Test Drive Mazda CX-60 Diesel, così il mild hybrid “salva” il gasolio
Prestazioni notevoli, ma consumi ridotti con una media di 4,8 litri su 100 km. Non male per un motore grande come il 3.3 diesel e-SkyActiv D da 200 CV della Mazda CX-60, che vuole dire a tutti che sì, per il diesel c'è ancora spazio.
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Dopo aver debuttato con la motorizzazione plug-in hybrid che la rende la più potente di sempre per il marchio, la Mazda CX-60 amplia la sua offerta con il notore 3.3 diesel e-SkyActiv D, sia con l’alto di gamma da 249 CV sia con il più razionale da 200 CV, proprio quello della nostra prova.
Un motore grande e potente, una rarità nel panorama moderno, con cui il costruttore nipponico dice la sua, e dice che c’è ancora spazio per un diesel efficiente abbinato a un’auto che continua a dimostrarsi comoda e piacevole da guidare.
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PRIMA LA TAKUMI, ORA LA HOMURA
Nel nostro precedente test drive della Mazda CX-60, quella ibrida, l’allestimento era l’elegante Takumi. Per il diesel invece avevamo l’Homura, che pur mantenendosi ben ricercato e curato, ha un aspetto ben più sportivo.
Ovviamente il design dell’auto è identico, sia nelle proporzioni che nelle dimensioni, sempre molto importanti e con un’estetica imponente data dal cofano lungo, che arretra l’abitacolo; e il frontale alto e verticale.
I dettagli diversi dell’allestimento riguardano i cerchi e altri dettagli in nero lucido, come le calotte dei retrovisori esterni, la cornice della grande griglia, e anche la cromatura brunita delle targhette sopra i passaruota, che indicano la motorizzazione.
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SEMPRE PIACEVOLE DA ABITARE
Più evidenti i cambiamenti all’interno dell’abitacolo. Si abbandonano i diversi trattamenti dei tessuti e del legno tipici della Takumi, e che omaggia l’artigianato tradizionale nipponico, in favore di un ambiente più minimalista e sportivo.
Tutto è rivestito in pelle, con cuciture a contrasto in bronzo molto piacevoli. Gli inserti in legno lasciali spazio all’alluminio ben rifinito, che ricopre i pannelli porta e il tunnel centrale.
L’impostazione è la medesima, con numerosi vani porta oggetto e l’ampia possibilità di personalizzazione, con il sistema in grado di basare sedile e volante a seconda dell’altezza del passeggero. Rimane poi la compatibilità wireless a CarPlay e Android Auto, e l’uso touch di questi due sistemi, ma solo ad auto ferma.
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PER LE DIMENSIONI IL CONSUMO È OTTIMO
Il vero cambiamento è ovviamente nel motore, che rimane elettrificato con un sistema a 48 Volt e uno sviluppo che per Mazda ha forse lo stesso significato che ebbe l’introduzione dell’e-SkyActiv X introdotto con la Mazda 3 e la Mazda CX-30, il famoso “benzina che consuma come un diesel“.
Ho avuto modo di provarli entrambi. Il 249 CV – versione per l’Italia, quello per l’Europa è leggermente più potente – segna comunque buoni consumi, ma è pensato per chi cerca più emozione e più piacere di guida, a scapito dei consumi leggermente più alti.
Il 200 CV è il compromesso giusto “da car policy“, o comunque da chi vuole il meglio delle due cose. Il piacere di guida infatti è intaccato, perché l’accelerazione c’è e questo nonostante il peso che rimane importante; così come un po’ di emozione, perché se si decide di premere sull’acceleratore il sound non è niente male, e non nasconde la cilindrata importante di questo ottimo propulsore (3283 cc se vogliamo essere pignoli).
Così l’auto, che certo non è una sportiva, ha un comportamento egregio alla guida, sia perché tiene bene la strada senza mai l’effetto “ribaltamento” in curva che danno ancora molti SUV, sia perché gode di uno sterzo sufficientemente preciso; sia perché è fluida. Il cambio automatico a 8 rapporti si è impuntato solo una volta, e solo in un contesto molto complicato, ma per il resto tiene i giri sempre bassi facendo sì che, tra l’altro, l’auto ad alte velocità sia particolarmente silenziosa – solo i sistemi ADAS hanno dei suoni un po’ fastidiosi.
E qui emergo i consumi: per il 200 CV Mazda dichiara 5 litri su 100 km; la mia media è stata intorno ai 4,8 litri. Il che dimostra che l’elettrificazione non è certo un nemico, e anzi può aiutare a mantenere le motorizzazioni più tradizionali, e apprezzate da chi macina km, e anche a mantenere motori di cilindrate più alte.
Infatti, il merito dei consumi così bassi, anche in città, è che in fase di decelerazione l’auto spegne sempre il motore termico, anche sopra i 50 km/h, facendo sì che si recuperi energia, e che non ci siano consumi in una delle fasi più critiche di una vettura endotermica.
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PREZZI E CANONI
Mazda CX-60 parte da 53.120 € per il 3.3 diesel e-SkyActiv D 200 CV in allestimento Prime Line. Per la Homura dela prova si arriva a 59.270 €, mentre la top di gamma Takumi costa 60.770 €, sempre per il 200 CV.
Il noleggio con Mazda Rent per la CX-60 e-SkyActiv D 200 CV allestimento Exclusive Line + Convenience & Sound Pack ha un canone di 530 € mensili per 36 mesi o 45.000 km, e anticipo di 5.000 €.
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