Crisi energetica, bisogna sfruttare davvero i Raee
Ogni anno dovremmo smaltire correttamente 10 kg di Raee per abitante (oggi siamo fermi a 6,4 kg). Oggetti quotidiani ricchissimi di materie come ferro e alluminio e terre rare. Dati alla mano, raggiungere il target europeo ci farebbe risparmiare l’energia consumata dalle province di Sondrio o di Lodi in 12 mesi.
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La crisi energetica è un tema che non si può ignorare, non solo perché è causata (anche) dai conflitti che stanno coinvolgendo tutto il sistema di approvvigionamento e produzione europeo per primo, ma anche perché negli anni a venire, complice la transizione e la nuova mobilità elettrificata, avremo sempre più bisogno di energia.
Ma siamo sicuri che l’unica strada da percorrere sia quella dell’aumento produttivo? I dati ci dicono che per sopperire all’esigenza di energia, che sia per la ricarica dei veicoli elettrici o per uso quotidiano, serve anche una migliore gestione delle risorse già sfruttate. Ecco perché dovremmo davvero iniziare a sfruttare i Raee, ovvero i rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche domestiche e professionali (parliamo lavatrici, telefonini, computer, microonde e tanto altro).
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COSA SONO I RAEE
Come detto, i Raee sono i rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche domestiche e professionali, si intendono quindi materie importantissime, come ferro e alluminio (il cui valore è cresciuto rispettivamente del +105% e +74% in poco meno di 12 mesi), rame e plastica. Ma comprendono anche altri materiali dei quali sentiamo sempre più spesso parlare, per la loro mancanza o scarsità, ossia le terre rare, il cobalto, il palladio e il litio.
Tutte materie che oggi il nostro Paese importa (e che con la crisi geopolitica di cui abbiamo più volte parlato sono sempre più a rischio). Di certo un corretto smaltimento dei Raee non potrà affrancarci dall’importazione, ma potrebbe darci un grosso vantaggio, anche in termini di risparmio economico ed energetico.
RICICLARE (BENE) I RAEE
Il riciclo di questo tipo di rifiuti è importantissimo, perché ogni 1.000 tonnellate di rifiuti elettronici domestici si infatti possono ricavare circa 900 tonnellate di materie prime seconde (dati Erion Weee).
Il potenziamento del riciclo avrebbe un impatto significativo, sia in termini ambientali (trattamento permette di evitare l’emissione in atmosfera di quasi 7.000 tonnellate di CO2), ma anche economici. Ogni 1000 tonnellate di Raee gestiti correttamente infatti permettono di risparmiare oltre 1,5 milioni di kWh di energia (sotto capiremo a quanto corrisponde in l’Italia)
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A CHE PUNTO È L’ITALIA CON LA GESTIONE DEI RAEE?
Italia che oggi non è sulla buona strada. Se l’Europa ha infatti fissato un target di raccolta dei Raee corrispondente a più di 10 kg per abitante ogni anno, ovvero il 65% dell’immesso sul mercato, oggi siamo a circa 6,4 kg.
L’economia circolare funziona e deve essere l’obiettivo da perseguire per attenuare la mancanza di materie prime.
COSA POTREBBE FARE L’ITALIA
Come già detto, l’Italia potrebbe risparmiare oltre 1,5 milioni di kWh di energia ogni 1.000 tonnellate di Raee gestiti. Cosa significano questi numeri?
L’Europa vorrebbe che per ogni abitante si smaltissero 10 kg di Raee all’anno, moltiplicando il target per i nostri 60 milioni di abitanti, otterremmo un risparmio 900 milioni di kWh ogni anno. Circa 1 tWh/anno, che è praticamente l’energia totale consumata dalle province di Sondrio o di Lodi in 12 mesi secondo i dati di Terna S.p.A.
Siamo ancora conviti che l’unica via sia l’aumento della produzione?
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