SURVEY LA CARICA DEI 102 | Infrastrutture di ricarica per le auto elettriche: una conditio sine qua non
L’infrastruttura di ricarica è il fattore indispensabile per la crescita di EV e Phev nelle flotte. La nostra survey “La carica dei 102” ha dedicato un focus specifico a questo tema: negli ultimi anni le aziende si sono attivate in maniera significativa, anche se le potenzialità inespresse, soprattutto in termini di partnership con i noleggiatori e i provider di energia, sono tuttora elevate
In questo articolo
Se scelgo un veicolo elettrico o ibrido plug-in per la mia flotta, devo poterlo ricaricare con facilità e in tempi rapidi. Questa consapevolezza, espressa all’unanimità dai Fleet e Mobility Manager – con un parco totale rappresentato di 118.439 veicoli – che abbiamo intervistato nel mese di febbraio per la nostra survey “La carica dei 102”, si trasforma spesso in un ostacolo per lo sviluppo dell’e-mobility in azienda.
Attualmente, infatti, in Italia rifornire le auto e i veicoli commerciali di energia, in molti casi, non è semplice. O almeno non lo è come si vorrebbe. Il nostro Paese, infatti, oggi sconta ancora un ritardo significativo nel numero di punti di ricarica pubblici rispetto ad altri Stati europei (anche se la rete sta crescendo e questo limite è destinato a ridursi), mentre la ricarica a casa è un servizio che comincia adesso a diffondersi.
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Entrando nella specifica realtà delle aziende, queste ultime, da diverso tempo, si sono attivate sensibilmente per dotare le loro sedi di wall-box e colonnine. La ricarica privata interna, infatti, è un requisito di base per la crescita dell’e-mobility in ambito corporate. Ma, sintetizzando i dati emersi dalla nostra indagine, il cammino da compiere è ancora lungo e ci sono molte potenzialità inespresse. I provider di energia e i noleggiatori, occorre sottolinearlo, ultimamente si sono prodigati per offrire alle aziende clienti sempre più servizi integrati comprensivi anche della ricarica, che però ad oggi sono fruiti ancora poco o pochissimo. Tradotto: c’è tanto da fare.
SURVEY: LO STATO DELL’ARTE DELLE INFRASTRUTTURE DI RICARICA NELLE FLOTTE AZIENDALI
Le partnership per la ricarica delle auto elettriche
Una premessa doverosa: sulle 102 aziende che abbiamo intervistato, 30 (ovvero il 29%) non hanno né veicoli elettrici, né veicoli ibridi plug-in. Alcune di queste li inseriranno in flotta, ma allo stato attuale, ovviamente, non si sono ancora organizzate per la ricarica. Il restante 71%, invece, lo ha fatto, ma per ora i servizi integrati del noleggiatore (veicolo + ricarica) sono utilizzati soltanto dall’1% del campione.
Per interpretare il dato, occorre ricordare che i player del settore hanno cominciato a sviluppare queste offerte in maniera corposa soltanto da pochi mesi (oppure lo stanno facendo), e che la situazione di incertezza legata alla pandemia sta rallentando la diffusione di queste formule. Certamente la crescita della proposta di servizi integrati, nei prossimi mesi, sarà un punto chiave per lo sviluppo.
Decisamente più gettonati sono gli accordi diretti con le multiutility dell’energia (dato già registrato nelle precedenti release della survey “Mobilità alla Spina” 2018 e 2019). Ventidue aziende su 72 (30 non hanno EV e Phev) dichiarano di averli stipulati, mentre le altre si sono organizzate in maniera diversa.
C’è chi ha pochi veicoli elettrici e ibridi plug-in e, di conseguenza, punti di ricarica interni che si contano sulle dita di una mano (38 aziende); in altri casi (7 aziende) i driver utilizzano le loro prese di casa o le colonnine pubbliche senza accordi diretti, mentre, dato molto interessante, alcune aziende si sono attrezzate internamente con un impianto fotovoltaico per ricavare l’energia necessaria e una ha ingegnerizzato un innovativo sistema in cloud per la gestione della corrente.
Le partnership riguardano ovviamente i provider di energia più noti, ma la rosa, rispetto a qualche anno fa, si sta allargando: Enel X, DKV, Duferco, Engie, Hera, ABB, E.On, Route 220 EVWay, ENI e B-Charge. Oltre alle aziende che non hanno stipulato accordi e a quelle che non hanno ancora EV e Phev, alcune hanno preferito non dichiarare il nome del provider.
La ricarica in azienda
La ricarica aziendale, dicevamo, è l’assoluta protagonista: è infatti significativo come, in totale, le imprese del campione che hanno in parco EV e Phev abbiamo già installato 3.775 punti di ricarica nelle proprie sedi, confermando il ruolo decisivo delle flotte come volàno della crescita dell’e-mobility. La maggior parte di queste imprese (29%) ha scelto le colonnine, il 18% ha optato per le wall-box e il 15% per entrambe. Infine, il 9% rifornisce i propri veicoli elettrici fuori sede (casa del driver o infrastruttura pubblica), quindi non ha punti di ricarica interni.
