Con l’elettrificazione i posti di lavoro crescono del 6%
Motus-E e CAMI hanno presentato lo studio “Le trasformazioni dell’ecosistema automotive italiano”. Emerge che l'elettrificazione potrebbe far crescere i posti di lavoro, a fronte di una politica industriale ragionata, del 6%.
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Motus-E e CAMI, il Center for Automotive and Mobility Innovation del Dipartimento di Management dell’Università Ca’ Foscari Venezia, hanno presentato lo studio “Le trasformazioni dell’ecosistema automotive italiano”. L’indagine si concentra sul tessuto produttivo italiano dell’auto che, dopo tre decenni di contrazione, può oggi rilanciarsi con le nuove opportunità dell’elettrico e creare nuovi posti di lavoro.
Motus-E e CAMI hanno mappato 2.400 aziende italiane che fanno parte dell’ecosistema automotive, con 280.000 addetti. Emerge che, contrariamente a quanto denunciato più e più volte, le filiere della mobilità elettrica permetterebero aumentare del 6% entro il 2030 i posti di lavoro. Nuove occupazioni che potrebbero nascere, oppure no, dalla spinta di una nuova politica industriale e alle quali si possono sommare altri 7.000 nuovi occupati solo nel segmento infrastrutture ed energia al servizio della eMobility.
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L’ECOSISTEMA AUTOMOTIVE È A UN BIVIO
L’analisi per la prima volta ha preso in considerazione tutte le attività connesse alla produzione di veicoli elettrici, prendendo in esame tutti i prodotti delle singole aziende dell’ecosistema automotive italiano, definendo per ciascuna un indicatore che ne misuri le correlazioni tecniche con i mezzi a batteria.
Dalle valvole al tessuto dei sedili, l’indagine ha identificato 9 macro moduli caratteristici della produzione auto italiana, per un totale di 127 componenti elementari. Da qui, Motus-E e CAMI hanno identificato tutti gli sbocchi occupazionali della trasformazione elettrica attraverso e il reale potenziale di crescita dell’automotive nazionale.
Le trasformazioni dell’ecosistema automotive italiano | ||
2.400 | 7 miliardi di € | 59% |
Le imprese del comparto auto censite nello studio, la cui produzione è stata analizzata mappando oltre 126 singoli componenti. | Il fatturato delle imprese italiane concentrate già sulla mobilità elettrica. | La quota stimata al 2030 delle auto elettriche sul totale della produzione europea. |
36 mila | 7.000 | 6% |
I posti di lavoro persi nella filiera automotive italiana tra il 1998 e il 2018. | Gli ulteriori nuovi posti di lavoro al 2030 stimati solo nel comparto infrastrutture ed energia al servizio della mobilità elettrica. | L’incremento dei posti di lavoro stimato al 2030 applicando gli scenari di reattività S&P al database che abbiamo costruito. |
ATTENZIONE ALLA POLITICA INDUSTRIALE
“Non si può rimanere indifferenti davanti a questi numeri, è evidente che per rilanciare l’industria italiana dell’auto occorra puntare subito sulle tecnologie in espansione, perdere tempo vorrebbe dire indebolire ulteriormente il settore e cedere ad altri Paesi la nostra leadership nella componentistica – avverte Massimo Nordio, Presidente di Motus-E – questa filiera è strategica e fondamentale per l’Italia, non possiamo più permetterci di trascurarla mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro, dopo quelli che abbiamo già perso tra il 1998 e il 2018”.
“Piuttosto che giocare di retroguardia – conclude il Presidente di Motus-E – l’Italia deve proporsi come punta di diamante per lanciare un nuovo piano europeo per l’automotive, attrattivo al pari dell’Inflation Reduction Act degli Stati Uniti, in grado di calamitare in pochi mesi Oltreoceano decine di miliardi di dollari di investimenti per la mobilità elettrica”.
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NASCE L’OSSERVATORIO SULLE TRASFORMAZIONI DELL’ECOSISTEMA AUTOMOTIVE
Per favorire una programmazione basata su dati ed evidenze scientifiche, insieme al report, Motus-E e CAMI hanno lanciato l’Osservatorio sulle trasformazioni dell’ecosistema automotive italiano. Uno strumento, a disposizione di operatori e istituzioni, che permetterà agli stakeholder di cogliere le opportunità che l’innovazione tecnologica offre.
“L’Osservatorio sulle trasformazioni dell’ecosistema automotive italiano – sottolinea Francesco Zirpoli, Direttore scientifico del CAMI – nasce per produrre evidenze scientifiche sullo stato dell’arte e sull’evoluzione delle competenze di imprese e lavoratori. I risultati dell’osservatorio saranno al servizio della ricerca, del sistema economico e dei policy maker”.
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