Test Drive Toyota C-HR: in città o in extraurbano, ma sempre ibrido
Toyota C-HR si rinnova nel design, e ora propone due motori ibridi da 122 o 184 CV, per due contesti diversi: l'utilizzo in città o i lunghi viaggi, entrambi sempre piacevoli grazie al mix di guida tra SUV e coupé.
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Lanciata a fine 2016, la Toyota C-HR ha rappresentato il nuovo inizio per il marchio nipponico. Un’auto che ha anche anticipato i tempi, viste le sue linee spigolose e, soprattutto, la configurazione a Coupé Crossover, che dopo quasi 5 anni ha spopolato un po’ in tutti i marchi.
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Un’auto premiata dai clienti, sia per il design, con una linea molto “da concept car”; sia per l’offerta di motori, naturalmente ibridi come vuole la tradizione del marchio, che per le aziende si dividono in una doppia proposta: un 1.8 da 122 CV, e un 2.0 da 184 CV, per due utilizzi diversi.
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IL DESIGN “CONCEPT” DELLA TOYOTA C-HR
In effetti, la Toyota C-HR ha mantenuto quasi tutto dell’omonima concept car del 2014, dalla forma ai dettagli stilistici. Questo si vede soprattutto all’anteriore, molto imponente con i grandi fari a sviluppo orizzontale, interamente a LED con l’ultimo restyling. Il paraurti è caratterizzato, come tutta l’auto, da linee spigolose e tese, che creano prese d’aria per migliorare l’aerodinamica.
Per sottolineare il più possibile la sua vicinanza alla carrozzeria coupé, senza però rinunciare alla comodità delle 5 porte, la maniglia delle portiere posteriori è in alto, nascosta nel montante. Del concept rimane anche la forma molto affusolata e, anche se meno appariscente, il design tridimensionale del posteriore.
Quest’ultimo è la parte più estraniante della vettura, un vero e proprio complesso architettonico e stilistico dominato dal gruppo ottico a C che, in seguito al restyling dello scorso anno, ha guadagnato i fari full LED, con una nuova trama molto scenografica. Un complesso sottile e sviluppato in larghezza, con il lunotto particolarmente inclinato e dotato di un piccolo spoiler utile sia a migliorare l’aerodinamica, sia a dare un tocco di sportività.
La carrozzeria è come detto una coupé, ma c’è tutta la parte inferiore della vettura che, con la plastica rinforzata, ne sottolinea l’anima SUV, così come anche la trazione integrale, disponibile persino su un’auto modaiola come lei.
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INTERNI DI QUALITÀ
Si diceva che la Toyota C-HR è stata il “nuovo inizio” di Toyota, a livello stilistico, e questo riguarda anche gli interni. I materiali, infatti, sono molto migliorati rispetto al passato. Lei, in particolare, per rimanere modaiola, ha introdotto un nuovo abitacolo che, lo scorso anno, è stato ulteriormente rifinito.
La cura è davvero tanta, a partire dalla scelta di materiali morbidi che rivestono la plancia e i pannelli porta, con alternanza di plastica ed elementi in simil-fibra di carbonio. Che segue la moda, inoltre, lo si nota anche dall’impostazione della plancia: il display touch centrale, da 8 pollici, non è integrato ma ha un’impostazione “a tablet”, ed è orientato verso chi guida, per rendere più immediata l’interazione, e distrarre il meno possibile.
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TOYOTA C-HR: 122 O 184 CV, SEMPRE IBRIDI
C-HR significa “Coupé High Rider”. È il nome parlante di un’auto il cui scopo è quello di garantire lo stesso piacere di guida e la piacevolezza stilistica di una coupé, con il vantaggio della guida rialzata che solo un SUV può garantire. E con la piacevolezza dell’ibrido, di cui Toyota è pioniera e che sviluppa da più di 20 anni.
Due, in particolare, sono le motorizzazioni ibride del C-HR, entrambe con la stessa meccanica della Toyota Corolla ed entrambe abbinate al cambio automatico E-CVT:
- Un 1.8 da 122 CV, supportato da due batterie agli ioni di litio.
- Un 2.0 da 184 CV, supportato da batterie al nichel-metallo idruro.
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122 CV EFFICIENTI E CITTADINI
La prima motorizzazione, il 1.8 da 122 CV, è quella più parca nei consumi, adatta ai lunghi spostamenti ma soprattutto alla guida cittadina, naturalmente per merito dell’ibrido. Questo non solo perché i consumi sono davvero bassi, ma anche perché nonostante la potenza ridotta, rispetto alla seconda, è comunque fluida e scattante.
Con questi 122 CV, la Toyota C-HR ha già tutto quello che serve per il contesto urbano, specialmente a Milano dove è richiesto, ad auto e conducenti, di essere pronti e scattanti. Il 1.8 in questo non ha problemi, riparte ai semafori, si immette velocemente nelle rotonde, insomma permette di avere una guida cittadina come si deve.
I consumi ed emissioni sono ai vertici della categoria rispettivamente di 20 km/l e a partire da 110 g/km nel ciclo WLTP.
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184 CV PER VIAGGIARE IN COMODITÀ
Il secondo è, come detto, il più potente 2.0 da 184 CV. Nonostante sia sempre abbinata a un cambio E-CVT, questa versione riesce ad essere più silenziosa rispetto all’altra, perché il motore elettrico è più grande e potente, ed è quindi in grado di garantire più coppia alla trasmissione con, di conseguenza, un minor intervento del motore termico, che mantiene i giri più bassi.
La silenziosità, comunque, è permessa anche per via di un maggior lavoro sull’insonorizzazione rispetto alla versione precedente, che non fa che aumentare la sua propensione per i viaggi, già garantita da un design appuntito e affusolato, che taglia l’aria e rende tutto più confortevole.
Viaggiare diventa quindi comodo, ma anche dinamico, visto che la C-HR è molto maneggevole e permette un certo divertimento alla guida – per tornare alla sua ispirazione Coupé. Anche perché non dimentichiamo che uno degli allestimenti è la GR Sport, un chiaro richiamo al mondo motorsport di Toyota.
Entrambe le versioni, comunque, garantiscono sempre il massimo della sicurezza. La tecnologia della Toyota C-HR non riguarda solamente l’ibrido o i servizi multimediali, ma anche i sistemi ADAS, inclusi nell’ottimo pacchetto Toyota Safety Sense. Tra i dispositivi, si segnalano:
- Cruise Control Adattivo;
- Rilevatore dei segnali stradali;
- Mantenimento di corsia;
- Frenata automatica di emergenza.
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IL NOLEGGIO PER LE AZIENDE
Per le aziende, Toyota propone l’offerta CHR Morebusiness 2.0, della durata di 48 mesi o 80.000 km, a un canone di 435 euro al mese + IVA senza anticipo. A livello assicurativo, con 250 euro mensili è possibile avere Kasko a 250, RCA 250, con sostituzione in caso di furto e i servizi LoJack classic.
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