Siamo verso la fine della pandemia?
Catalogna, Danimarca, Francia, Paesi Bassi, Regno Unito e Svezia hanno rimosso quasi completamente le restrizioni, in molti casi anche l'utilizzo del Green Pass: sono decisioni prese nonostante i contagi alti, ma la situazione sotto controllo delle terapie intensive. La vaccinazione sembra aver ridimensionato gli effetti del virus: siamo quindi alla fine della pandemia?
In questo articolo
Almeno in Europa, i dati e le azioni dei governi sembrano far intravedere la fine della pandemia: dalla Francia alla Danimarca, numerosi sono i Paesi europei che in questi giorni hanno rimosso o stanno rimuovendo le varie restrizioni.
Omicron, infatti, è da molti esperti (compreso Hans Kluge, direttore OMS in Europa) considerata la variante che trasformerà la situazione attuale da pandemica a endemica, e anche se non mancheranno nuove varianti sembra essere quasi certo che il Vecchio Continente sia finalmente uscito da una situazione che che dura ormai da due anni.
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NO, OMICRON NON SARÀ L’ULTIMA VARIANTE
Freniamo subito l’entusiasmo: Omicron non sarà l’ultima variante di Covid-19 con cui dobbiamo fare i conti, e questo fa capire che (come volevasi dimostrare) la situazione è ben più complessa di quello che è.
Secondo Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore dell’OMS, è possibile tracciare diversi scenari sull’evoluzione della pandemia, ma è pericoloso presumere che Omicron sarà l’ultima variante o che siamo alla fine. Al contrario, a livello globale ci sono condizioni ideali per l’emergere di più varianti, motivo per cui per cambiare il corso della situazione pandemica serve cambiare tali condizioni.
Anche per questo la situazione favorevole riguarda quasi esclusivamente l’Europa, continente che ha quasi raggiunto il 70% di popolazione vaccinata.
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I PAESI CHE NE SONO GIÀ “FUORI”
DANIMARCA
“Addio alle restrizioni e benvenuti alla vita come la conoscevamo prima del Coronavirus!“: con queste parole Mette Frederiksen, Primo Ministro della Danimarca, ha annunciato la revoca di quasi tutte le restrizioni attive nel Paese, e questo nonostante ci sia ancora un alto tasso di contagi.
Dal 1 febbraio 2022, in Danimarca è stato abbandonato il pass sanitario e l’obbligo della mascherina, decisione avvenuta seguendo tre criteri: il minor pericolo di Omicron, l’alto tasso di vaccinazione raggiunto dal Paese (la quasi totalità della popolazione) e il margine operativo ancora a disposizione negli Ospedali.
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FRANCIA
Dal 2 febbraio 2022 anche in Francia si assiste alla rimozione di gran parte delle restrizioni, e questo nonostante i contagi ancora alti.
In Francia sono state tolte le mascherine all’aperto, e tolti i limiti di presenze nelle sale dei concerti e agli eventi sportivi. Il lavoro da casa non è più obbligatorio, ma “solo” raccomandato, mentre dal 16 febbraio 2022 è prevista anche la riapertura dei nightclub chiusi da dicembre.
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PAESI BASSI
Come la monarchia scandinava anche quella olandese ha rimosso le severe restrizioni adottate durante le vacanze di fine anno.
Nei Paesi Bassi riaprono quindi bar, ristoranti e luoghi culturali, e anche se i casi di contaminazione stanno ancora aumentando, non sono al punto da saturare i servizi ospedalieri. A differenza della Danimarca, però, il pass sanitario è sempre richiesto per le attività sociali.
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REGNO UNITO
Riapre anche il Regno Unito guidato da un sempre più compromesso Boris Johnson. Il Paese non ha mai conosciuto restrizioni particolarmente leggere con Omicron, ma dal 27 Gennaio 2022 ha scelto abbandonare la maggior parte delle restrizioni, abbandonando il green pass e lasciando la mascherina solo sui mezzi pubblici.
La decisione è stata presa in seguito a un calo di ricoveri e contagi che va avanti da inizio anno – sebbene sia ancora ad alti livelli.
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SPAGNA (CATALOGNA)
Nella sola provincia semi-autonoma della Catalogna le restrizioni sono state fondamentalmente rimosse. Il governo catalano è stato sempre severo con le restrizioni, ma ha ritenuto che il pass sanitario richiesto da novembre per bar, ristoranti e palazzetti dello sport non servisse a nulla contro la contagiosità di Omicron.
Barcellona ha quindi “scommesso” sulla convivenza con il Covid, al pari di quanto si fa con l’influenza. Tuttavia, al momento le discoteche rimangono chiuse.
SVEZIA
Un altro Paese che ha sempre avuto un approccio molto diverso con la Pandemia è la Svezia: ricordiamo tutti che, nella prima ondata, la monarchia scandinava aveva il più alto tasso di mortalità in Europa in rapporto alla popolazione, per non aver preso neanche una misura restrittiva.
Le restrizioni, a Stoccolma, sono sempre state molto poche, e con Omicron fondamentalmente non ci sono state. Il green pass è infatti richiesto solo per entrare nel Paese e per eventi al chiuso, come i concerti, ma per il resto non serve per andare a mangiare fuori o per utilizzare i mezzi pubblici, così come la mascherina.
VIAGGI PIÙ SEMPLICI
Che l’Europa si avvii verso una situazione endemica lo dimostra anche la nuova “riforma” sui viaggi, che ha ridimensionato il ruolo delle mappe colorate.
Da febbraio 2022, infatti, per muoversi all’interno del territorio dell’Unione è sufficiente avere un Green Pass europeo, che si ottiene con la vaccinazione, l’avvenuta guarigione o un tampone (molecolare entro 48 ore prima, rapido entro 24).
Resta però a discrezione dei singoli Paesi decidere quando far entrare in vigore la nuova normativa. Per avere informazioni complete e sempre aggiornate sui regolamenti in ingresso e in uscita di ogni singolo paese, la cosa migliore è consultare viaggiaresicuri.it, il sito dell’Unità di crisi della Farnesina dedicato ai viaggiatori e alla loro sicurezza.
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LA SITUAZIONE ITALIANA
In Italia la situazione non è ancora chiara. Come anche la nostra redazione ha potuto sperimentare, tra dicembre 2021 e inizio gennaio 2022 c’è stato un vertiginoso aumento dei contagi, soprattutto da variante Omicron.
Quello che si è visto – e che poi ha spinto i nostri vicini a rimuovere le restrizioni – è che Omicron per i vaccinati presenta sintomi paragonabili a un’influenza, e ha per questo permesso di mantenere sotto controllo la situazione nelle terapie intensive e il numero dei morti, con una percentuale ben più bassa rispetto a tutte le altre ondate.
Anche per questo, molti governatori si sono uniti per chiedere al governo Draghi di rimuovere le restrizioni e la suddivisione in zone colorate, che vede gran parte dell’Italia in zona gialla con conseguente limitazione, per esempio, agli accessi a teatri e cinema; o addirittura in arancione.
Al momento in cui scriviamo, ancora non è stata presa una decisione. È probabile però, vista la discesa delle contaminazioni, che anche l’Italia si allinei alla vicina Francia e alle altre nazioni europee che hanno tolto le restrizioni, anche per permettere una migliore stagione turistica nel 2022, dopo un 2020 e un 2021 particolarmente disastrosi.
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