La guida per elettrificare la flotta
Come fare per elettrificare la flotta? Una domanda che, attualmente, molte aziende si stanno ponendo. Alcune, specie quelle più grandi ed evolute, hanno già cominciato il percorso, altre sono in procinto di partire. Ecco, quindi, una guida rapida per la transizione energetica del proprio parco auto.
In questo articolo
Elettrificare la flotta: un obiettivo che sta diventando un diktat per molte aziende italiane. Il passaggio alle auto elettriche e, in generale elettrificate (Mild Hybrid, Full Hybrid e Plug-in Hybrid) non è un semplice processo di sostituzione di veicoli, ma comporta un deciso cambio di policy e di mentalità.
Un percorso che richiede tempo ma che, visti gli obiettivi dell’Unione Europea, appare ineluttabile. Come fare? Ecco a tal proposito una rapida guida per elettrificare la flotta aziendale, pensata in maniera particolare a chi sta partendo adesso e ha necessità di un vademecum per orientarsi.
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ELETTRIFICARE LA FLOTTA: ECCO COME FARE
CONOSCERE E ANALIZZARE IL PARCO AUTO
Il primo punto per elettrificare la flotta consiste nel conoscere a fondo e analizzare il proprio parco auto. Un punto più complesso di quanto di possa pensare.
Occorre infatti analizzare le esigenze dei propri driver – fattore che diventa ancora più complesso se questi ultimi sono tanti e appartenenti a diverse fasce – e monitorare le percorrenze per comprendere il potenziale di elettrificazione del parco auto. I servizi di consulenza dei principali noleggiatori oggi, non a caso, sono rivolti a questo aspetto.
Analizzare le esigenze dei driver
Cosa significa conoscere le esigenze del driver? Vuol dire approfondire le loro necessità di spostamento: per lavoro, ovviamente, ma anche nel tempo libero, visto che la maggior parte delle auto aziendali è assegnata in fringe benefit.
Dallo studio La carica dei 102 che abbiamo effettuato lo scorso anno emerge che il 36% degli intervistati (102 Fleet Manager di aziende di diverse dimensioni) aveva già effettuato almeno una survey interna per analizzare gli spostamenti dei driver. Un trend che certamente è proseguito anche quest’anno.
Monitorare km e spostamenti
Ancora più importante, non a caso, è monitorare le percorrenze e i consumi per selezionare i veicoli più idonei alle necessità: chiaro che le auto elettriche pure oggi, con l’attuale situazione delle infrastrutture, si adattano perfettamente ai percorsi cittadini e limitrofi, mentre una soluzione a batteria diversa (Mild, Full o Plug-in Hybrid) si adatta maggiormente ai percorsi misti e più lunghi.
Nel caso di km elevatissimi e di sedi fuori città, molto spesso il motore termico (diesel) costituisce ancora la soluzione più efficiente e, quindi, il passaggio verso l’elettrificazione deve essere gioco forza più graduale e dovrà avvenire in presenza di una diffusione più capillare delle infrastrutture.
In questo caso, la telematica a bordo (scopri perché il 2022 è l’anno della telematica e della sicurezza) è una valida alleata per monitorare in maniera precisa e scientifica i chilometraggi e le percorrenze e, quindi, per analizzare il potenziale di elettrificazione.
FARE SCOUTING SUL MERCATO DEI VEICOLI ELETTRICI E IBRIDI
Il passaggio successivo, ovviamente, è fare scouting sul mercato dei veicoli elettrici e ibridi. L’offerta è in continuo aumento sui vari segmenti più gettonati dalle aziende, compresi i Suv e i veicoli commerciali.
Occorre, prima di tutto, ragionare in ottica di Total Cost of Mobility per comprendere quali modelli sono più adatti alla propria mobilità aziendale. In secondo luogo, capire, in base alle rilevazioni precedenti, dove allocarli all’interno della car policy (pool, assegnati, oppure in corporate car sharing) E poi sensibilizzare i driver (in particolare gli user chooser, ovvero coloro che hanno la possibilità di scegliere i modelli) sull’importanza e sui vantaggi di scegliere il green, anche attraverso incentivi alla selezione di auto elettriche e ibride.
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MAPPARE LE INFRASTRUTTURE DI RICARICA SUL TERRITORIO
Un ultimo tema fondamentale è la ricarica delle auto elettriche e ibride plug-in. Un argomento che va affrontato in due modalità differenti, analizzando da una parte le infrastrutture di ricarica sul territorio limitrofo alla propria sede, che vengono utilizzate dai driver durante i loro spostamenti e dall’altra l’opportunità di installare colonnine presso la propria struttura.
Per quanto riguarda il primo punto, in termini di utilizzo della ricarica pubblica, è indispensabile instaurare un accordo con un provider di energia. Oggi molto spesso sono la stessa Casa automobilistica o il noleggiatore che offrono questo servizio di default. Occorre inoltre considerare che ci sono zone del Paese, in particolare al sud, in cui la distribuzione delle colonnine di ricarica non è ancora così capillare e dove, quindi, elettrificare la flotta è più complicato.
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DOTARSI DI COLONNINE INTERNE ALL’AZIENDA
In secondo luogo, è fondamentale dotarsi di punti all’interno della propria azienda. La maggior parte delle imprese si è attrezzata e si sta attrezzando per installare wall-box e colonnine nelle proprie sedi: lo scorso anno, dalla nostra indagine menzionata prima su un campione di 102 Fleet e Mobility Manager erano oltre 3.700 i punti di ricarica interni del campione, un numero che è cresciuto ulteriormente in questo anno.
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L’infrastruttura va “predisposta” in anticipo rispetto all’arrivo in flotta dei modelli elettrici e ibridi. Anche qui, in caso i punti di ricarica necessari siano tanti e si scelga di installare colonnine e wall-box a corrente continua, è importante un accordo con il provider di energia. Poter ricaricare in sede è fondamentale, sia per i veicoli in pool sia per quelli assegnati.
La maggior parte dei rifornimenti aziendali oggi, non a caso, è privato. La grande carenza attuale, invece, riguarda le colonnine in autostrada che, quando si realizzerà finalmente un piano di crescita, costituiranno la chiave per il passaggio all’elettrico e all’ibrido di molte aziende.
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