Weekend on the Road “in” Ascoli Piceno, tra fritto misto e ricariche elettriche
In questo articolo
- IN VIAGGIO DA MILANO AD ASCOLI PICENO CON TESLA
- VISITARE ASCOLI PICENO
- 5 COSE DA VEDERE AD ASCOLI PICENO
- Piazza Arringo
- Piazza del Popolo
- Piazza Ventidio Basso
- Ponte Augusteo
- Teatro romano
- 5 COSE DA MANGIARE (E BERE) AD ASCOLI PICENO
- L'Oliva ascolana
- Il Fritto misto
- L'Anisetta Meletti
- Il Sugo all'ascolana
- I vini
La regione Marche è stata l’ottava tra quelle italiane a prevedere una forma di esenzione dal bollo auto per le vetture ibride, sia con dotazioni elettriche che ad idrogeno. Anche per questo motivo ho scelto di visitare Ascoli Piceno, una delle perle marchigiane, per il mio primo Weekend on the Road a zero emissioni. Zero zero, perché non è di un’ibrida che si parla, bensì di una delle regine del 100% elettrico: Tesla Model X.
Potremmo parlare dello spazio e della comodità nell’abitacolo, o di quella sorta di monolocale che si ritrova al posto del bagagliaio (con un discreto vano anche nel cofano, merito del fatto che il motore elettrico è in posizione centrale), del fascino delle portiere posteriori a Falcon Wings o dell’accelerazione spaventosa simile a quella di una Supercar. Potremmo, ma il vero nucleo centrale di questo Test Drive vacanziero è uno solo: l’autonomia delle motore elettrico.
IN VIAGGIO DA MILANO AD ASCOLI PICENO CON TESLA
Fino a pochi mesi fa, era impensabile affrontare un viaggio da Milano fino al centro Italia a bordo di un’auto elettrica. Sebbene gli ostacoli da superare per la diffusione totale degli EV nel nostro paese siano ancora numerosi, il progressivo aumento dell’autonomia delle batterie elettriche e la crescita delle infrastrutture di ricarica stanno iniziando a permettere anche grossi spostamenti.
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Certo, quando poi si ha a disposizione un esemplare uscito dalle fabbriche Tesla tutto viene più semplice. Innanzitutto perché il navigatore, ma chiamiamolo pure tranquillamente computer di bordo, ti suggerisce al momento dell’impostazione il percorso migliore non solo in base a distanza e traffico, ma anche calcolando l’autonomia delle batterie e la disposizione delle colonnine di ricarica, onde evitare di rimanere a piedi, distanti Chilometri dalla prima presa di corrente.
A tal proposito, due notizie interessanti. La prima è la crescita del numero di stazioni Supercharger a marchio Tesla in Italia (qui potete trovare la mappa completa). Per dire, sulla strada di questo Weekend on The Road, tenendo conto che l’autonomia di Model X si aggira intorno ai 500 km ( il numero preciso dipende dal numero di dispositivi utilizzati in viaggio, che possono prosciugare la batteria più velocemente) si può fare il pieno di energia a Melegnano, un “rabbocco” tra Carpi e Modena e una nuova ricarica a Fano, per arrivare tranquilli fino ad Ascoli Piceno.
Tempi di ricarica? Con la Supercharger in 20 minuti si assicurano circa 200 km. Giusto per fare un raffronto, con la classica presa di casa in una notte intera si mettono nelle batterie solo 100 km. Per tutti gli account Tesla i primi 400 Kw/h all’anno sono gratis, poi il pagamento avviene da remoto, su una carta di credito associata al profilo al momento della registrazione.
La seconda notizia riguarda i quasi 250mila euro investiti dalle Marche nella mobilità elettrica. Uno sforzo che dovrebbe garantire punti di ricarica super veloce in tutti i capoluoghi di provincia e nelle principali città costiere. Il progetto è spiegato nel dettaglio sul sito ufficiale della regione.
VISITARE ASCOLI PICENO
Comprendo il fatto che non tutti andranno a visitare Ascoli Piceno a bordo di una Tesla, quindi ecco il tragitto più semplice.
