Ponte sullo Stretto, si riparte dal progetto approvato 11 anni fa
Non era una promessa vana (forse): il governo di Giorgia Meloni tiene fede a quanto detto in campagna elettorale e approva di nuovo il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina (lo stesso di 11 anni fa).
L’aveva annunciato durante la campagna elettorale, l’ha promesso quando si è insediato, ora il governo di Giorgia Meloni torna a parlare del Ponte sullo Stretto di Messina approvando uno primo schema di decreto che ci riporta indietro nel tempo (letteralmente). Il “nuovo” progetto del Ponte, infatti, è lo stesso del 2012, quando la realizzazione era stata bloccata e la società responsabile messa in liquidazione.
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Via libera al Ponte sullo Stretto “salvo intese”
Un via libera, più o meno. Il governo infatti usa la formula “salvo intese”, una precauzione, dato che sono diversi gli aspetti tecnici ancora da definire.
Il progetto, come detto, c’è: si torna al ponte sospeso strallato più lungo al mondo, ben 3 mila e 200 metri. Ovviamente un progetto vecchio di 11 anni deve essere riadattato, dal momento che nel frattempo sono nate nuove normative in materia tecnica e di sicurezza, oltre che ambientale.
Tra i primi a parlare dell’opera mastodontica di 3,2 chilometri è stato il vicepremier e ministro delle infrastrutture, Matteo Salvini, da sempre grande fan di quello che, secondo lui, “sarà il ponte a campata unica più bello, più green e più sicuro del mondo“, certificato dai “più grandi ingegneri delle migliori università“.
Non poteva mancare poi il commento del presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, tra i primi promotori del Ponte sullo Stretto oltre 20 anni fa: “Questa volta non ci fermeranno“. Secondo Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria “il Ponte sullo Stretto sarà una grande occasione per il Sud, ma occorrerà parallelamente lavorare per sviluppare al meglio le opere complementari indispensabili“.
Le date del progetto
La prima scadenza è fissata al 31 luglio 2024, quando dovrà essere adattato il progetto esistente. I lavori dovrebbero riprendere entro la fine dello stesso anno, a partire dalle autorizzazioni (già ottenute nel 2012) per i raccordi ferroviari e stradali. La previsione per la realizzazione è di 5 anni.
L’esecutivo poi non ha rispolverato solo i vecchi progetti: sono stati resuscitati anche i vecchi contratti di appalto cancellati dal governo Monti. C’è Eurolink (oggi Webuild), consorzio guidato da Pietro Salini.
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Le critiche
Ovviamente riportare in auge il Ponte sullo Stretto ha provocato un’ondata di critiche. Innanzitutto l’Alleanza Verdi e Sinistra che ha organizzato un flash mob di protesta contro il Ponte davanti a Montecitorio. Il deputato Angelo Bonelli ha parlato di “poltronificio“: infatti l’ad della società Stretto di Messina non è soggetto (secondo quanto scritto nella bozza approvata ieri) dalla norma che pone il tetto massimo di 240 mila euro annui ai compensi previsto per i manager di Stato.
Non sono mancate le critiche da parte del WWF, secondo cui il Ponte sullo Stretto ha “elevatissimi e insostenibili costi ambientali, sociali ed economico-finanziari“, soprattutto perché l’area sulla quale dovrebbe sorgere è sita tra due “importantissime Zone di Protezione Speciale“.
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