Stazioni di rifornimento per l’idrogeno: ecco dove saranno
Grazie al Pnrr verrano realizzati in Italia diversi progetti di stazioni per il rifornimento di idrogeno, ecco dove si trovano.
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Grazie ai fondi stanziati dal Pnrr presto dovremmo veder sorgere sul suolo italiano diverse stazioni di rifornimento per l’idrogeno. Il ministero dei Trasporti ha infatti pubblicato la graduatoria dei progetti ammessi al finanziamento pubblico, che mette in campo 189 milioni milioni di euro.
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DOVE SONO LE STAZIONI DI RIFORNIMENTO PER L’IDROGENO IN ITALIA
La maggior parte dei progetti proposti è sito al Nord Italia – tra Veneto e Trentino Alto-Adige – senza dimenticare la Capitale e le grandi città del centro-sud, a partire da Arezzo, poi Bari, Taranto e Avezzano, Lamezia Terme (Catanzaro), per la Sardegna c’è Sestu (Cagliari).
Con 88,59 punti in graduatori e 5,75 milioni di euro di finanziamento, il primo progetto, realizzato da Eni, è quello di Mestre (Venezia). Con 10 milioni la concessionaria autostradale Milano Serravale ha in programma una stazione tra Carugate Est e Ovest e un’altra a Tortona in provincia di Alessandria (oltre 5 milioni). L’Autostrada del Brennero ha invece proposte per Vipiteno, Verona, Lavis Est e Ovest (in totale 15 milioni di euro).
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Eni utilizzerà invece i fondi per Taranto e San Donato Milanese, mentre Snam ha avuto accesso a 17 milioni con 8 progetti: Torrazza Piemonte (Torino), Arquata Scrivia (Alessandria), Belforte Ovada (Alessandria), Avezzano (L’Aquila), Limena (Padova), Torre d’Isola (Pavia), Bari e Monselice (Padova).
Il commento dell’Associazione Italiana Idrogeno (H2IT)
“Siamo soddisfatti che il Governo abbia ascoltato le istanze del settore idrogeno italiano e abbia dato fiducia al suo potenziale di crescita – ha dichiarato Alberto Dossi, Presidente di H2IT – Lo sviluppo di una rete di stazioni di rifornimento è essenziale per permettere all’idrogeno di dare un contributo decisivo al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione del sistema italiano. Investire nell’infrastruttura è di importanza strategica perché abilita lo sviluppo della mobilità idrogeno e di tutta la sua supply chain, che sarà sinergica con i progetti di Hydrogen Valleys“.
“In Europa si sta già puntando su questo vettore da anni, con alcuni Paesi pionieri, come ad esempio la Germania, che rappresentano un modello d’avanguardia nell’innovazione e nella transizione energetica. Ora siamo sulla giusta strada per recuperare il divario con questi Paesi. Sotto questo profilo, la decisione del Ministero di finanziare i primi 36 progetti, per le aziende attive nel comparto idrogeno, rappresenta una pietra miliare – e conclude Dossi – La filiera è giovane ma altamente tecnologica, innovativa e da anni sta investendo ingenti risorse sui progetti idrogeno e sullo sviluppo delle competenze e delle tecnologie, scommettendo con la pianificazione di questi investimenti industriali nel futuro della mobilità a idrogeno in Italia.”
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