Come sta cambiando il welfare aziendale dopo l’avvento del Covid?
Anche con la pandemia il welfare aziendale si conferma un aspetto essenziale e imprescindibile. Ovviamente, però, le restrizioni del Covid hanno cambiato le carte in tavola: ecco quanto emerso dall’Osservatorio Welfare di Edenred.
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Come sta cambiando il welfare aziendale dopo l’avvento del Covid? La domanda sorge spontanea, visto che la quotidianità dei dipendenti, con la riduzione all’osso delle trasferte e lo smart working, si è radicamente rivoluzionata, abbracciando una “nuova normalità”.
Per avere una visione “scientifica” sul tema, pubblichiamo alcuni dati dell’Osservatorio Welfare di Edenred, resi noti nelle scorse settimane. La prima notizia, confermata da Claudia Baitelli, advisor manager e responsabile dell’Osservatorio, è proprio l’importanza del welfare aziendale, che rimane un aspetto imprescindibile in ottica di serenità dei dipendenti. “Le persone hanno consapevolezza dell’utilità del welfare e, in questo contesto, l’auto rimane un benefit di grande interesse” spiega la responsabile dell’Osservatorio.
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COME STA CAMBIANDO IL WELFARE AZIENDALE?
Lo studio di Edenred
L’analisi annuale di Edenred è stata effettuata su un bacino di 500mila utenti e 3mila imprese e si riferisce ai dati del 2020. “Si tratta di statistiche reali sul consumi dei servizi” conferma Claudia Baitelli.
Statistiche che testimoniano come il credito welfare pro capite (per singolo dipendente) sia rimasto in linea con quello del 2019: 850 euro, contro gli 860 euro dell’anno pre-pandemia. A fronte di un Pil calato dell’8,8%. Il ruolo del welfare, dunque, è fondamentale per le aziende: il 76%, infatti, è erogato liberamente dal datore di lavoro, anche se è in crescita la componente contrattata con i sindacati.
Un nuovo welfare aziendale
Rispetto al pre Covid, sta cambiando il peso delle componenti del welfare. “Nel 2020 l’area ricreativa – ad esempio viaggi, abbonamenti in palestra, ecc – si è contratta di diversi punti percentuali, per via delle restrizioni determinate dall’emergenza sanitaria, mentre l’utilizzo dei fringe benefit, in particolare buoni spesa e carburante, è aumentato dal 18% al 30%” analizza Claudia Baitelli.
La crescita del fringe benefit è stata determinata anche dalla spinta del Legislatore, che con il Decreto Agosto ne aveva previsto un raddoppio della “tasca di esenzione fiscale” per il 2020, passando dai canonici 258,23 a 516,46 euro.
Un altro trend fondamentale riguarda le pmi. “Ci siamo resi conto che i consumi sono stati effettuati nel 45% dei casi all’interno di aziende piccole. Dunque, il welfare si sta diffondendo anche all’interno di queste realtà” prosegue la responsabile dell’Osservatorio. Per il resto, il welfare sociale, ovvero la macro-categoria istruzione, previdenza e sanità, continua a recitare la parte del leone, ricoprendo circa il 50% dei volumi di spesa complessivi.
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Il settore della mobilità
Il questo contesto, il 2020 non è stato di certo l’anno migliore per l’auto e, in generale, la mobilità: ovviamente la voce relativa alle spese per gli spostamenti (rimborso di titoli di viaggio per abbonamenti al trasporto pubblico del dipendente o dei familiari a suo carico, acquisto diretto di abbonamenti casa-lavoro) si è contratta. “Ma l’interesse verso l’auto non è calato” conferma Claudia Baitelli, visto che l’automobile si è confermata il mezzo più sicuro per spostarsi dopo l’avvento della pandemia.
Proprio per rispondere alle evoluzioni della mobilità, la stessa Edenred ha lanciato da poco Easy Mobility, un portale multiservizi che supporta le aziende nello sviluppo e nella gestione dei piani di spostamento casa – lavoro. Un’esigenza, quest’ultima, ancora più sentita nell’ambito della “nuova normalità”. (Clicca qui per scaricare il report dell’Osservatorio Welfare di Edenred)
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