Le soluzioni di GOcar per aiutare i clienti nella transizione energetica
La nostra intervista a Piero Navone, CEO di GOcar, che ci ha raccontato come la sua società si inserisce nella transizione energetica, e le sue soluzioni di sostegno al cliente a 360°, per una mobilità completa e completamente a basse emissioni.
In questo articolo
Ormai è chiaro che stiamo vivendo un periodo di vera e propria rivoluzione energetica, che ci porterà ad abbandonare i motori endotermici in favore di quelli elettrici, o di altre alimentazioni. Lo ha capito anche GOcar, la società di Noleggio a Lungo Termine che oggi compie 16 anni e che si presenta pronta a supportare clienti e costruttori in questa fase delicata della mobilità.
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Ne abbiamo parlato con il CEO Piero Navone, che ci ha raccontato come si inserisce GOcar in questo contesto e come intende operare, sia nel breve che nel lungo periodo, per aiutare le persone a comprendere le nuove motorizzazioni, e a capire se – e quali – fanno al caso loro.
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GOCAR PER UNA SOSTENIBILITÀ COMPLETA
Creata nel 2005, GOcar conta oggi 16 dipendenti e 5 filiali e gestisce una flotta di 4.000 veicoli in tutto il territorio italiano, distribuiti da una quarantina di agenzie in tutta Italia. Un’azienda in salute, che oggi punta non solo, e non più, a proporre soluzioni di mobilità, ma anche farsi lei stessa fornitrice di mobilità, in primo luogo per sostituire il parco veicoli circolante che, com’è noto, è piuttosto vecchio.
Attualmente ci sono 43 milioni di veicoli, divisi in:
- 38 milioni e mezzo di automobili con età media di 11 anni e mezzo;
- 4,5 milioni di LCV con età media di 13,6 anni;
- Circa 63.000 veicoli per il trasporto persone con età media di 12 anni.
I dati, rilasciati da Unrae, dimostrano un fatto preoccupante, che vede ben 6 veicoli su 10 avere un’età superiore ai dieci anni.
“Vorremmo sensibilizzare tutte le autorità competenti per prendere atto di questi numeri allarmanti. È chiaro che chi ha 60, 70 anni, o chi fa poche percorrenze, non ha necessità di cambiare un veicolo di 10 o 11 anni con 60.000 km, che però ha comunque un forte impatto ambientale. Ecco perché pensiamo che il governo e le istituzioni dovrebbero incentivare anche loro, che spesso non hanno disponibilità sufficienti, a rinnovare il proprio mezzo” – commenta Piero Navone.
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ELETTRIFICAZIONE TOTALE
Basso è invece il numero di veicoli elettrici, seppur in aumento: poco più di 100.000 sono quelli immatricolati; e circa 17.000 le colonnine, tra l’altro non equamente sparse sul territorio. GOcar, quindi, vuole a suo modo incentivare il processo di elettrificazione, prima di tutto con delle soluzioni di mobilità complete.
“Oggi noi dobbiamo pensare che la mobilità si sta sviluppando in una maniera molto rapida e veloce. Attualmente abbiamo dotato una parte delle nostre vetture di un piccolo monopattino elettrico: in questo modo il cliente può parcheggiare l’auto fuori dal centro, dalle mura cittadine, e poi spostarsi nel centro storico sfruttando il piccolo mezzo a due ruote” – continua Navone.
“Abbiamo raggiunto accordi con aziende di noleggio di bici, motorini, e altri piccoli mezzi di locomozione a 0 emissioni, cosa che ci dà possibilità di migliorare l’elettrificazione. Non possiamo passare da 43 milioni di veicoli termici a tutti elettrici in un colpo solo, ma sarà un passaggio graduale e noi lavoriamo per agevolare questa transizione nel modo più semplice e congeniale possibile. Coi nostri partner stiamo lavorando anche all’installazione di colonnine accessibili a tutti, non solo ai nostri clienti.” – spiega il CEO di GOcar.
