Sonnolenza in auto: ecco come comportarsi e i rischi da non correre
La sonnolenza in auto è un pericolo troppo trascurato. Ecco come comportarsi per evitare rischi e arrivare a destinazione senza pericoli per la sicurezza.
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La sonnolenza in auto è un killer silenzioso. Spesso non se ne parla, ma si tratta di una delle prime cause di gravi incidenti stradali e, in alcuni casi, può nascondere una vera e propria patologia, l’OSAS, ovvero le Apnee Ostruttive del Sonno.
I dati parlano chiaro: l‘eccessiva sonnolenza in auto costituisce, in media, la causa o la concausa di un incidente stradale su 5 e, visto che comporta una perdita parziale e completa dei riflessi, è una delle principali cause di incidenti mortali in autostrada. E il pericolo aumenta, in particolare, durante la notte.
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QUALI SONO LE CONSEGUENZE DELLA SONNOLENZA IN AUTO?
La sonnolenza, infatti, altera le capacità di reazione. “Ho visto il pericolo ma non sono riuscito a frenare”: questa è la tipica frase di chi ha fatto un incidente per il sonno. La transizione tra veglia e sonno, spesso, spinge gli automobilisti a dire: “ce la faccio” ma a quel punto, ormai, le funzioni alla guida sono alterate.
Solitamente, secondo le statistiche la maggiore propensione ad addormentarsi si ha tra le 3 e le 6 del mattino e nel primo pomeriggio. E il sonno, naturalmente, dipende anche dall’età.
OSAS E IMPLICAZIONI SULLA PATENTE
La sonnolenza in auto può avere implicazioni anche sulla patente di guida dei driver aziendali e, in generale, degli automobilisti. Esiste, infatti, una direttiva europea (2014/85) che ha stabilito per il conducente in cui si sospetti una sindrome da apnea ostruttiva notturna moderata (da 15 a 29 apnee all’ora) o grave (oltre 30 apnee all’ora) l’obbligo di “un consulto medico approfondito prima dell’emissione o del rinnovo della patente“.
Quest’ultima “può essere rilasciata ai richiedenti o conducenti con sindrome da apnea ostruttiva notturna moderata o grave che dimostrano un adeguato controllo della propria condizione, il rispetto delle cure adeguate e il miglioramento della sonnolenza, confermato dal parere di un medico autorizzato”. Inoltre, i driver in cura sono “soggetti a un esame medico periodico“, a intervalli che, per chi guida l’auto per lavoro, non devono superare l’anno.
La patente non si perde, ma il conducente affetto da OSAS deve dimostrare di eseguire delle cure per proteggere la sua sicurezza al volante e soprattutto la sua vita.
La diagnosi di OSAS avviene attraverso l’esame della sonnografia. La terapia più diffusa? E’ l’applicazione della Cpap, una mascherina facciale che, collegata a una macchina, consente una costante ventilazione nel sonno per evitare la chiusura delle vie respiratorie. Le cure hanno effetto immediato.
COSA FARE PER EVITARE IL COLPO DI SONNO
Riassumiamo qui alcuni consigli per evitare la sonnolenza in auto:
- Evitare il più possibile la guida di notte
- Non bere alcolici e prestare attenzione ai farmaci
- Fermarsi ai primi sintomi di sonnolenza: bruciore agli occhi, sbadigli, difficoltà a concentrarsi, sforzi per mantenere la traiettoria
- Fare un sonnellino breve e prima di ripartire bere un caffè, tenendo conto che l’effetto di una tazzina dura circa un’ora.
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IL RUOLO DEGLI ADAS
Ci sono poi Adas, come i sistemi di monitoraggio del conducente, che aiutano a migliorare la sicurezza dell’auto, andando a controllare continuamente alcune azioni (potenzialmente pericolose) del driver. Ciò consente di valutare lo stile di guida di chi si trova al volante e avvisarlo nel caso in cui qualche atteggiamento mettesse in pericolo la sua incolumità e quella di chi lo circonda.
I cosiddetti DMS, attraverso l’utilizzo di sensori e telecamere, rilevano continuamente il livello di attenzione di chi si trova alla guida e intervengono in caso di pericolo. Per esempio, l’auto può vibrare o emettere un avviso sonoro nel caso in cui si chiudano gli occhi per stanchezza.
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