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Partendo dalla A1, a Bologna si prende lo svincolo per la A14 e poi tutto dritto fino all’uscita Ascoli/San Benedetto del Tronto. Facile, no? Superata l’autostrada, dopo una trentina di Chilometri di tangenziale in direzione Ascoli, la soluzione migliore è quella di uscire ad Ascoli Centro e parcheggiare a Porta Torricella. Costa un po’, però è a due passi dal centro e contemporaneamente praticamente all’uscita della tangenziale. In ogni caso, se si vuole tentare la sorte occorre ricordare come il parcheggio nelle strade di una cittadina di queste dimensioni è sempre un problema.
5 COSE DA VEDERE AD ASCOLI PICENO
I sambenedettesi, per prendere in giro i “cugini” dell’entro terra, sono soliti dire che ad Ascoli – o per meglio dire “in” Ascoli – ci siano solo “dù piazze e ‘na via”. Le piazze in questione sono Piazza del Popolo e Piazza Arringo, vera e propria porta di accesso al centro arrivando da Est, che in effetti costituiscono la tradizionale passeggiata di ascolani e turisti insieme – per l’appunto – alla strada che le collega. Anche se qualche autoctono poco orgoglioso, sotto sotto, un pochino dà loro ragione, in realtà c’è molto altro da vedere se intendete visitare Ascoli Piceno.
Le dimensioni contenute del centro storico permettono di girarlo in un tranquillo pomeriggio ad andatura rilassata. Se poi il pomeriggio in questione, come successo a me, è a cavallo di Ferragosto, con la città svuotata e riversata in massa verso le spiagge di San Benedetto del Tronto o Porto d’Ascoli, la pace e la calma vi sembreranno irreali. Per chi è abituato al caos e alla modernità delle grandi metropoli, ogni angolo girato può riservare una sorpresa: un palazzo, un giardino, anche solo un vicolo capace di proiettare indietro di qualche secolo.
In ogni caso, ecco cinque luoghi di interesse da non perdere se intendete fare una gita ad Ascoli (sì, ci sono anche le dù piazze):
Piazza Arringo
Come detto prima, arrivando dalla tangenziale (e subito dopo aver parcheggiato) sarà lei ad accogliervi insieme alla sua “inquilina” più ingombrante: la cattedrale di Sant’Emidio, il patrono della città. Si tratta della piazza più antica di Ascoli Piceno, di origine medievale, all’epoca centro nevralgico della vita ascolana e sede delle assemblee cittadine (da qui il nome). Una volta, al centro della piazza trovava posto un olmo, sostituite oggi da due fontane in travertino e bronzo. Un suggerimento: moderazione nel bere l’acqua che sgorga, soprattutto se non amate le temperature glaciali.
Piazza del Popolo
La più famosa e celebrata, il simbolo della città che, a sua volta, ne ospita un altro. Una specie di matriosca in travertino, insomma. Piazza del Popolo è posta esattamente all’incrocio di cardine e decumano dell’urbanistica di derivazione romana, ossia corso Mazzini e via del Trivio. Lo stile qui è prettamente rinascimentale, per una piazza che, onestamente, risulta essere una delle più belle d’italia. A dominare la scena è la chiesa di San Francesco, mentre sui “lati lunghi” del rettangolo che forma la piazza, oltre al Palazzo dei Capitani trovano posto negozi, bar, caffè e friggitorie che la fanno diventare il “salotto cittadino”.
Uno di questi, il Caffè Meletti, ha dato vita e nome a una delle specialità gastronomiche più apprezzate a livello locale e internazionale: l’Anisetta (tranquilli, ne parleremo dopo). Che sia quello o un altro punto di ristoro, vale la pena di sedersi ai tavolini per osservare la vita scorrere in piazza per qualche ora con in mano una tazzina o un bicchierino.
Piazza Ventidio Basso
In ordine di importanza potremmo chiamarla la “terza piazza”. L’origine è recente, se pensate che ancora oggi le immagini di Google Maps ci mostrano quello che – a tutti gli effetti – sembra essere un parcheggio. Oggi invece l’asfalto è stato sostituito dal marmo, per un risultato gradevole e meno battuto rispetto ad altri punti di interesse più inflazionati. Una caratteristica unica è la presenza di ben due chiese: quella di San Pietro Martire e quella dei Santi Vincenzo e Anastasio, dalla caratteristica facciata a “quadrettoni”.
