raggiungere il suo obiettivo per il 2030.
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