Cos’è il ride sharing? Ve lo spieghiamo nel dettaglio
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Cos’è il ride sharing? È una domanda che ci si pone sempre più spesso nell’era della mobilità condivisa. Facile, infatti, è confondersi nella miriade di diciture che stanno diventando popolari nel nostro Paese e in tutto il mondo: car sharing, ride sharing, car pooling, ecc.
Bene, allora facciamo ordine. Il ride sharing è l’attività di trasporto di altri viaggiatori da parte di un privato che mette a disposizione un passaggio con un’automobile di proprietà. Può essere con o senza finalità di lucro.
Si differenzia dal car sharing perché non comporta il noleggio dell’auto, e dal car pooling perché è sempre on-demand, ovvero la condivisione del viaggio in auto avviene sempre su richiesta.
COME FUNZIONA IL RIDE SHARING
Possiamo distinguere due tipi diversi di questa formula. Il primo è un servizio commerciale attivo in alcune città, simile al taxi, che consiste di geolocalizzare gli autisti e di prenotare i passaggi con un’app. Il meccanismo, in altre parole, che ha spinto la nascita e lo sviluppo di Uber.
La seconda tipologia di ride sharing, invece, è quella, per intenderci di BlaBlaCar: ovvero è una formula che permette di condividere viaggi in auto tra diverse città (o anche Paesi) mettendo in contatto, attraverso una piattaforma web, la domanda (chi ha bisogno del passaggio) e l’offerta (chi ha posti liberi in auto e li mette a disposizione).
VANTAGGI E SVANTAGGI
Il ride sharing, dunque, è una formula “giovane” e immediata, che consente di soddisfare praticamente in tempo reale le esigenze di mobilità e di risparmiare, dato che si dividono le spese del viaggio. Basti pensare che i costi sono oggettivamente inferiori del 25-50% rispetto a quelli di un taxi. I vantaggi sono soprattutto riconosciuti dai pendolari, siano essi studenti o lavoratori. Non a caso, prendendo l’esempio di BlaBlaCar in Italia, una delle tratte maggiormente popolari è la Milano-Roma.
Dunque cosa ne ostacola ancora la massiccia diffusione? Quali sono, ad oggi, gli svantaggi del ride sharing? Beh, ci sono ancora parecchie persone che rimangono perplesse nel salire su un’auto di uno sconosciuto, specie con i tempi che corrono. Occorre però sottolineare che i feedback degli altri utenti sugli autisti e sui passeggeri (che naturalmente vengono condivisi) costituiscono una sorta di monito o di garanzia di affidabilità. Un po’ come accade su Trip Advisor.
Per quanto riguarda, invece, lo spostamento quotidiano per lavoro, il ride sharing non è certo la soluzione migliore. Meglio il car sharing, che è ormai diventato un fenomeno di massa, o l’auto aziendale.
IL FUTURO DEL RIDE SHARING
Quale futuro per il ride sharing? Certamente, come per il car sharing e il car pooling è prevista una crescita importante. Un’indagine, dal titolo “Mobilità condivisa – verso l’era del robotaxi”, condotta dalla società di consulenza AlixPartners e presentata nell’ultima edizione di ForumAutoMotive testimonia che in alcuni Paesi, come la Cina, gli utenti del ride sharing, nei prossimi 12 mesi, cresceranno di oltre 40 punti percentuali.
La stessa indagine testimonia che il 44% degli utenti europei è favorevole, in ottica futura, a un matrimonio tra il ride sharing e le auto a guida autonoma e il 59% lo farebbe con maggiori garanzie di sicurezza.
RIDE SHARING O CAR SHARING?
Infine, restando all’Europa, ci sono Paesi in cui il ride sharing sta crescendo ed è destinato a crescere più del car sharing, altri in cui la situazione è opposta.
Se nel Regno Unito e in Francia, AlixPartners prevede una crescita maggiore del ride sharing, in Italia e Germania si auspica una maggiore crescita del car sharing. Un fatto è certo: il passaggio storico dal concetto di proprietà a quello di possesso dell’auto è ormai in atto da tempo.