Chip Shortage: la risposta è nel Build-to-Order?
In ottica di ottimizzare le risorse (scarse) di conduttori, alcune case automobilistiche sembrano voler puntare alla produzione su ordine. Tra queste c'è Ford. Ma come funziona la catena del build-to-order?
In questo articolo
Per merito, o per colpa, la crisi dei chip sta costringendo l’industria dell’automotive ad evolvere. La scarsità delle risorse sta infatti spingendo le case automobilistiche a reinventarsi, producendo, in alcuni casi, solo ciò che l’acquirente finale davvero desidera. La strategia vincente potrebbe rivelarsi essere il build-to-order, o BTO.
È di pochi giorni fa la notizia che Alfa Romeo produrrà Tonale solo su ordinazione, ma anche Ford sta battendo la stessa strada.
Il build-to-order sta guadagnando slancio nel mercato automobilistico. La domanda è se questa strategia saprà o meno reggere il confronto con il vecchio sistema, build-to-stock, una volta cessata la crisi dei chip. (Che, comunque, si prevede occuperà buona parte del 2022).
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Il proposito di costruire su ordinazione al ritmo e velocità della vecchia catena in serie deve ancora essere raggiunto, ma le prospettive sono buone grazie alla digitalizzazione degli impianti.
Sovrapproduzione, trasporto a lungo raggio e inventario sarebbero rese quasi obsolete con un approccio build-to-order, consentendo alle aziende automobilistiche di essere anche più sostenibili.
LA FABBRICAZIONE ORIENTATA ALLA PREVISIONE
Le aziende, spinte dalla ricerca di grandi volumi di produzione e quote di mercato, hanno sempre puntato su una fabbricazione orientata alle previsioni. Questo avviene soprattutto nel caso di modelli di fascia bassa ad elevata domanda, la cui vendita viene incentivata tramite sconti, con conseguenti riduzioni di margini e redditività.
La preferenza di un sistema basato sull’ordine, e non più sulle previsioni, porta alla riduzione delle scorte e alla fine della scontistica, consentendo margini ragionevoli sia per i produttori che per i concessionari, a scapito però del risparmio del consumatore finale.
Il build-to-order mette in discussione la prassi consolidata, ma la crisi del 2008 aveva già rivelato la debolezza del settore. Lo stress finanziario potrebbe infatti facilitare l’adozione di una strategia BTO.
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QUANDO L’AUTOMOTIVE IMPARA DALLA CRISI
Le crisi finanziarie sono state più volte il motore del cambiamento nell’industria automobilistica.
Il Toyota Production System è nato proprio per necessità. Dopo la Seconda guerra mondiale, quando le aziende giapponesi non potevano permettersi i processi di produzione di massa sviluppati negli Stati Uniti, la produzione BTO ha permesso di ridurre al minimo gli sprechi, e quindi i costi.
Ancora nel 2004, la Commissione Europea, attraverso il programma quadriennale “Intelligent Logistics for Innovative Product Technologies” (ILIPT), proponeva un progetto di ricerca paneuropeo per studiare l’applicabilità di build-to-order nel settore automobilistico.
Lo scopo era quello di superare la produzione in massa, ma soprattutto ovviare alla minaccia per l’industria europea rappresentata dai paesi con manodopera a basso costo, un modello divenuto ormai “disfunzionale”.
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COME FUNZIONA IL BTO
BTO si riferisce a un approccio di produzione guidato dalla domanda, in cui un prodotto è programmato e costruito in risposta a un ordine confermato ricevuto da un cliente finale.
Una volta ricevuto l’ordine, se ne verifica la fattibilità in produzione secondo le specifiche scelte dal cliente. Successivamente si ha la conversione dell’ordine in una distinta base che servirà al processo di approvvigionamento, in tal modo i produttori sapranno quali componenti sono necessari per la realizzazione del veicolo. La registrazione dell’ordine termina con il suo inserimento nell’order bank.
Si pianifica quindi il piano produttivo sulla base di tutti gli ordini raccolti nell’order bank e si fa una previsione generale della produzione. Da qui, viene stilato il Master Production Planning (MPP) o Master Production Schedule (MPS), un piano di produzione vero e proprio.
A partire dal MPP si elabora il fabbisogno di materiale a medio e lungo termine, si procede aquindi alle richieste di parti e componenti.
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Come si applica questa catena alle vetture di fascia bassa? Attraverso l’assemble-to-order (ATO). Una strategia di produzione i cui gli ordini vengono prodotti rapidamente e sono personalizzabili solo in una certa misura. In genere richiede che le parti di base del prodotto siano già fabbricate ma non ancora assemblate.
LIMITI E CRITICITÀ
Il limite principale di un sistema BTO è sicuramente il tempo di consegna, che può arrivare anche a 60 giorni. Specie oggi, in epoca di chip shortage. Il build-to-order è però reso sempre più efficiente dalla digitalizzazione.
La “produzione flessibile” permette alle case automobilistiche costruire un veicolo secondo le specifiche del cliente, perché non c’è bisogno di vere e proprie deviazioni della catena di montaggio. Il sistema operativo dello stabilimento automobilistico garantisce che parti e attrezzature specifiche vengano consegnate ad hoc ai diversi hub della fabbrica.
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LA MOSSA VINCENTE?
Come convincere i consumatori ad aspettare l’auto dei sogni? Negli Stati Uniti, Ford offre incentivi ai clienti. L’attesa diventa uno degli strumenti della vendita al dettaglio.
Nel frattempo, la stessa Ford sta allocando i chip agli ordini dei clienti, ai nuovi lanci e ai veicoli più redditizi, mettendo da parte la “produzione per scorta”. I nostalgici dovranno dire addio agli sconfinati parchi auto fuori dal concessionario.
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