Cosa si è detto al World Hydrogen Summit 2023 di Rotterdam
Verso l'idrogeno, sì, ma con attenzione alla sostenibilità: al World Hydrogen Summit 2023 di Rotterdam la via delineata per un mondo a idrogeno guarda a una produzione che sia davvero sostenibile e a basso impatto
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Si è tenuto dal 9 all’11 maggio il World Hydrogen Summit 2023, seconda edizione del convegno mondiale che discute sull’idrogeno e sul suo impiego nell’energia e, più in generale, nella transizione energetica.
La seconda edizione ha visto oltre 8000 partecipanti tra ministri dell’energia, rappresentanti (su tutti Frans Timmermans, vicepresidente della commissione Europea) e amministratori delegati di oltre 100 paesi. L’evento nasce per mettere prima di tutto in contatto le diverse realtà tra di loro e promuovere la nascita di nuove partnership; ma anche per fare importanti annunci e trovare la chiave giusta per lo sviluppo di questo gas.
Approfondisci: Perché non usiamo ancora l’idrogeno?
LA SOSTENIBILITÀ AL PRIMO POSTO
La sostenibilità è stata al centro dei dibatti e delle conferenze dell’evento. L’intera filiera stima che l’idrogeno, e nello specifico la sua produzione, debbano crescere di sette volte per sostenere la transizione energetica di tutto il globo, per il quale rappresenterà il 10% del consumo totale di energia entro il 2050 (per la sola Europa i valori saranno molto più alto).
Ciò significa un aumento della domanda di alluminio, rame, nichel, platino e zinco che servono a supportare le tecnologie dell’idrogeno, in particolare quelle per dar vita all’elettrolisi e, quindi, all’idrogeno verde (sull’elettrolisi e gli altri e-fuel puoi approfondire qui); ma anche per lo stoccaggio del carbonio per l’idrogeno a basse emissioni o per le celle a combustibile dei mezzi di trasporto.
Bisogna quindi stilare un’analisi approfondita dell’impatto di questa intensità, che diventa fondamentale per distribuire l’idrogeno in maniera sostenibile e su larga scala, identificando gli eventuali colli di bottiglia nella fornitura di un materiale critico, i quali potrebbero al contrario essere sfide o ostacoli per tutta la filiera.
Inoltre, c’è la necessità di considerare le sfide più ampie (su tutte, lo stress per l’approvvigionamento idrico) derivate a estrazione e lavorazione dei materiali. Infine, se è vero che l’impronta materiale dell’economia a idrogeno è bassa, è da valutare se i materiali utili all’idrogeno possono servire e competere con la grande domanda di altri settori, come eolico, solare e tecnologie delle batterie.
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LA VIA DI HYVIA
Non è mancato l’automotive al World Hyrdogen Summit, che ha visto infatti anche la partecipazione di Hyvia, la joint venture tra Renault Group e Plug Power. La Losanga aveva già partecipato lo scorso anno, dando modo anche di provare i prodotti a idrogeno.
Quest’anno, allo stand di Hyvia, i visitatori e i partecipanti hanno potuto provare in particolare il Renault Master Van H2-Tech, unico veicolo a idrogeno presente all’evento, con la sua autonomia di oltre 400 km e la possibilità di ricaricarsi in 5 minuti.
La partecipazione a Rotterdam è, del resto, emblematica: Hyvia si sta sviluppando proprio nei Paesi Basi, paese in cui tante aziende – anch’esse presenti all’evento – forniranno servizi di post-vendita per veicoli ad idrogeno, dal rifornimento alla manutenzione allo sviluppo generale dell’infrastruttura.
Hyvia, invece, ha annunciato anche la creazione di Hyvia Financial Services volta al finanziamento di veicoli e stazioni di ricarica a idrogeno, che si espanderà anche nel resto del continente.
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