Usato e noleggio come salvezza per le elettriche europee?
Nel contesto del Fit For 55 le preoccupazioni non mancano, tra quelle razionali e quelle catastrofiche. E se alcune vanno prese in considerazione, a "contrastare" le auto cinesi potrebbero essere l'usato e forse anche il noleggio.
In questo articolo
Tra i punti più controversi della transizione energetica europea c’è il timore di favorire le vetture cinesi, con conseguente affossamento e, nei casi più allarmisti, estinzione dell’industria automobilistica europea.
Per quanto sia presto per fare previsioni, trovandoci noi in una fase assai delicata e ancora completamente nuova, questi timori non sono da sottovalutare e sono perfettamente comprensibili, ma all’orizzonte potrebbero già esserci dei rimedi.
Leggi Anche: Il nuovo mondo alla conquista dei chip
IL MERCATO DELL’USATO (ELETTRICO)
Quasi correlato alla paura di un affossamento dell’industria europea c’è quello dell’ “effetto Cuba”, portato avanti da molti degli europarlamentari che si sono dichiarati contrari al Fit For 55.
Per “effetto Cuba” si intende una situazione paragonabile a quella dell’isola caraibica, rimasta in un contesto che vede nel 2022 circolare vetture risalenti agli anni Cinquanta e Sessanta. Uno scenario quasi apocalittico – spesso motivo di turismo sull’isola – che in alcuni paesi europei come l’Italia si tradurrebbe in un invecchiamento repentino e sempre più grave del parco auto.
Il Fit For 55, infatti, prevede che dal 2035 non potranno essere più vendute auto nuove a benzina, diesel o gas, ma permette la vendita dell’usato e la circolazione delle stesse. Il timore è che i cittadini europei con meno possibilità economiche, non potendo permettersi un’auto elettrica, ricorrano all’usato endotermico a quel punto molto vecchio.
Tuttavia, ci sono due fattori da considerare. Il primo è che seppur lentamente il prezzo medio di un’elettrica si sta abbassando, soprattutto in termini di canone di noleggio. È un aspetto che approfondiremo tra poco, ma la direzione del mercato va proprio verso quella parte, anche tra i privati.
Il secondo è che sicuramente l’usato avrà un suo peso, come del resto lo ha anche oggi a causa dell’assenza di prodotto e dell’aumento del listino generale di tutte le auto, ma nel 2035 ci sarà un mercato usato elettrico piuttosto importante.
Abbiamo visto, in un articolo dedicato, che le auto elettriche usate hanno prezzi decisamente convenienti (tantissime sotto i 20.000 €, ma tante anche sotto i 10.000 €), e se al momento le auto più abbordabili sono le prime elettriche veramente di massa, come la Renault Zoe, la prima Leaf, la Smart elettrica o in qualche caso la prima 500e (quella del 2008, pensata solo per gli USA ma importata anche in Italia), verosimilmente tra 5 anni la situazione sarà molto diversa, e includerà anche auto come la Twingo E-Tech, la Smart EQ, la stessa Nuova 500 elettrica o city car come Opel Corsa-e e Peugeot e-208.
I cittadini europei, insomma, vedendo prezzi dell’usato elettrico favorevoli, e costatando batterie ancora perfettamente funzionanti – molte delle attuali elettriche usate hanno intorno ai 10 anni e ancora più del 90% della capacità della batteria), potrebbero dirigersi su questa scelta “patriottica”, evitando quindi di approcciarsi ai costruttori cinesi che al momento sul listino del nuovo sono avvantaggiati in termini di rapporto prezzo e prestazioni.
Leggi Anche: L’usato da noleggio è il più ambito
IL NOLEGGIO È DEMOCRATICO?
Un altro punto a favore degli europei potrebbe essere il noleggio. In primis perché è ormai una formula consolidata in Europa, sempre più apprezzata anche dai privati e con player europei, spesso rappresentati dalle captive delle stesse aziende, che nel tempo hanno affinato la loro offerta rendendola competitiva.
