Ricarica delle auto elettriche e ibride, le strategie delle flotte [SURVEY]
Le infrastrutture di ricarica crescono, ma scontano ancora un limite in termini di capillarità e potenza. Le flotte aziendali sono il motore di questo sviluppo, come è emerso dalla nostra survey su un campione di 103 Fleet e Mobility Manager.
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Nel percorso di transizione energetica che le flotte aziendali hanno intrapreso, un capitolo importante meritano le infrastrutture di ricarica per le auto elettriche e ibride: che stanno aumentando in Italia ma scontano ancora un limite in termini di capillarità e potenza.
In questo ambito, le aziende sono il volàno: perché si stanno organizzando autonomamente e in maniera dinamica per ricaricare EV e Phev, installando le colonnine e le wall-box presso le proprie sedi e stringendo accordi con i principali fornitori di energia. Ecco quanto emerso dalla nostra survey Mobility Transformation, condotta tra febbraio e marzo in collaborazione con l’Osservatorio Top Thousand su un campione di 103 aziende, con un parco totale gestito di 120.731 veicoli.
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SURVEY: I PIANI DELLE FLOTTE PER LA RICARICA DELLE AUTO
LA GESTIONE DELLA RICARICA
Per dare un’idea della crescita che l’e-mobility ha avuto nell’ultimo anno, soltanto 19 aziende intervistate (contro le 30 riscontrate nella survey 2021) non hanno in parco veicoli elettrici e ibridi plug-in. Le restanti 84 si sono organizzate in maniera strutturata per la gestione della ricarica. Lo hanno fatto, nel 70% dei casi, con le colonnine installate in azienda, e, a seguire, con la ricarica domestica dei singoli driver (39%) e tramite un accordo con una multiutility del settore energetico.
Il fatto che il servizio del noleggiatore venga indicato soltanto da 6 aziende su 84 suona come un monìto verso le società di renting ad aumentare l’offerta integrata “veicolo + ricarica”, una direzione che comunque la maggior parte dei player del settore sta intraprendendo.
I PUNTI DI RICARICA IN AZIENDA
L’installazione dei punti di ricarica nelle sedi aziendali prosegue senza sosta: se lo scorso anno gli attacchi installati dalle 102 aziende del campione erano 3.775, questa rilevazione ha fatto registrare 4.159 punti di ricarica interni, un numero destinato a salire di settimana in settimana. Se si considera il numero totale di punti di ricarica pubblici in Italia (oltre 26mila), diventa ancora più chiaro come le aziende, specie quelle di grandi dimensioni, siano davvero il motore per lo sviluppo delle infrastrutture nel nostro Paese.
Un aspetto che occorre implementare è la velocità della ricarica, fattore molto importante per i driver: tre Fleet Manager su quattro hanno infatti dichiarato che in azienda è presente solo la corrente alternata, mentre solo il 19% le utilizza entrambe a seconda delle esigenze. I tempi di ricarica, come abbiamo sottolineato più volte, costituiscono una delle sfide future principali per l’e-mobility, in particolare per la diffusione degli elettrici puri: se gli ibridi plug-in, infatti, possono contare anche sul motore termico e si ricaricano nel giro di qualche ora anche con la corrente alternata, per gli elettrici puri la corrente continua è quasi una “conditio sine qua non”.
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LE ALTRE TIPOLOGIE DI RICARICA
Un altro nodo riguarda l’utilizzo delle colonnine pubbliche, indispensabili per i driver che si spostano quotidianamente. Attualmente soltanto il 32% delle 84 aziende considerate ha introdotto un’unica card o app per diversi provider di energia (nella maggior parte dei casi di tratta di una card).
Una percentuale che, gioco forza, dovrà salire, anche se una buona fetta di coloro che non l’hanno fatto gestisce le ricariche soltanto con le colonnine aziendali.
La ricarica casalinga, infine, viene rendicontata in due modalità diverse: nella maggior parte delle aziende (45%) la paga direttamente il dipendente, negli altri casi viene gestita con un forfait.
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