Facciamo il punto sugli incentivi all’acquisto dell’auto con Michele Crisci
Con Michele Crisci, presidente di Unrae, facciamo il punto sui nuovi incentivi statali. Un passo in avanti rispetto all’Ecobonus, perché riguardano una fetta di mercato più ampia e permetteranno a molti italiani di cambiare auto.
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Finalmente sono arrivati gli incentivi statali per l’acquisto di un’auto nuova Euro 6. Non solo auto elettriche e ibride, ma anche con motorizzazioni tradizionali, purché con emissioni di CO2 sotto i 110 g/km. Una notizia che permette di guardare al futuro con ottimismo, come ha sottolineato Michele Crisci, presidente di Unrae (Unione nazionale rappresentanti autoveicoli esteri).
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I NUOVI INCENTIVI ALL’ACQUISTO AUTO
Il punto saliente dei nuovi incentivi previsti dal Decreto Rilancio, rispetto all’Ecobonus, sono il rispetto della neutralità tecnologica e l’introduzione dell’Euro 6, pur rinforzano gli incentivi sull’elettrico e l’ibrido plug-in. In sintesi, questi gli incentivi:
- 10.000 € con rottamazione e 6.000 senza rottamazione per un’auto con emissioni fino a 20 g/km (elettrica)
- 6.500 € con rottamazione e 3.500 senza rottamazione per un’auto con emissioni fino a 70 g/km
- 3.500 € con rottamazione e 1.750 senza rottamazione per un’auto con emissioni fino a 110 g/km
L’introduzione della terza fascia è significativa anche da un punto di vista quantitativo: si passa dal 2,8-3% del mercato a coprire quasi il 50% del mercato, rivolgendosi quindi a un pubblico per tutte le tasche. La direzione è chiara, commenta Crisci: “Gli Euro 6 velocizzeranno il ricambio del parco circolante, il nostro vero problema, dato che le auto vecchie sono inquinanti e insicure”.
UN FONDO DA RIFINANZIARE
Al momento il fondo previsto è di soli 50 milioni di euro, ma era nelle previsioni che sarebbe stato esiguo: il punto era che passasse la legge. Ora si tratta di rifinanziarlo con urgenza perché i fondi stanziati rischiano di esaurirsi già in agosto. “Ora serve un rifinanziamento di 350-400 milioni, ma siamo fiduciosi che arriverà”, commenta Crisci.
Oltre al rinnovo del parco circolante, gli incentivi possono fare da volano al mercato. “L’automotive fa tra il 15 e il 20 % del Pil italiano, a seconda se ci considera la produzione o solo commercializzazione. Anche il turismo è una fetta importante del Pil ed è importante che i turisti stranieri possono venire a visitare il nostro Paese con le loro auto elettriche e trovare una rete adeguata di colonnine fast-charge”, ricorda il presidente di Unrae.
IL PRIMO PASSO PER UNA VISIONE PIÙ STRATEGICA
“Conto che agli incentivi segua un approccio più strategico, per ammodernare il Paese sia da un punto di vista fiscale sia infrastrutturale”, commenta Crisci. È chiaro che il mercato va verso l’elettrico, ma oltre agli incentivi servono le infrastrutture adeguate.
Anche la fiscalità è un punto dolente, specialmente quella dell’auto aziendale, sia per detraibilità sia per deducibilità. “Le aziende hanno sempre dimostrato un approccio molto virtuoso, oltre la metà del mercato elettrificato è aziendale, sia per policy sia perché le aziende provvedono in prima persona a dotarsi di una rete di ricarica”, spiega Crisci. Una politica fiscale più lungimirante potrebbe ulteriormente accelerare queste dinamiche.
NON PERDERE IL TRENO DELL’ELETTRIFICAZIONE
Agli incentivi statali si aggiungono ulteriori sconti, agevolazioni finanziamenti della Case auto per alimentare la propensione al consumo e il ricambio del parco circolante. Basta accendere la televisione o accedere a Internet per imbattersi in campagne pubblicitarie molto agguerrite.
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Malgrado l’emergenza Covid possiamo guardare la parte finale del 2002 con ottimismo. “Mi auguro che potremo sederci a un tavolo per discutere sull’automotive, in particolare su fiscalità e infrastrutture. L’Italia non deve perdere il treno dell’elettrificazione. Questo piccolo passo inziale degli incentivi darà luogo a tutti gli altri”, si augura Crisci.