Test Drive Aiways U5: è lei l’auto elettrica più “intelligente” sul mercato?
Design esterno futuristico, interni curati, comodi e spaziosi: Aiways U5 punta sulla comodità e sulla tanta tecnologia che muove ogni aspetto della vettura, per una personalizzazione completa e una guida rilassata.
In questo articolo
In questo articolo vi racconto un’auto un po’ diversa dal solito. Si chiama Aiways U5, ed è il primo SUV importato in Italia dal gruppo Koelliker di questo marchio cinese, nato nel 2017 a Shanghai, il cui nome unisce l’intelligenza artificiale (AI) alla volontà di percorrere le strade (Ways) e, pronunciato, va a ricordare anche “Highways” (‘autostrade’ in inglese), segno della sua vocazione di elettrica che può anche uscire dalla città.
Con una sede europea a Monaco, in Germania, questo SUV nasce da una piattaforma modulare e ha componenti realizzate insieme a colossi assai noti, come Bosch che fornisce il sistema rigenerativo, o CATL, che realizza le batterie.
Un’ aspettativa alta, insomma, ma sarà in grado di rispettarla?
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IL DESIGN HA SOLUZIONI INTELLIGENTI PER RIDURRE IL PESO
La Aiways U5 è composta da un telaio ibrido alluminio/acciaio, che ne riduce il peso e, di conseguenza, i consumi, mentre al contempo migliora le prestazioni.
Certo si fa notare, soprattutto all’anteriore, con i fari irregolari che compongono un unico complesso insieme alle prese d’aria, con un risultato futuristico ma molto pulito, anche grazie al cofano privo di sporcature. Lo stesso vale per il posteriore, anch’esso estraniante e dominato dal grande blocco dei gruppi ottici posteriori.
Il linguaggio stilistico minimale e moderno si rispecchia in linee morbide e forme che evidenziano la volontà di massimizzare l’efficienza. La firma ottica anteriore a L rende il frontale alquanto espressivo, con la griglia nella parte bassa che nasconde lo sportellino dove trova posto la presa di ricarica.
Le fiancate slanciate integrano le maniglie a scomparsa, in tinta con la carrozzeria; al posteriore troviamo uno spoiler più sportivo e una fanalatura che vanta un elemento luminoso che abbraccia il portellone in tutta la sua larghezza.
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GLI INTERNI MI HANNO SORPRESO
Se gli esterni sono estranianti, dentro l’abitacolo è curato, digitale, minimal: è caratterizzato dalle bocchette dell’aria a sviluppo orizzontale che percorrono tutta la plancia e sono rifinite con un motivo lamellare.
Dietro al volante, il cruscotto “a libro” digitale, con tre quadranti personalizzabili nei quali osservare il flusso di energia, i dati di marcia, gli ADAS nonché la proiezione dell’infotainment.
Perno centrale, ovviamente, lo schermo touch da 12,3 pollici sospeso la cui interfaccia è abbastanza fluida e semplice, molto “high tech” nel funzionamento: muovendo il dito si può scegliere la direzione da dare all’aria condizionata, oppure quanto aprire il tettuccio panoramico, e fare un vero e proprio set-up della vettura.
Peccato però per l’assenza di tasti fisici e soprattutto per la scarsità di porte USB, che rendono difficile l’accoppiata ad Apple CarPlay e Android Auto. E peccato anche per i pochi vani porta oggetto: a parte le tasche delle portiere e il pozzetto sotto il tunnel centrale, non c’è molto, nemmeno il cassetto anteriore.
Tanto, invece, lo spazio a bordo, e i “watussi” come chi scrive trovano comodità sia all’anteriore che al posteriore. Il bagagliaio parte da 423 litri, e arriva a 1555 abbattendo il divanetto posteriore. Mi sono piaciuti tanto i materiali che compongono gli interni, con la pelle per sedili e plancia e un mix di risorse diverse che rendono l’ambiente piuttosto raffinato.
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LA GUIDA È SEMPLICE, NON PRESTAZIONALE
La Aiways U5 dispone di un motore elettrico da 150 kW o 204 CV e 310 N/m di coppia, che certo garantisce il tipico scatto di un’elettrica anche se non è la più brillante in tal senso pur avendo un’accelerazione 0-100 in 7 secondi. Tuttavia, le sue anime cambiano molto tra le diverse modalità di guida, e mettendola in sport, oltre a consumare di meno (dato curioso) è anche molto più divertente e scattante. Non la definirei un’auto prestazionale, ma per viaggiare si comporta bene, è silenziosa e grazie ai materiali chiari della nostra prova anche molto luminosa.
Con una batteria da 63 kWh, garantisce circa 400 km di autonomia, che in città rispettando i limiti possono anche salire mentre in autostrada scendono tra i 250 e i 300 a seconda del piede e della velocità. Comunque, inizia ad essere un’elettrica per spostamenti anche lunghi, se si è disposti a scendere il compromesso di qualche pausa in più: in corrente continua accetta potenza fino a 90 kW (in AC invece carica a 11 kW), e ciò significa passare dal 20 all’80% in 35 minuti.
Non la più veloce a ricaricare, ma comunque in percorsi medi come Milano-Rimini, o Milano-Genova non serve fermarsi o serve fare una piccola sosta, senza necessariamente aspettare di arrivare all’80%.
Tre le modalità di guida: Eco, Normal e Sport, che si attivano dall’infotainment insieme alla frenata rigenerativa. Sorprendentemente, nella mia esperienza ho visto che l’autonomia tiene di più in modalità Sport, anche se non so esattamente spiegare il motivo.
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CON GLI ADAS SI POTREBBE FARE DI PIÙ
Non che manchino i sistemi di sicurezza, anzi. Già negli allestimenti base è presente il sistema iDrive, che altri non è che il Cruise Control Adattivo, nonché l’angolo cieco, la frenata automatica d’emergenza e via dicendo.
Ammetto, però, che da un marchio che punta così tanto sull’Intelligenza Artificiale mi aspettavo qualcosina di più. Forse, con qualche aggiornamento, arriverà qualcosa di nuovo.
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