Tolleranza zero su alcol e smartphone: ecco cosa vuole l’Ue per ridurre gli incidenti
Il Parlamento europeo ha approvato il quadro strategico in materia di sicurezza stradale 2021-2030. La prossime tappe verso l'obiettivo "zero vittime" sono tolleranza zero su alcolici e telefonini, ma anche limiti a 30 km/h e investimenti per le infrastrutture.
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Tolleranza zero su alcol, smartphone e una nuova stretta ai limiti di velocità. Ecco come l’Unione Europea sta pensando di muoversi e accelerare la corsa verso l’obiettivo 2030 per ridurre gli incidenti e dimezzare le vittime della strada.
Il 6 ottobre il Parlamento europeo ha approvato il testo sul piano strategico per la sicurezza stradale 2021-2030. Ogni anno, sottolineano, sono circa 22.700 le persone che perdono ancora la vita sulle strade dell’UE. Altre 120 mila rimangono gravemente ferite.
UN COSTO SOCIALE ED ECONOMICO INACCETTABILE
L’allarme lanciato da Strasburgo è chiaro: negli ultimi anni i progressi per ridurre il tasso di mortalità stradale si sono praticamente arrestati. Di conseguenza, l’obiettivo di dimezzare il numero delle vittime della strada preventivato tra il 2010 e il 2020 non è stato raggiunto.
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Le cifre presentate “rappresentano un prezzo umano e sociale inaccettabile per i cittadini“, ma non solo: “I costi esterni degli incidenti stradali nell’UE rappresentano circa il 2 % del suo PIL annuo“.
LA TECNOLOGIA NEMICA DELLA SICUREZZA
La tecnologia, si evince dal report, non è sempre amica della sicurezza. Dispositivi mobili, infotainment, connessione diventano oggi la sfida dell’automazione, con un enorme impatto sulla salute delle strada. Questo è vero soprattutto per gli utenti vulnerabili, ovvero motociclisti (il 17 % del totale delle vittime della strada), ciclisti e pedoni.
Secondo Ue, infatti, i principali beneficiari del miglioramento della sicurezza dei veicoli sono gli automobilisti, che guidano vetture sempre più affidabili ma anche più veloci. “Il peso, la potenza e la velocità massima delle autovetture nuove vendute nell’UE stanno aumentando, il che comporta rischi maggiori“, avvertono.
IL NODO INFRASTRUTTURE: BISOGNA INVESTIRE
Secondo uno studio della Commissione, soltanto l’8 % dei decessi avviene sulle autostrade. Il 37 % ha luogo nelle zone urbane e il 54 % sulle strade extraurbane. Servono quindi nuovi investimenti e manutenzione delle infrastrutture esistenti per tutto il loro ciclo di vita.
Una valutazione proattiva della rete stradale, sottolineano, è necessaria per poter indirizzare i finanziamenti. Il Parlamento Ue quindi “invita gli Stati membri e la Commissione a dare priorità agli investimenti che apportano i maggiori vantaggi in termini di sicurezza stradale, prestando, in via prioritaria, un’attenzione particolare agli interventi nelle zone più soggette a incidenti, compresi investimenti nella manutenzione delle infrastrutture esistenti e nella costruzione di nuove infrastrutture laddove necessario“.
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LE TAPPE VERSO L’OBIETTIVO “ZERO VITTIME”
La dichiarazione di La Valletta approvata dai Paesi Ue pone due obiettivi fondamentali. Uno a lungo termine, che mira ad avvicinarsi all’azzeramento del numero di vittime e di feriti gravi sulle strade entro il 2050; uno a medio termine, per ridurre del 50 % il numero di morti e di feriti gravi entro il 2030.
Sempre secondo uno studio della Commissione, il 25 % circa dei decessi sulle strade è da imputare all’alcol, mentre la droga lo è nel 15 % dei casi. Anche a fronte del fatto che l’ultima modifica al ribasso del tasso massimo di alcolemia consentito risale al 2001 (in Italia, all’art. 186 del Codice della strada), la strada che l’Ue dovrebbe battere è quella della tolleranza zero per la guida in stato di ebbrezza.
MESSA AL BANDO LA VELOCITÀ
In linea con l’approccio del “sistema sicuro” per tutti i tipi di strada, l’Ue rimarca la necessità di imporre nuovi limiti di velocità. 30 km/ora (di cui ci siamo già occupati qui su Fleet Magazine), quindi, nelle zone residenziali e in quelle con un numero elevato di ciclisti e di pedoni.
Resta la possibilità di applicare limiti più elevati nelle principali arterie stradali, a patto che si preveda un’adeguata protezione degli utenti vulnerabili.
CELLULARE ALLA GUIDA? SANZIONI NON BASTANO
Un altro 10-30% degli incidenti è causato dall’utilizzo di un telefono cellulare, o di altri dispositivi elettronici, durante la guida. Le sanzioni, quindi, spiega Ue devono essere “efficaci, proporzionate e dissuasive” e dovrebbero comprendere “sanzioni non finanziarie“.
Per ovviare al problema, il Parlamento europeo presenta la possibilità di introdurre l’obbligo di dotare i dispositivi mobili ed elettronici (come smartphone e tablet) di una “modalità di guida sicura” e l’installazione standard di altri strumenti tecnologici per ridurre le distrazioni durante la guida.
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