Guida autonoma, prospettive future tra etica e legge
Volvo Car Italia ha organizzato un incontro con Guido Calabresi e Enrico Al Mureden per capire quali saranno gli sviluppi della guida autonoma, anche da un punto di vista etico e giuridico.
In questo articolo
Controversa e dibattuta, la guida autonoma è (o potrebbe essere) il prossimo step evolutivo della tecnica automobilistica. Di certo cambierà le regole della mobilità, anche da un punto di vista etico e giuridico.
In quest’ottica Volvo ha da poco promosso la funzione di Ride Pilot di guida autonoma autostradale vera e propria per i primi clienti in California. La stessa Casa automobilista ha però voluto organizzare un incontro per discutere delle prospettive future di questa tecnologia.
L’INCONTRO AL VOLVO STUDIO MILANO
Per prepararsi all’automazione e dare uno sguardo alle prospettive furute, Volvo Car Italia ha chiamato a raccolta Guido Calabresi, professore emerito della facoltà di giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Yale, ed Enrico Al Mureden, docente di Diritto Civile e di Product Safety, Product Liability and Automotive presso l’Università degli Studi di Bologna.
I due autori del libro Driverless cars hanno parlato dell’applicazione dell’intelligenza artificiale alla mobilità stradale, fra etica, diritto e sviluppo di prodotto insieme a Gian Luca Pellegrini, Direttore di Quattroruote, e Michele Crisci, Presidente Volvo Car Italia. L’incontro presso il Volvo Studio Milano il 13 gennaio.
Leggi Anche: A che punto siamo con l’auto a guida autonoma?
ELETTRICO O AUTONOMO?
I tempi non favoriscono investimenti, ma sembra esserci un maggior interesse per l’elettrico. Perché? “Credo che l’inserimento nel contesto sociale sia fondamentale per la guida autonoma. L’elettrico è stato smarcato, la guida autonoma si deve ancora inserire“, spiega Michele Crisci, Presidente Volvo Car Italia.
Le grandi innovazioni, come la guida autonoma, devono quindi essere recepite sia a livello giuridico, sia sociale. La sicurezza, per esempio, gioca un grande ruolo. Proprio Crisci fa l’esempio dell’ABS, inizialmente rifiutato perché “troppo” innovativo.
“Da un punto di vista tecnologico ci siamo. Noi stiamo iniziando i test in California per la guida autonoma avanzata. Il problema non è quello tecnico, ma la coesistenza con il parco circolante attuale. Ci vorrà molto tempo per inserire la guida autonoma in un sistema aperto, come una strada cittadina“, conclude Crisci.
Leggi Anche: Quali sono gli ADAS più utili in città.
QUALI SONO I LIVELLI DELLA GUIDA AUTONOMA?
Enrico Al Mureden specifica: “La totale autonomia è un livello al quale giungeremo dopo una grande transizione“. L’automobile che viene a prenderci, o il van che fa le consegne da solo, quindi, sono ben lontani.
Gli ADAS, di cui abbiamo spesso parlato, sono i primi due Livelli di guida autonoma. Cruise control adattivo, frenata automatica, invece si inseriscono nel Livello 3.
Possiamo poi avere il Livello 4 e 5, totalmente o quasi automatizzato. Ciò che ci impedisce di sfruttarli appieno è la giurisprudenza, non ancora sufficientemente avanzata in tal senso. C’è poi il problema di ordine pratico, ossia la convivenza con i sistemi già esistenti.
Leggi Anche: Quali sono e cosa indicano i Livelli di guida autonoma.
L’analogia, ancora una volta, è con le auto elettriche. Oggi sono sempre più forti le spinte verso l’elettrificazione, ma le infrastrutture arrancano. È possibile che nei prossimi anni saranno sempre più le colonnine disponibili, ma per il momento è un disincentivo alla transizione.
Lo stesso con la guida autonoma. È già tecnicamente possibile, ma potremo sfruttare la tecnologia quando lo sarà anche da un punto di vista giuridico e infrastrutturale.
SICUREZZA E GUIDA AUTONOMA
“La guida autonoma è fatta per non sbagliare“, spiega Crisci. L’aspetto positivo di questa tecnologia, spiegano all’unanimità gli ospiti del Volvo Studio Milano, è la possibilità di ridurre gli incidenti dovuti alla distrazione.
“Quando abbiamo introdotto la frenata automatica abbiamo abbattuto del 50% anno dopo anno il fatturato dei cofani, perché le auto non tamponavano“, sottolinea lo stesso Crisci.
La tecnologia, però, dovrebbe essere chiamata a scegliere. Il paradigma più diffuso è quello della scelta tra due bambini o una persona anziana: in caso di emergenza, l’auto con guida autonoma chi salverebbe?
Leggi Anche: La prima colonnina fast charge di Volvo a Milano.
LA RESPONSABILITÀ DELL’AUTO A GUIDA AUTONOMA
“La nostra giurisprudenza, da più di 50 anni, assicura la responsabilità al proprietario e al conducente del veicolo“, spiega Al Mureden. “Ci potremmo spostare sulla responsabilità del prodotto, è un’idea. Oppure lasciare tutto com’è, perché la responsabilità secondo la legge è del proprietario anche per problemi tecnici del veicolo“.
La giurisprudenza a livello teorico, quindi, potrebbe restare così com’è? Forse no, sottolinea Al Mureden. “Bisognerebbe trovare un sistema di responsabilità che permetta al danneggiato di essere sempre risarcito, superando la regola del proprietario.
Il costruttore dovrebbe fidarsi così tanto della sicurezza della propria guida autonoma da prendersi la responsabilità economica del risarcimento delle vittime. Deve cambiare la responsabilità civile”, conclude.
FOLLOW US
Per rimanere sempre aggiornato seguici sul canale Telegram ufficiale e Google News. Iscriviti alla nostra Newsletter per non perderti le ultime novità di Fleet Magazine.