7 giorni con la nuova Jeep Cherokee: il Test Drive del Suv a stelle e strisce da 195 CV
Un nome storico, un modello innovativo (Jeep Cherokee), oggi ridisegnato, potenziato, per driver più esigenti. E approvato dai Fleet Manager per la sicurezza all-inclusive, il cambio automatico e la trazione 4x2. Ecco il diario dei nostri 7 giorni al volante della nuova Jeep Cherokee.
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COMFORT DI VIAGGIO
Giovedì
Ok, anche se ci sono i paddle al volante, il cambio della nuova Jeep Cherokee è tranquillo, per niente sportivo. Anzi, a volte se lo stuzzichi inserendo manualmente le marce si indigna e nel display centrale compare il messaggio “manovra non consentita”. E te ne devi fare una ragione. Meglio lasciarlo in “D” e godersi l’abbondanza di coppia a disposizione.
Sì, perché il Multijet è generoso, in questo senso. Però ruba la scena con la sua ruvidità nelle accelerazioni e tra i 1.500 e i 3.000 giri alle basse andature: non mi sarei aspettato questa invadenza, considerato il livello di isolamento dell’abitacolo dal mondo esterno. E la cura usata nell’insonorizzare anche il vano motore, nel quale salta all’occhio il grande coperchio imbottito montato sul propulsore.
Detto questo, la nuova Jeep Cherokee 2019 resta una stradista molto comoda. Anzi, la sua dote migliore è proprio la marcia autostradale a velocità di codice, alla quale non si rilevano vibrazioni, né frequenze fastidiose. 2.000 giri/minuto, niente fruscii, posizione di guida molto confortevole, perché ampiamente personalizzabile. Io l’ho scelta alta, ma con il piano di seduta orizzontale, il volante ravvicinato e il supporto lombare più sostenuto nella parte inferiore. Non sportiva, ma riposante.
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