Leasys e Drivalia, Arval, ALD Automotive e Leaseplan e tutti gli altri attori del noleggio ormai hanno pacchetti di offerte sempre più personalizzabili e flessibili, che vanno incontro tanto al giovane che ha appena iniziato a lavorare, e quindi manca di una grande disponibilità economica, quanto al più adulto che invece ha sempre meno voglia di stare dietro alla vettura e alla sua manutenzione. Senza contare che, a proposito di giovani, quello dell’auto non è più un concetto di possesso ma di utilizzo, ben più pragmatico.
Questo lo sa bene Lynk & Co, produttore che potrebbe essere visto come il cinese che mette in crisi gli altri con la sua “membership” senza impegno, a 550 € all inclusive, ma che rappresenta un unicum, perché è così che il marchio ha deciso di porsi nel settore.
Gli altri cinesi, al momento, non sembrano godere di un particolare successo nel mondo del noleggio.
Al momento, sono 10 i paesi europei dove i marchi cinesi sono più “importanti”, come segnala Dataforce: Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Norvegia, Spagna, Svezia e Regno Unito.
Andando ad analizzare i dati di Dataforce, la crescita del 2022 rispetto al 2021, in molti casi si parla di crescita a doppia cifra: in Italia Aiways e Lynk & Co sono cresciute rispettivamente del 63,38 e del 62,20%, in Germania gli stessi brand del 92,01 e del 40,29%, in Danimarca MG e Polestar del 26,18 e 43,72%.
Bisogna tuttavia prendere questi dati come si prendevano le crescite “esponenziali” delle auto elettriche negli scorsi anni: se parti da numeri molto bassi, è facile avere crescite alte, ma i numeri rimangono bassi. Sul totale, infatti, ancora si parla di 0,X, ovvero di quote piuttosto basse.
I risultati che Aiways e Maxus, grazie alle operazioni di Koelliker, stanno ottenendo in Italia, quelli di Polestar nei mercati nordici, e di MG nel Regno Unito, però, sono da osservare e ci dicono che anche sul noleggio i cinesi saranno da tenere d’occhio.
Ma non da temere. Il noleggio, infatti, potrebbe rendere democratica anche l’auto elettrica, perché con le formule pensate spesso non senza problematiche interne da produttori e operatori del mercato, in alcuni casi si riduce o addirittura annulla il gap con le cinesi.
In un contesto di questo tipo e auspicandoci come è normale che sia che il prezzo delle elettriche dovrebbe scendere ogni anno, non è da escludere che noleggio e soprattutto usato potrebbero farsi “salvatori” dell’auto elettrica made in Europe. Ma questo, comunque, resta ancora tutto da vedere.
IL COMMENTO DI SALVATORE SALADINO
Al fine di approfondire ulteriormente la questione per una visione il più possibile completa, abbiamo chiesto un commento a Salvatore Saladino, Country Manager di Dataforce.
“Finora solo la Cina ha avuto un percorso virtuoso di riduzione del prezzo delle elettriche fino a diventare il 33% più basso di quello di una corrispondente vettura a benzina. Al contrario in Europa il prezzo delle elettriche è superiore in media del 27% rispetto al termico e il punto di pareggio non è affatto vicino da raggiungere” – ha dichiarato Saladino.
“Quindi, nel medio termine, la gran parte dei consumatori che oggi in Europa non può accedere all’auto elettrica verrà salvata dall’offerta cinese più che dal noleggio o dall’usato, anche sotto le mentite spoglie di marchi europei che europei non sono più. La salvezza dell’industria automobilistica europea invece non si realizzerà attraverso barriere e protezionismo ma attraverso accordi, condivisione di piattaforme e, in ultima istanza, con la cessione in mani cinesi, le stesse che hanno da tempo comprato tutta la politica europea”.
***
CONTINUA A LEGGERE SU FLEETMAGAZINE.COM
Per rimanere sempre aggiornato seguici sul canale Telegram ufficiale e Google News.
Iscriviti alla nostra Newsletter per non perderti le ultime novità di Fleet Magazine.