Price cap: cosa comporterà il tetto al prezzo del gas?
Il price cap, l’imposizione da parte dell’Ue di un tetto al costo del gas, appare inevitabile. Ma la messa in atto della manovra slitta ancora, bisognerà attendere i prossimi Consigli europeo del mese di ottobre.
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Doveva essere discussa entro la prima metà di settembre, ma la proposta di introdurre un tetto al prezzo del gas proveniente dai gasdotti russi è stata ulteriormente rinviata. A rallentare la messa in atto della soluzione le perplessità mostrate dagli stati del nord Europa.
I capi di Stato e di governo dell’Ue si riuniranno a Praga il 6 e 7 ottobre e ancora il 20 e il 21 a Bruxelles. Presumibilmente, il tema sarà affrontato in una delle due riunioni. Nell’attesa, analizziamo le conseguenze su bollette e consumi del price cap.
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COSA CAMBIERÀ CON IL PRICE CAP
L’obiettivo del price cap è duplice. Da un lato l’Unione Europea punta a rendere immune il mercato dell’energia dalle pressioni della Russia; dall’altro si cerca di aiutare cittadini e imprese contro i sempre più salati rincari delle bollette.
Con il price cap si fisserebbe, a livello europeo, un limite massimo al prezzo di acquisto del gas. Gli operatori europei non potrebbero dunque acquistare oltre una certa cifra, che si ipotizza essere tra gli 80 e i 90 euro al kilowattora (oggi il gas russo supera i 270 €/kwh). È bene specificare il price cap riguarderebbe esclusivamente le materie prime provenienti dalla Russia, ma non da altri paesi esportatori come Stati Uniti, Qatar, Algeria e altri.
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Si risparmierà sulle bollette?
Il price cap avrebbe un effetto sulle bollette. La testata Fanpage ha ipotizzato un risparmio di circa 10 euro al mese per i consumatori privati. Le aziende, specie quelle particolarmente energivora, potrebbero risparmiare fino a migliaia di euro al mese. Nessuno effetto, invece, si registrerebbe sulle altre voci di spesa presenti in bolletta. I costi come la spesa di trasporto, quella per gli oneri di sistema e le imposte resterebbero invariate.
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