Nuovi standard ancora più stringenti con l’Euro 7
I nuovi standard voluti dalla Commissione per combattere l'inquinamento prodotto dai veicoli circolanti in Europa vanno a colpire i motori, soprattutto i diesel, ma anche il particolato prodotto da freni e pneumatici
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La proposta presentata oggi dalla Commissione per il nuovo standard Euro 7 per i motori andrà a penalizzare i diesel e i veicoli pesanti, ma interesserà anche quei mezzi che – secondo la stessa UE – dovrebbe “salvare” l’ambiente, ovvero le auto elettriche, perché si dovrà tenere sotto controllo anche il particolato che proviene dai freni e dalle gomme.
Standard più rigidi, listini più alti
Il nuovo standard sostituisce e semplifica le norme sulle emissioni precedentemente separate per auto e furgoni (Euro 6) e autocarri e autobus (Euro VI), sarà neutrale in termini di carburante e tecnologia (quindi anche per i veicoli elettrici) ed entrerà in vigore dal 1° luglio 2025 per le auto, malgrado le rimostranze dei Costruttori che avrebbero voluto posticipare il tutto al 2026-27. E al 1° luglio del 2027 per i mezzi pesanti.
L’Euro 7 riduce del 35% le emissioni di ossidi di azoto (Nox) rispetto all’Euro 6 per le auto, ovvero 60 mg/km (erano 80 mg/km per i diesel) e del 56% rispetto a Euro VI. Anche le particelle dei freni dovranno essere ridotte del 27%.
Regole più stringenti che, come sempre succede in questi casi, spingeranno ulteriormente in alto i listini, di 90-150 euro di media secondo la stessa Commissione per le auto e 2.700 euro per i camion. Malgrado scriva nella proposta che verranno mantenuti “i veicoli a prezzi accessibili per i consumatori e promuovendo la competitività dell’Europa”.
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L’Acea non ci sta
La commissaria europea per concorrenza Margrethe Vestager sottolinea come “non possiamo accettare una società in cui l’esposizione all’inquinamento atmosferico è responsabile di oltre 300.000 morti premature nella sola UE-27 ogni anno. Le nuove regole ci aiuteranno a respirare aria più sicura e aiuteranno il settore a diventare più verde e resiliente. Dobbiamo attenerci all’obiettivo del Green Deal europeo e diventare un punto di riferimento a livello globale”.
Ma un punto di riferimento globale, secondo l’Acea (l’Associazione dei costruttori europei), che è già così con le attuali norme Euro 6/VI. “L’industria automobilistica prende molto seriamente il suo ruolo di ridurre sia la CO2, sia le emissioni inquinanti. In effetti, l’anno scorso abbiamo avanzato una proposta molto costruttiva per un nuovo Euro 7 che porterebbe una maggiore riduzione dei criteri inquinanti, migliorando così la qualità dell’aria” spiega il presidente Acea e Ceo di BMW Oliver Zipse.
Che prosegue: “Purtroppo il vantaggio ambientale della proposta della Commissione è molto limitato, mentre aumenta pesantemente il costo dei veicoli. Si concentra su condizioni di guida estreme che non hanno quasi alcuna rilevanza nella vita reale”.
“Per conformarsi all’Euro 7, i produttori di camion dovranno trasferire sostanziali risorse ingegneristiche e finanziarie dai veicoli elettrici a batteria e a celle a combustibile al motore a combustione interna. Ciò avrà un forte impatto sulla nostra transizione verso veicoli a emissioni zero.
Non fa bene al clima, non fa bene alla salute delle persone e non fa bene al settore“, ha aggiunto Martin Lundstedt, Ceo del Gruppo Volvo e Presidente del CdA dei Veicoli Commerciali di Acea. Inoltre, Acea considera le date proposte “irrealistiche” dato l’enorme numero di modelli e varianti di veicoli che devono essere sviluppati, ingegnerizzati, testati e omologati prima di allora.
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