Fornera (Sammontana): “Il lavoro flessibile è uno strumento di smart mobility”
Sammontana interpreta il Fleet e Mobility management nel segno della sostenibilità e del welfare aziendale. Per farlo non esita ad implementare orari di lavoro flessibili per i suoi dipendenti.
In questo articolo
Silvio Fornera è Fleet e Mobility Manager di Sammontana S.p.A, la popolare azienda alimentare toscana. Tre sono gli stabilimenti produttivi, oltre a filiali in tutta Italia:
- Empoli (la sede storica)
- Vinci (Firenze)
- Colognola ai Colli (Verona)
Il parco mezzi è costituito da circa 240 veicoli, di cui 200 noleggio a lungo termine (di cui 15 veicoli commerciali leggeri). Di proprietà dell’azienda sono i veicoli commerciali di media dimensione allestiti con cella frigo.
Il cuore del parco auto a Nlt è costituito dalla forza commerciale, oltre che dalle auto della dirigenza e di alcune figure professionali specifiche. La storia di Silvio Fornera è quella di un Fleet Manager diventato anche Mobility Manager, dopo l’introduzione per legge di questa figura nelle aziende.
DEFINIRE LA CAR LIST
Per definire la car list di Sammontana ci sono 3 pilastri:
- costo del canone
- valore dei consumi
- emissioni di CO2
Attualmente circa il 15% del parco di Sammontana è elettrificato in una qualche misura. “Il trend è in aumento e i risultati sarebbero anche migliori se i ritardi nelle consegne non fossero così importanti”, spiega Fornera.
GLI SPOSTAMENTI CASA-LAVORO
Da Mobility Manager, Silvio Fornera ha curato la redazione dei Piani di Spostamento Casa-Lavoro per tutti gli stabilimenti, sia su Empoli e Vinci sia su Colognola ai Colli, che non rientrava nella casistica che per legge deve dotarsi dei Pscl. “Abbiamo preferito fare così per uniformità e perché si tratta di un percorso che aiuta i nostri piani e progetti generali di sostenibilità. Abbiamo rivolto un sondaggio a tutti i dipendenti tramite un applicativo informatico, sponsorizzando il questionario tramite e-mail e bacheca per avere una adesione alta, che è stata più del 60%, con 512 questionari completati“.
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Per rendere più efficiente il trasporto casa-lavoro, una volta visto come si spostano i dipendenti sono state valutate le opportunità di trasporto presenti (treno, arterie stradali, parcheggi aziendali o pubblici, fermata Tpl) cercando inoltre di migliorare l’accessibilità agli stabilimenti facilitando l’accesso al luogo di lavoro ad esempio attraverso la riorganizzazione dei parcheggi. Fondamentale è stato rendere flessibili gli orari di lavoro.
IL LAVORO FLESSIBILE È UNO STRUMENTO DI SMART MOBILITY
Come spiega il Fleet e Mobility Manager, una timbratura più flessibile, con pausa pranzo elastica che va dalla mezzora alle due ore (possibile per i lavori impiegatizi) permette a chi ne beneficia un migliore equilibrio vita-lavoro, che si riflette anche nella possibilità di usare mezzi alternativi all’auto privata.
Ad esempio si può prendere l’autobus senza preoccuparsi di arrivare 5 minuti in ritardo. Lo smart working stesso è uno strumento di mobilità poiché azzera completamente lo spostamento. Quando terminerà il regime semplificato, valuteremo la possibilità di estenderlo per garantire al dipendente anche questa forma di welfare aziendale.
CAR POOLING E TPL
Un altro modo per facilitare la mobilità sostenibile è incentivare il car pooling, magari con un meccanismo di “gamification”, una competizione bonaria che premi chi condivide l’auto.
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“Dal questionario effettuato, abbiamo scoperto, infatti, che molti dipendenti provengono dagli stessi Comuni o comunque possono condividere una tratta del loro spostamento casa-lavoro. In generale, dal sondaggio è emerso che molti dipendenti cambierebbero le loro abitudini anche solo per rispetto dell’ambiente, una sensibilità non banale”, commenta Fornera.
Progetti che coinvolgono il Trasporto pubblico locale o il “bike to work” (e quindi la costruzione di piste ciclabili) hanno tempistiche e complessità differenti. Conclude Fornera: “Abbiamo contatti con i Comuni per cercare di capire come si stanno muovendo, i rapporti sono ottimi e c’è un dialogo continuo. Uno dei punti principali è migliorare i collegamenti fra le stazioni ferroviarie e gli stabilimenti, distanti a un paio di km”.
L’intervista completa a Silvio Fornera è sul numero 184 di Fleet Magazine.
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