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PUNTI FONDAMENTALI
Tre, in particolare, sono i valori cari a GOcar, e che utilizza nel suo processo di sostegno all’elettrificazione:
- Sostenibilità ambientale. Ovver, garantire a tutti la sostenibilità e qualità delle risorse naturali, che noi oggi troviamo nell’ambiente in cui viviamo;
- Sostenibilità sociale, per garantire una qualità di vita decente e di approvvigionamento per l’aspetto lavorativo. Se devo sfruttare le risorse umane per fare le batterie, miglioro da una parte ma peggioro dall’altra. Questa sostenibilità comprende anche la garanzia di coefficienza economica per le aziende, senza schiacciarle con norme opprimenti.
- Educazione e formazione.
Quest’ultimo punto è fondamentale: GOcar, infatti, intende capire quali sono le abitudini giornaliere, le esigenze, dell’utente per poi proporgli una soluzione congeniale.
“Sappiamo che ci sono diverse soluzioni, tra Full Hybrid, Plug-in Hybrid e Mild Hybrid: dobbiamo capire quali sono le esigenze del cliente, dove circola e che percorsi fa. Per esempio, una plug-in hybrid è poco adatta a chi si trova spesso fuoriuscire dal traffico cittadino e a percorrere strade extraurbane: in questa circostanza primeggiano ancora i nuovi motori diesel, che impattano meno sensibilmente rispetto a una plug-in scarica” – sostiene Navone.
Lo stesso vale anche per i veicoli merci, in quanto il cambiamento riguarda anche il trasporto cargo. Dal momento che gli LCV elettrici hanno autonomie di 200-250 km, è difficile che faranno percorsi come Venezia-Milano, ma si limiteranno a un contesto più urbano, lasciando ad altre e più nuove soluzioni il compito di trasportare le merci in percorrenze così lunghe.
“Se l’utente è colui che che tutte le mattine mette in moto il suo furgone e da Milano va a Firenze, non possiamo consigliargli un furgone elettrico, ma proporgli un’altra soluzione: non tutti sono (ancora) adatti alla totale elettrificazione” – commenta il fondatore di GOcar. “Un furgone elettrico lo vediamo a chi lavora su un’area più limitata, magari lavora e si muove tra Milano e la Brianza: in questo caso intendiamo fargli provare il furgone elettrico e assisterlo, perché più adatto alla sua mobilità urbana“.
Far conoscere i prodotti è un modo per combattere la paura e la diffidenza. “Queste nascono quando non si conosce: hai paura di ciò che non conosci, diffidi di ciò che non hai mai provato. Ecco perché ci concentriamo sulla formazione e soprattutto sull’affiancamento, facendo ragionare i clienti“ – racconta Navone.
GOcar, infatti, ha di recente avuto modo sia di collaborare con i costruttori (per esempio Ford), aiutandoli a fornire indicazioni e soluzioni che soddisfino al meglio le necessità dei clienti; sia, grazie alle partnership, di avere veicoli PHEV o full electric per farli provare ai clienti.
In più, molto viene fatto dagli stessi dipendenti. “Abbiamo personale interno che ha esperienza con questi veicoli, e può trasferirla per educare sia la nostra rete vendita sia, allo stesso tempo, il nostro cliente. Solo così si può sconfiggere la paura, o la resistenza al cambiamento: i nostri clienti si fidano di ciò che noi diciamo, perché fino ad oggi la soddisfazione è sempre stata ampia” conclude Piero Navone.
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UN FUTURO SOLO ELETTRICO?
Sostenibilità a 360° significa anche tenere le porte aperte all’innovazione. GOcar, in questo, dimostra di credere non solo all’elettrico, ma anche – per esempio – all’idrogeno e ai biocombustibili, che certo sono ancora in fase embrionale e di sviluppo.
Ma certo è che, quando saranno pronti, l’azienda non mancherà di aiutare i propri clienti a provare, toccare con mano, e capire anche queste nuove soluzioni di alimentazione a basso impatto ambientale, nell’ottica di un futuro sempre più carbon neutral.
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