Riconoscere lo stile di guida dei driver per evitare i sinistri
Si può fare qualcosa per riconoscere lo stile di guida e la personalità dei driver in azienda? E Per evitare gli incidenti? In realtà sì, seguendo le regole della psicologia del traffico.
In questo articolo
Da quanto, tra gli anni Cinquanta e Sessanta, le strade Italiane sono state invase dalle automobili, in un vero e proprio boom della motorizzazione. Le riflessioni sulle conseguenze del nuovo modo di spostarsi, ma anche su come concepiamo le città e affrontiamo traffico e incidenti, negli anni, sono fioccate. Oggi, grazie alla psicologia del traffico ne sappiamo di più, una disciplina che si interroga sulla crescita esponenziale del numero di incidenti e di morti su strada e si interroga su come intervenire.
Per una flotta la sicurezza stradale è fondamentale. Ecco perché è importante capire quali sono gli stili di guida dei driver e come puoi lavorare con loro per ridurre incidenti e sinistri.
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COME FUNZIONA LA PSICOLOGIA DEL TRAFFICO
Per capire un po’ come funziona la psicologia del traffico il modo migliore è quello di fare un esempio pratico. Parliamo quindi di Karl Peglau, nato nel 1927 a Bad Moskau sul confine polacco. Per anni ha studiato come più sicure le strade analizzando la psicologia del guidatore e del pedone. Peglau aveva capito che i colori del semaforo, quelli classici che anche noi adoperiamo, rosso, giallo e verde, non erano poi così efficaci.
Oltre a non essere riconosciuti dai daltonici, in certe condizioni di luce diventavano difficili da riconoscere. La soluzione, secondo Peglau, era quella di scegliere una forma geometrica per segnalare quando fosse stato il momento fermarsi o procedere. Un po’ come avviene per i tram in Italia.
Applico la sua teoria agli attraversamenti pedonali, dando vita agli ampelmann, due omini. Il primo segnalava lo “stop”, con piedi uniti e braccia aperte, rosso; il secondo il “via”, verde con movenze più atletiche.
Peglau aveva trovato un problema (i semafori) e aveva studiato pedoni e automobilisti per rintracciare la soluzione: gli ampelmann.
GLI STILI DI GUIDA SECONDO LA PSICOLOGIA DEL TRAFFICO
Dagli ampelmann la psicologia del traffico si è evoluta molto. Tanto che oggi siamo in grado di riconoscere ben quattro stili di guida degli italiani e che possiamo ritrovare anche all’interno di un’organizzazione aziendale:
- travellers: lunghi tragitti, solitamente in compagnia. Sono “capifamiglia”, responsabili, rilassati e diligenti.
- heavy users: vivono alla guida per lavoro, driver e autisti, anche di mezzi pesanti. L’esperienza li spinge troppo spesso a violare i limiti di velocità. Sono spesso irrequieti e irascibili al volante.
- frequent movers: utilizzano spesso l’auto, lo scooter o la moto, ma non per lavoro. Spesso in compagnia, ma non sono responsabilizzati e commettono qualche infrazione. Hanno un atteggiamento di guida intollerante nei confronti del traffico.
- road runners: possiedono auto di grossa cilindrata, magari sportive e ostentano la propria guida aggressiva. Spesso di giovane età, cercano l’affermazione sociale. Poco attenti a limiti e regole, non tollerano di restare fermi nel traffico.
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RICONOSCERE LA PERSONALITÀ DEI DRIVER PER EVITARE SINISTRI
Conosciamo gli stili di guida, ma esistono molte variabili all’incidenza dei sinistri stradali. Alcuni, ovviamente, inaspettai e incontrollabili, altri riconoscibili. Aggressività e insicurezza, ad esempio, fanno sì che diminuisca il grado di focalizzazione sulla guida e aumentano la probabilità di incidente.
I fattori psicologici – come ansia, aggressività e insicurezza – possono essere stati transitori, legati alla contingenza del momento, oppure alterazioni permanenti e disturbi psichici: da un lato la tendenza all’aggressività (mania), dall’altro la alla depressione (melanconia).
- I Maniacali vogliono avere sotto controllo la realtà che li circonda, hanno ossessive che li allontanano dalla realtà esterna. Euforici e ottimisti, possono diventare automobilisti competitivi e aggressivi.
- I Depressi generalmente riflessivi, melanconici e pessimisti. Rischiano di essere poco presenti, impegnati più nella propria mente che nella guida, possono essere automobilisti distratti e riflessi rallentati.
- I Frustrati, depressi e disattenti, non si rendono conto delle problematiche legate alla guida.
- Gli Euforici molto spesso causa di incidenti stradali, soprattutto se giovani. L’euforia può dipendere da agenti esterni, alcol, droghe, medicinali, o endogene (un momento di gioia). Finiscono col sentirsi troppo sicuri di sé e disinibiti, tanto da rischiare di diventare aggressivi.
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COME EVITARE GLI INCIDENTI IN AZIENDA
Si può fare qualcosa per riconoscere questi tratti nei nostri driver, ed evitare gli incidenti? In realtà, sì. Innanzitutto la prevenzione e la consapevolezza della sicurezza stradale sono la base, così come i corsi di guida sicura.
Durante queste sessioni bisogna prestare attenzione a:
- comportamenti potenzialmente rischiosi per la propria salute e quella degli altri;
- definire lo stile di vita e l’immagine che hanno di sé i driver;
- permettere ai driver riconoscere i rischi associati al loro comportamento;
- definire un percorso per cambiare il proprio comportamento.
ESPERIENZA O INVECCHIAMENTO?
Abbiamo parlato di guidatori più giovani, magari entusiasti e poco attenti alle regole. Bisogna però prestare attenzione anche al rovescio della medaglia: i driver più “rodati”.
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L’avanzare dell’età non solo aumenta la possibilità di un calo di prestazioni, ma anche l’insorgenza di una certa arroganza e sicurezza eccessiva. Nell’ambito fisiologico il deterioramento del sistema cardiocircolatorio, la riduzione della forza muscolare e degli arti sono associati alla riduzione delle funzioni visive e uditive nell’ambito sensoriale.
Alcune ricerche sostengono che i primi a rendersi conto delle minori prestazioni psicofisiche sono gli anziani, ma per chi è abituato a guidare ogni giorno da tanti anni questo potrebbe non essere vero a causa dell’orgoglio.
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