Sicurezza in auto: le buone pratiche da portare in azienda
Quanto è importante gestire la sicurezza per le flotte aziendali? La sicurezza è un tema centrale in azienda, che non riguarda solo le attività produttive. Come ricordato anche nel corso dell’evento “Sicurezza in auto come in ufficio” l’auto aziendale fa parte delle responsabilità del datore di lavoro, che attraverso al figura del RSPP (responsabile del servizio di prevenzione e protezione) ha quindi degli obblighi precisi, secondo la normativa del Testo unico sulla sicurezza sul lavoro. Ma come operare concretamente?
LA CASE HISTORY – Eli Lilly Italia, sede italiana della multinazionale farmaceutica statunitense Eli Lilly & Co, gestisce un parco di 500 auto, guidate per lo più da informatori scientifici del farmaco, su tutto il territorio nazionale. In Eli Lilly la gestione della flotta auto è affidata al Site Services Manager, Paolo Romiti, che si occupa di tutti i servizi generali, dalla posta alla caffetteria, mentre gli aspetti di salute e sicurezza è di competenza del Safety e Security Manager; entrambe le figure fanno capo alla Direzione Risorse Umane. “Pur riportando al Direttore Risorse Umane – spiega Andrea Di Maio, Safety & Security Manager – lavoro a stretto contatto con il nostro Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione, Chiara Ghiglione, ma soprattutto fianco a fianco col Site Services Manager, che è mio collega di scrivania. Io e Paolo siamo a portata di voce e condividiamo quotidianamente tantissime informazioni”.
BUONE PRATICHE – Collaborare insieme per la sicurezza del parco auto dà lo stimolo giusto per porsi obbiettivi ambiziosi: “Negli ultimi due anni siamo riusciti a ridurre del 17% il numero degli incidenti stradali dei nostri informatori scientifici e, di conseguenza a contenere il fenomeno infortunistico. Negli ultimi 12 mesi solo 1 sinistro, peraltro subìto, ha causato conseguenze fortunatamente lievi per la persona coinvolta. Entro il 2020 vogliamo ridurre di un ulteriore 15% – prosegue Di Maio -. Capire quali sono gli incidenti più frequenti ci aiuta a sviluppare azioni di miglioramento specifiche”.
Esistono programmi di sensibilizzazione che promuovono anche piccoli accorgimenti da adottare. “Ad esempio, fermandosi a un semaforo è opportuno rispettare una distanza tale da vedere toccare a terra le ruote posteriori della macchina che ci precede; questo perché in caso di tamponamento si evita di prendere il contro colpo di frusta, e si ha anche la possibilità di sterzare se stiamo per essere colpiti – spiega Di Maio -. Per quanto riguarda l’uso del cellulare alla guida, ovviamente abbiamo il Bluetooth di serie su tutte le auto, ma anche una policy che scoraggia l’uso del telefono alla guida, che è vietato in caso di maltempo e traffico intenso, anche con il vivavoce. È dimostrato, infatti, che la distrazione non deriva solo dalle mani occupate o dalla vista deconcentrata, ma anche e soprattutto dalla distrazione “mentale” (ad esempio durante una conversazione animata)”.
REPORTARE I SINISTRI – Conferma il responsabile del parco auto, Paolo Romiti: “Il mio è un lavoro a stretto contatto con il responsabile della sicurezza. Definiamo insieme sia la gestione dell’operatività quotidiana delle auto sia i progetti speciali come il rinnovo del parco auto, ma anche più banalmente, scegliamo quali accessori di sicurezza e di comfort inserire come dotazione standard delle auto. Raccogliamo i dati dei sinistri e scegliamo come riportarli per capire cosa succede ogni mese, esaminiamo le casistiche principali; a volte chiamiamo direttamente i driver per capire meglio la dinamica e le cause di un incidente. Usiamo costantemente i dati per fare un monitoraggio accurato in maniera preventiva”.