Ponte Augusteo
Ascoli Piceno si trova in una valle, circondata su tre lati dal fiume Tronto e dal torrente Castellano. Ognuno dei 5 ponti che permettono di raggiungere il centro dalla periferia ha il suo perché, ma noi consigliamo quello Augusteo. Si raggiunge da Piazza Ventidio Basso attraverso via Solestà, e offre un panorama vivamente sconsigliato a chi soffre di vertigini. Sempre in zona, un’occhiata discretamente lunga la merita anche il Forte Malatesta.
Teatro romano
Rimanendo in tema di vestigia romane, l’ultimo punto della nostra passeggiata è l’auditorium, posto all’estremo confine occidentale del centro storico. Addossato sul fianco di un colle, per facilitarne la costruzione, è stato scoperto di recente (un’ottantina di anni fa) e vale la pena di essere visitato non solo per l’importanza storica e culturale, ma anche per l’ambiente collinare che lo sovrasta, ricco di verde e scorci da favola.
5 COSE DA MANGIARE (E BERE) AD ASCOLI PICENO
Il cibo, come in ogni località dello Stivale, la fa da padrone anche ad Ascoli Piceno. Rispetto ad altre località, la città marchigiana può fregiarsi di ben due creazioni conosciute davvero ovunque. Ecci la Top 5 per deliziare – oltre agli occhi – anche la lingua e lo stomaco:
L’Oliva ascolana
Sua maestà, l’Oliva. Per esperienza personale, ciò che gli ascolani sostengono di fronte a tutto il resto del mondo è vero: se non l’hai mangiata lì, non l’hai mai mangiata. Personalmente, prima di visitare Ascoli Piceno non avevo un gran rapporto con questa specialità che, a Milano, è tipica dell’aperitivo. Non la odiavo, ma nemmeno ne andavo matto.Ora, ne sono innamorato.
Oliva ascolana che non è solo ripiena di carne, impanata e fritta, ma volendo anche capace di produrre un olio da bruschette di Serie A. Provare (e ingrassare, felici) per credere.
Il Fritto misto
Parliamoci chiaro, se potessero (e non è detto che non possano) gli ascolani friggerebbero qualsiasi cosa. Il problema per il fegato di chi non ci è abituato è che lo friggono anche benissimo. Impossibile resistere. Il fritto misto ascolano è una tradizione incrollabile. Verso Natale le mamme, le zie e nei casi più fortunati le nonne iniziano a preparare porzioni da sopravvivenza all’inverno russo, alcune che vengono consumate durante le festività e altre che vengono congelate e smaltite durante l’anno, spesso fino al 5 agosto, giorno della festa patronale di Sant’Emidio.
Da cosa è composto il fritto misto ascolano? Oltre alle olive, trovano posto anche: i cremini, crema pasticcera fatta solidificare, tagliata a dadini e fritta (non ha mezze misure, o si ama o si odia, personalmente si ama); le costolette d’agnello, segno di come il Vegan sia ancora qualcosa di oscuro da queste parti; zucchine e carciofi, che sì vengono fatti in Italia un po’ ovunque, ma che qui sono solo impanati, non pastellati. Nel caso vogliate cimentarvi, ecco qualche dritta utile nella preparazione del fritto ascolano.
L’Anisetta Meletti
L’abbiamo anticipata prima. Si tratta di un liquore a base di anice, ideale conclusione del pasto non esattamente leggerissimo elencato prima. E se l’ha apprezzata gente del calibro di Ernest Hemingway, un motivo ci sarà.
Il Sugo all’ascolana
Immancabili le olive, insieme a Tonno e Pomodoro. Da provare con i Bucatini.
I vini
Per gli amanti del rosso, il Piceno Superiore è quasi d’obbligo, mentre sui vini bianchi il consiglio va sul Falerio dei Colli Ascolani, sul Passerina e sul Pecorino. In ogni caso, comunque, occhio ad aspettare un bel po’ (cogliendo l’occasione per farsi un altro giro del centro) prima di riprendere in mano la Tesla Model X.