Sharing mobility e micromobilità nel 2021: ecco le prospettive
Il 2020 è stato l’anno del boom della micromobilità e, al tempo stesso, il Covid ha avuto impatti inevitabili sulla mobilità in sharing. Ecco, a tal proposito, la vision dell’Osservatorio Nazionale Sharing Mobility sulle prospettive per il prossimo anno.
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Prima del Covid, la sharing mobility ha vissuto anni di crescita esponenziale. Il 2020, naturalmente, ha scombinato le carte in tavola: il settore della mobilità in condivisione ha inevitabilmente sofferto, ma, in generale, ha retto, adottando i cambiamenti necessari per fronteggiare la pandemia e, al tempo stesso, ha accolto il boom delle soluzioni di micromobilità.
Abbiamo tracciato un quadro preciso della situazione con Sofia Asperti, analista dell’Osservatorio Nazionale Sharing Mobility.
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LA FOTOGRAFIA DELLA SHARING MOBILITY
Il punto di partenza è una fotografia dell’attuale status della mobilità condivisa in Italia. “Nel 2020, come tanti altri settori, la sharing mobility ha cercato di rispondere tempestivamente all’emergenza; naturalmente alcune realtà hanno potuto farlo meglio di altre (ad esempio servizi che non prevedono veicoli con cabinato), ma nel complesso possiamo dire che il settore ha retto e si è dimostrato una realtà solida, che la crisi non ha spazzato via”.
Forse la notizia migliore, in questo momento, aggiunge l’analista, “è il fatto che la sharing mobility sia entrata con forza nelle agende dei principali Comuni italiani come soluzione per la mobilità nell’emergenza, aprendo così nuovi scenari per il futuro”.
IL BOOM DELLA MICROMOBILITÀ
Come tutti sappiamo, la pandemia di Coronavirus ha portato ad un’evidente accelerazione della micromobilità in sharing, dalle e-bike ai monopattini. Le statistiche parlano chiaro.
“Non abbiamo ancora dati consolidati sul 2020 ma da quello che abbiamo visto i numeri sono veramente alti. Ad esempio, nel mese di settembre, i noleggi dei monopattini in sharing sono stati superiori a quelli del car sharing a Roma (più del doppio) e a Milano. Stesso discorso vale per il bike sharing” spiega Sofia Asperti.
“Possiamo quindi sicuramente dire che questo è stato l’anno della micromobilità in sharing. Nel 2021 ci aspettiamo che vengano mantenuti i tanti servizi lanciati nel 2020 e che si consolidi l’interrelazione tra micromobilità e trasporto pubblico, fondamentale per la mobilità sostenibile in contesto urbano” continua Asperti.
CAR SHARING
Il 2020, senza dubbio, è stato anche un anno difficile ma, allo stesso tempo, di grande cambiamento per il car sharing.
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Un settore che, secondo l’analista dell’Osservatorio Sharing Mobility “sicuramente ha sofferto, ma non così tanto, come noi per primi ci aspettavamo. La diffidenza verso il trasporto pubblico legata ai motivi di distanziamento sociale ha infatti indirizzato parte degli utenti verso soluzioni di mobilità condivisa, incluso il car sharing. In ogni caso riteniamo che il trend di crescita osservato fino al 2019 potrà riprendere non appena le persone torneranno a muoversi come facevano prima”.
GLI IMPATTI DEL COVID
A questo proposito, il Covid è destinato a lasciare il segno sulle abitudini di mobilità degli italiani. “Da un lato, infatti, le difficoltà della pandemia hanno fatto luce su quanto sia ormai imprescindibile il settore della sharing mobility e la necessità che questo si integri con il trasporto pubblico. Dall’altro, grazie alla diffusione capillare della micromobilità in sharing anche in città più piccole, sempre più italiani sono entrati in confidenza con il modello della mobilità condivisa e con la possibilità di muoversi con un mezzo di trasporto che non è di proprietà” argomenta Sofia Asperti.
In conclusione, quindi, l’Osservatorio si aspetta “una maggiore presenza di servizi di sharing mobility, sempre più dialoganti con il trasporto pubblico e una crescente predisposizione dei cittadini ad inserirli nel proprio ventaglio di scelte”.