Anche la ripartizione delle tipologie di ricarica (in azienda, a casa, o pubblica) fotografa molto bene il trend attuale: nella stragrande maggioranza dei casi, i driver utilizzano i punti di ricarica aziendali, mentre meno gettonate sono le soluzioni casalinghe e le colonnine pubbliche.
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Tempi di ricarica
I tempi di ricarica costituiscono una delle sfide future principali dell’e-mobility, in particolare per la diffusione degli EV: se gli ibridi plug-in, infatti, si ricaricano nel giro di qualche ora anche con la corrente alternata, per gli elettrici puri la frontiera della corrente continua, che comincia a diffondersi, è una condizione quasi necessaria.
Attualmente il 62% delle aziende utilizza soltanto la ricarica in AC, incluse, in rari casi, le comuni prese Schuko, mentre il 9% del campione rifornisce i veicoli soltanto con soluzioni “fast”, che consentono di accorciare i tempi, visto che le batterie si ricaricano, nella maggior parte dei casi, in meno di un’ora. Una percentuale che gli stessi Fleet e Mobility Manager si aspettano possa crescere esponenzialmente nel prossimo futuro. Il restante 29% le usa entrambe.
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Wall-box domestiche: il nodo del futuro
Se la ricarica in azienda è già una soluzione diffusa, lo stesso non si può dire per la ricarica domestica. Solo il 4%, infatti, ha stipulato un accordo per l’installazione di wall-box a casa del driver (l’1% con la Casa automobilistica, il 3% con il provider di ricarica), mentre il 72% non lo ha fatto e, per il momento, non è interessato a farlo perché la ricarica interna all’azienda costituisce la modalità di ricarica più semplice e più conveniente. Non dimentichiamo che l’installazione è semplice in caso di unità abitative autonome, mentre diventa molto più complessa dal punto di vista burocratico nel caso di spazi condivisi o condominiali (leggi il nostro approfondimento).
E’ quindi significativo come il 24% stia valutando questi accordi, confermando come la crescita della mobilità elettrica ad uso promiscuo sia inscindibilmente legata alla diffusione della ricarica domestica.
Accesso e costi di ricarica
Le potenzialità tuttora inespresse in ambito della ricarica sono evidenti anche analizzando le modalità di accesso utilizzate: nonostante le app dei provider siano da tempo sul mercato, vengono poco utilizzate. La survey evidenzia come 57 aziende attualmente non utilizzino né card, né app per attivare il rifornimento dei veicoli con la spina (30, come abbiamo già sottolineato, non hanno EV e Phev, mentre 27 usano solo colonnine aziendali o punti di ricarica casalinghi). La maggior parte del restante campione (17 aziende) utilizza sia card che app, mentre 12 esclusivamente le applicazioni da Mobile e solo 16 le classiche carte.
Per quanto riguarda i costi della ricarica, infine, la maggior parte degli intervistati non ha ancora una percezione chiara: 61 Fleet e Mobility Manager su 102 non hanno idea della variazione della spesa negli ultimi due anni, e 53 non sono stati in grado di dare un giudizio ai costi.Oltre ai 30 manager che non gestiscono veicoli elettrici e ibridi plug-in, ce ne sono altri che hanno inserito EV e Phev solo recentemente e, quindi, non sanno fare un raffronto con il passato e, in caso i veicoli siano arrivati qualche settimana fa, nemmeno esprimere un voto sui costi attuali. Altri ancora, utilizzano soltanto colonnine o wall-box aziendali e, quindi, non hanno idea delle spese, mentre una piccola percentuale afferma di non occuparsi direttamente dell’aspetto economico.
Coloro che hanno riferito la loro valutazione, invece, sostengono, in prima battuta, che i costi sono rimasti uguali rispetto a due anni fa (24) o che addirittura sono aumentati (14). Un aspetto che sicuramente può costituire un punto d’attenzione per i provider. In ogni caso, però, i Fleet e Mobility Manager sembrano essere abbastanza soddisfatti dei costi: 30 intervistati li ritengono adeguati o abbastanza adeguati, 9 soddisfacenti e solo 10 li giudicano eccessivi.
Conclusioni
In sintesi, dal nostro studio emerge che:
- da una parte i noleggiatori e dall’altra parte i provider di energia sono chiamati a proporre sempre più servizi integrati di ricarica, dato che questi ultimi oggi vengono utilizzati ancora poco;
- i punti di ricarica in azienda sono già una realtà numericamente rilevante e sono destinati a crescere ulteriormente nei prossimi mesi. In futuro, però, saranno essenziali anche gli accordi con i provider di energia, le Case automobilistiche e gli stessi noleggiatori per l’installazione di wall-box a casa dei driver;
- Le ricariche dei veicoli elettrici e ibridi plug-in dovranno diventare gioco forza sempre più rapide e smart per soddisfare le esigenze dei driver e, in generale, delle aziende.
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