Smart working semplificato fino alla fine del 2022
Il regime semplificato per lo smart working è prorogato fino al 31 dicembre 2022. Il lavoro agile riguarda circa 4 milioni di lavoratori (erano mezzo milione prima della pandemia), con ripercussioni anche sulla mobilità.
In questo articolo
Smart working semplificato fino a fine anno. L’avvio della disciplina ordinaria, con il ritorno agli accordi individuali tra datore e lavoratore per il lavoro agile, slitta a gennaio 2023. La novità arriva a sorpresa tra gli emendamenti approvati in sede di conversione del Decreto Aiuti bis.
La misura è stata attualmente prorogata fino al 31 gennaio 2022, e non è la prima volta che questo succede. Inizialmente la scadenza era prevista a fine marzo 2022, poi spostata ancora al 30 giugno 2022 e successivamente alla fine di agosto. Si tratta dell’ennesima conferma tardiva, se si considera che dal primo settembre le aziende si sono attivate per la stipula degli accordi individuali con i lavoratori, presupposto per la continuazione dell’esperienza dello smart working in assenza del regime semplificato.
Leggi Anche: Smart Working: tutti gli strumenti per lavorare da casa
Le ragioni della proroga sono che, effettivamente, lo smart working così concepito nel complesso sta funzionando. Il ritorno al regime ordinario, invece, sancirebbe per molte aziende il definitivo ritorno in sede dei dipendenti. Dato anche il crescente numero di contagi Covid si ventila l’ipotesi di una ulteriore proroga a fine ottobre, che potrebbe allungarsi poi a fine anno.
LA PROROGA DELLO SMART WORKING
Da un lato la proroga è una buona notizia: molte aziende (specie le PMI, che in molti casi si sono approcciate allo smart working per la prima volta proprio durante la pandemia) sono ancora impreparate a gestire il regime ordinario, che comporta di fare sottoscrivere un accordo a tutti i collaboratori.
Leggi Anche: Fine dello stato di emergenza: ecco cosa cambia
Per altri versi, le continue proroghe a ridosso delle scadenze non aiutano a prendere decisioni: c’è bisogno di certezza normative, senza contare che molte aziende che si erano già organizzate annunciando ai collaboratori la procedura di rientro.
LE NUOVE REGOLE
Cosa cambierà con un ritorno al regime normale? Per continuare ad applicare il lavoro agile, i datori di lavoro, dovranno sottoscrivere per ogni smart worker un Accordo Individuale e inviare la Comunicazione Obbligatoria al Ministero del Lavoro utilizzando il “tool” messo a disposizione dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
In caso di assenza della Comunicazione Obbligatoria (da effettuare entro un giorno prima dell’avvio) si rischia una sanzione amministrativa da €100 a €500 per ogni dipendente.
Ecco come cambiano le regole:
Prima della pandemia | Durante | Dopo la fine dello Stato di Emergenza | |
Sottoscrizione degli accordi individuali | sì | no | sì |
Invio della Comunicazione obbligatoria al Ministero * | sì | sì | sì** |
Obbligo di allegare alla Comunicazione obbligatoria l’Accordo individuale | sì | no | no |
Consegna al dipendente dell’informativa di sicurezza | sì | sì | sì |
* sanzione amministrativa in caso di mancata comunicazione da 100 a 500 euro per ogni dipendente
** sia in forma individuale che massiva (prima non era possibile farlo in forma massiva per più dipendenti)
LE POLICY AZIENDALI
Con la fine del regime semplificato, lo smart working diventa possibile esclusivamente mediante accordo scritto tra le parti, siglato all’atto dell’assunzione o in un momento successivo, ma prima dell’inizio del lavoro agile.
Tali accordi individuali si riflettono di solito all’interno di una Policy aziendale, ovvero la cornice all’interno del quale vengono definite le linee guida generali del lavoro agile.
Le Policy per esempio definiscono in che modo viene regolata la flessibilità del lavoro e l’alternanza in ufficio, andando a determinare:
- numero di giornate in smart working
- dotazione tecnologica
- dipendenti coinvolti
- la disconnessione, tempi di riposo ed esercizio dei poteri datoriali
DALL’ECCEZIONE ALLA NORMALITÀ
L’emergenza pandemica ha costretto aziende e lavoratori che non ci avevano mai provato prima a misurarsi con lo smart working.
L’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano stima in 4 milioni gli attuali lavoratori agili, che erano 8 milioni nelle fasi più dure del Covid ma solo 500mila prima della pandemia.
La legge numero 81 del 2017 rimane il punto di riferimento e lascia ampio spazio per l’accordo individuale.
IL RUOLO DELLA MOBILITÀ
Il tema della mobilità, in questa fase di grande trasformazione dell’organizzazione di lavoro, ha un peso determinante.
Leggi Anche: Come lo smart working cambierà per sempre la mobilità aziendale
Aziende e lavoratori hanno sperimentato quanto i viaggi (sia gli spostamenti casa-lavoro sia le trasferte) impattano a livello economico e di tempo.
Le persone faranno investimenti più sul servizio della mobilità che sulla proprietà del mezzo di trasporto. Andiamo verso una destrutturazione della mobilità, anche in virtù di orari più flessibili. L’intermobilità sarà la regola.
FOLLOW US
Per rimanere sempre aggiornato seguici sul canale Telegram ufficiale e Google News. Iscriviti alla nostra Newsletter per non perderti le ultime novità di Fleet Magazine.