Accenture: a grandi passi verso il “green”
La cultura green, frontiera dell’elettricocompresa, è sempre più spesso parte integrante delle car policy, specie quelle delle grandi aziende. Una testimonianza importante in tal senso arriva da Accenture, multinazionale specializzata in consulenza direzionale, sistemi tecnologici e outsourcing, che gestisce una flotta di circa 3.000 veicoli, tutti acquisiti in noleggio a lungo termine, e negli ultimi anni ha diminuito sensibilmente la media di emissioni del proprio parco auto. “In termini di tipologia di offerta, la nostra flotta è molto ampia – spiegano Luigi Cerri, Responsabile Servizi Generali, e Alvaro Brognara, Procurement Lead dell’azienda -: la car policy è infatti suddivisa in numerose fasce, con una netta distinzione tra quelle degli Executive e dei Senior Executive, che hanno a disposizione un budget a seconda della posizione che occupano e, in base a questo, scelgono autonomamente il modello, e quella dei Consultant, che invece usufruisce di un’offerta standardizzata monomarca e monomodello. Circa il 35% delle vetture sono assegnate a quest’ultima categoria entry-level, mentre le rimanenti sono in dotazione alle altre fasce, per le quali l’auto viene considerata un vero e proprio benefit. La libertà di scelta da parte dei dipendenti, occorre sottolinearlo, determina una certa varietà del parco, ma, allo stesso tempo, assicura una maggiore soddisfazione dei driver”.
IMPEGNO ECOLOGICO – Nonostante il gran numero di modelli presenti in flotta, la car policy di Accenture ha ormai imboccato un’unica direzione: quella del rispetto ambientale. “Attualmente – sottolinea Brognara – il parco dei Consultant ha una media di emissioni di soli 112 g/km di CO2, mentre quello dei cosiddetti Manager and Up non supera i 149 g/km. Livelli che abbiamo intenzione di abbassare ulteriormente, attraverso una serie di strategie che stiamo mettendo in campo e che intendiamo implementare: basti pensare che, già oggi, tra le auto dei Consultant ci sono 102 vetture ad alimentazione alternativa (70 a Gpl e 32 a metano – ndr), ma anche i nostri Executive e Senior Executive hanno scelto modelli ibridi, incentivati sia dall’aumento considerevole dell’offerta sul mercato, sia dai messaggi che periodicamente l’azienda lancia al proprio interno per promuovere la cultura green. Un esempio? Nelle settimane scorse abbiamo esposto nei cortili delle sedi di Milano e Roma biciclette e motociclette elettriche, proprio per sensibilizzare i dipendenti”. La società, però, non intende fermarsi qui. “Stiamo lavorando – proseguono i due manager – per inserire nella car policy soglie di emissioni ben precise e abbiamo già condiviso con il top management un progetto teso a introdurre un pool di auto elettriche per la mobilità cittadina a Milano e Roma. Queste ultime, occorre sottolinearlo, non prenderanno il posto delle auto aziendali, ma integreranno il parco vetture e verranno utilizzate in condivisione dai dipendenti che hanno necessità di effettuare spostamenti in aree urbane. A tale proposito, prevediamo che per noi l’elettrico possa diventare una realtà già dopo l’estate”.
CAR LIST CHIUSA? NO GRAZIE – L’obiettivo primario di Accenture è continuare perseguire la customer satisfaction interna. “I dipendenti – spiega Cerri – hanno a disposizione avanzati strumenti informatici fin dalla fase della preventivazione: per esempio, abbiamo sviluppato con uno dei nostri fornitori un Car Configurator personalizzato, tagliato sulle esigenze della nostra azienda, che consente al dipendente di scegliere l’auto comodamente da casa o dall’ufficio e ricevere il preventivo in tempo reale. Proprio in questi mesi stiamo lavorando per implementare ulteriormente il sistema, attraverso la creazione di un’interfaccia tra il Car Configurator e i sistemi gestionali interni”. La soddisfazione dei driver è però determinata soprattutto dalla decisione di non adottare una car list chiusa. Una scelta singolare, visti i tempi, ma ben ponderata. “Riteniamo – conclude Brognara – che in questo periodo lasciare al dipendente libertà di scelta sia positivo non solo in termini di incentivazione interna, ma anche dal punto di vista economico, perché consente di cogliere e negoziare di volta in volta le migliori opzioni che i nostri fornitori ci offrono, in seguito anche alla competizione che si genera tra i costruttori. In estrema sintesi, diamo massimo risalto alla libera concorrenza tra i vari attori del processo”.