Quanta AI c’è nel futuro dell’auto?
L'intelligenza artificiale sale a bordo e siamo solo ai primi passi di un'integrazione ad altissimo potenziale sui futuri Software Defined Vehicles
In questo articolo
Si risolverà in una bolla come tante (chi ricorda gli NFT? O la guida autonoma di Livello 4 e 5 data come una frontiera “inevitabile”?) o c’è altra sostanza nella ricerca sull’intelligenza artificiale applicata al settore auto? Il tema è vivace, è stata alle cronache quale tema hi-tech del 2023, inizia ad affacciarsi sui modelli di serie e al Consumer Electronics Show di Las Vegas dello scorso gennaio ha rappresentato l’elemento condiviso tra industria dell’auto e dell’elettronica di consumo.
INTELLIGENZA ARTIFICIALE SULLE AUTO
I costruttori arrivano sul mercato con le prime integrazioni di ChatGPT sui propri sistemi infotainment e assistenti vocali. DS per Stellantis e Volkswagen con la Golf restyling – oltre ai più recenti modelli su architettura elettronica MIB4 – sono tra i primi a portare ChatGPT a bordo.
Va detto come sia solo la punta dell’iceberg, di un potenziale enorme sul quale gli stessi analisti si interrogano circa la pratica “messa a terra” della tecnologia. Entro il 2030, secondo le stime fornite ad Autovista da Constantin Gall, managing partner EY, i costruttori investiranno ben 68,5 miliardi di euro nell’applicazione dell’intelligenza artificiale sulle auto. Già, ma concretamente di quale potenziale parliamo quando si indicano quelle due lettere IA.
AI APPLICATA ALL’AUTO, COME?
Due aree in particolare sembrano riservare il potenziale più elevato di ritorno per i costruttori. Da un lato tutto quel che attiene alla cura proattiva del veicolo, dall’altro il potenziamento degli Adas.
Sui servizi post-vendita, l’intelligenza artificiale può intervenire in modo decisivo anticipando il verificarsi di un guasto. I parametri di funzionamento generati dall’elettronica delle auto sono da tempo numerosissimi. L’IA dovrà riuscire a interpretare i valori, gli algoritmi esaminare i dati e giungere a previsioni affidabili circa una rottura prossima di un determinato componente. Da lì, il passo immediatamente successivo è la comunicazione con la rete di assistenza e manutenzione di casa madre, fino alla fase strettamente logistica, di prenotazione del componente e dell’intervento stesso. In un’ottica strettamente di gestione flotte, il potenziale dietro la tecnologia è altissimo. Prevedere il guasto è una fase superiore alla manutenzione predittiva già esistente.
Gli algoritmi di IA applicati ai sistemi Adas, invece, sono uno scenario sul quale Sony Honda Mobility lavora per potenziare il riconoscimento delle immagini di Vision Transformer e migliorare il riconoscimento dell’ambiente esterno.
Non è un mistero come anche Tesla Vision si muova sullo stesso campo, diversamente dall’impiego di sensori come i Lidar, più costosi, per giungere alla mappatura fedele dell’ambiente intorno al veicolo e sviluppare la guida assistita di Livello 3 e superiore.
La rosa di possibili applicazioni dell’IA al mondo dell’automobile ha molti petali e siamo ai primi investimenti e sperimentazioni.
COLLABORAZIONI OBBLIGATE TRA COSTRUTTORI E SPECIALISTI IN AI
Il tratto distintivo è la necessaria collaborazione con il settore industriale che detiene il know how da integrare sui veicoli. Non è un percorso nel quale i costruttori di auto potranno procedere ciascuno da sé, indipendenti dal know how tecnologico detenuto dai player del settore IT. Così, partnership e la capacità di integrazione a livello software diventano cruciali.
“Vogliamo offrire ai nostri clienti un vero valore aggiunto tramite l’intelligenza artificiale. Puntiamo a collegare gli ecosistemi digitali esterni con il veicolo, creando un’esperienza di prodotto ancora migliore. La collaborazione con le aziende tech è di fondamentale importanza per noi. In futuro, renderemo la cooperazione ancora più semplice in termini di organizzazione e cultura”, ha anticipato Oliver Blume, a.d. Porsche e del Gruppo Volkswagen, impegnato nella creazione dell’AI Lab, centro di elaborazione delle nuove idee in materia di IA, da applicare al prodotto di serie.
La materia dell’IA si lega strettamente all’ambiente software e va di pari passo con la progettazione dei SDV – Software Defined Vehicle. Sul versante dei servizi, invece, l’area del “car care” è vista come un altro possibile sbocco applicativo dell’IA. L’algoritmo che analizza e propone le soluzioni migliori, ad esempio, per assicurare l’auto. Ancora, nella gestione del rapporto con il cliente, nel pianificare gli itinerari ottimizzati su abitudini e stime sui volumi di traffico previsti. Due lettere e una miriade di direzioni possibili.
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