Multe, una “giungla” che vale 3 miliardi
La Commissione d'inchiesta chiede maggiore chiarezza su "dati ufficiali aggregati e analitici sui proventi incassati dagli enti locali". Nel 2022, dopo quasi 12 anni, il governo dovrebbe emanare una nuova legge per la gestione e la verifica delle multe, soprattutto quelle rilevate con autovelox.
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Le multe stradali in Italia sono una “vera e propria giungla“. A denunciare un settore in stile far west è il presidente della Commissione d’inchiesta Simone Baldelli, già membro della Commissione trasporti della Camera.
Baldelli da tempo porta avanti battaglia in favore di una maggiore correttezza nei confronti degli automobilisti, anche a causa della scarsa trasparenza da parte degli enti locali.
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I COMUNI DOVREBBERO DICHIARARE LE MULTE
I Comuni infatti per legge sono tenuti a rendicontare ogni anno al Governo gli importi incassati delle contravvenzioni elevate per violazioni al Codice della strada e a dichiarare quanti di questi derivino dagli autovelox.
Però, spiega Baldelli, “Non esistono dati ufficiali aggregati e analitici sui proventi incassati dagli enti locali. Ciò avviene nonostante la legge imponga a ciascuna amministrazione di consegnare al governo entro il 31 maggio di ogni anno una relazione telematica sugli introiti delle multe, anche quelle elevate tramite autovelox“.
SOLO UNO SU TRE RENDICONTA
“Basti pensare che in base ai recentissimi dati forniti dal governo stesso, su un totale di circa 7900 comuni italiani, più di 1 su 3 (2.747) non ha fornito la rendicontazione sui proventi delle multe stradali relativi all’anno 2020.
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Nel corso dell’esame parlamentare dell’ultimo decreto in tema di trasporti è stato approvato un mio emendamento che da luglio 2022 obbliga il governo a pubblicare sul suo sito questi dati“, chiarisce il presidente della Commissione.
I DATI DEL MINISTERO
Secondo i dati del Ministero dell’Interno la Toscana è la Regione più “virtuosa” (o sarebbe meglio dire in regola). Qui solo il 7,6% delle amministrazioni sarebbe inadempiente, con 21 comuni su 273 non ancora a norma.
In fondo alla classifica ci sono le amministrazioni della Valle d’Aosta, dove 48 amministrazioni su 74 (il 64,8%) non hanno presentato la documentazione entro la data prevista (il 31 marzo).
Le amministrazioni provinciali senza rendiconto sarebbero ben 25: 21 nel Meridione e 4 al Nord. Sono invece 5, su 14, le città metropolitane inadempienti: Genova, Napoli, Messina, Catania e Palermo.
MULTE PER TRE MILIARDI DI EURO
Il “tesoretto” incassato dagli enti locali ammonterebbe a 1,7 miliardi di euro, cioè il 56% delle sanzioni stradali. L’ammontare complessivo delle multe, quindi, ammonterebbe ad oltre 3 miliardi di euro l’anno.
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I COMUNI PIÙ REMUNERATIVI
I dati sono, certo, stati influenzati dai lockdown e dalle limitazioni agli spostamenti durante il periodo pandemico. Pre Covid, il Comune che incassava di più grazie alle multe stradali era quello di Milano: 180 milioni di euro nel 2019.
Lo stesso anno, Roma ha incassato poco meno, 170 milioni, Torino 50 milioni, Bologna e Firenze circa 47 milioni ciascuna. A Napoli numeri decisamente più contenuti: 36 milioni di euro i proventi.
GLI AUTOVELOX
Ad alimentare il business delle multe sono soprattutto gli autovelox. 2,5 milioni le contravvenzioni solo per violazione dei limiti dei velocità, secondo i dati Aci-Istat 2019, che sarebbero elevate ogni anno.
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L’Italia vanta inoltre il primato europeo del numero di autovelox installati sulle strade. Se ne contano oltre 8000 (in Gran Bretagna sono 4.000, in Germania 3.800 e 2.400 in Francia).
Troppo spesso, però, è stato denunciato che i sistemi di rilevazione a distanza della velocità vengano installati con lo scopo preciso di rimpinguare le casse delle amministrazioni locali. E non sempre infallibili (sono molti i casi di velocità troppo elevate, o sanzioni commutate a distanza di pochissimi minuti in luoghi diversi).
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NEL 2022 UNA NUOVA LEGGE
Dopo quasi 12 anni dall’ultima modifica, il Governo sembra in procinto di varare una nuova legge. Già nei primi mesi del 2022 un nuovo decreto dovrebbe disciplinare il corretto utilizzo dei sistemi di rilevazione a distanza della velocità, atteso dal 2010.
In interrogazione parlamentare (presentata proprio da Simone Baldelli), il Viceministro Alessandro Morelli ha annunciato “una dettagliata disciplina finalizzata a garantire il rispetto dei limiti di velocità basata sulla propedeutica verifica, da parte degli enti gestori stradali, dell’adeguatezza dei limiti di velocità imposti quale condizione necessaria per poter installare gli autovelox“.
Non resta altro che aspettare “il Governo alla prova dei fatti e speriamo che le nuove normative riducano la brutta abitudine di molte amministrazioni locali di utilizzare in modo distorto questi strumenti, che dovrebbero servire più alla sicurezza stradale che a procurare aumenti alle entrate“, come ha detto Baldelli.
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