BizTravel Forum 2022: prove di integrazione tra business travel e fleet management
Durante l'evento BizTravel Forum 2022 di Uvet è andata in onda la prima prova di integrazione tra business travel e fleet management
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In occasione del BizTravel Forum 2022 andato in onda – sì, “in onda” perché oltre che dal vivo, al Melià di Milano, ha avuto anche una proiezione in streaming – ieri, dopo il consueto Forum di apertura, e – lasciatemi dire – la consueta istrionica presentazione di Bipop Gresta sull’Hyperloop TT, sul palco dell’hotel milanese sono saliti Alberto Viano, presidente di Aniasa e Ad di LeasePlan Italia, e Michele Crisci, presidente di Unrae e ad di Volvo Italia, assieme a Gianluca Testa, Managing director, Sud Europe, U.K. and European Central Operations di Avis Budget Group e Marco Gioieni, Amministratore delegato di Allianz Partners.
Auto, sempre centrale nei viaggi d’affari
“Da tempo abbiamo pensato che i trasporti giornalieri e il fleet management si debbano congiungere. Anche perché spesso le persone che se ne occupano nelle aziende sono le stesse. Il tutto passa da un visione che abbiamo sempre coltivato nel corso degli anni, per arrivare alla completa gestione end-to-end dei viaggi dei clienti” esordisce così il presidente di Uvet Luca Patané.
Perché anche le Tmc (ovvero le Travel Management Company), come Uvet, si trovano ad affrontare la rivoluzione della mobilità in atto nel mondo aziendale, come sottolineato anche da Michele Crisci: “il mercato sta cambiando pelle naturalmente per i motori, a cui speriamo presto si aggiunga anche l’idrogeno, ma non si deve parlare solo di propulsioni: molto presto i costruttori saranno obbligate a farsi carico di tutto il ciclo produttivo, con responsabilità, anche ESG, per i materiali e per gli iter costruttivi. Ma un’altra rivoluzione arriverà dalla guida autonoma, per la quale siamo ormai già a livello 4: oltre ad azzerare gli incidenti, ciò permetterà di costruire auto più leggere, affrancandosi così dai metalli pesanti. Quindi progettando auto più efficienti”.
Parlando dell’Italia – spiega il numero uno di Unrae – devo purtroppo dire che in Italia non si vendono le auto elettriche (3,6% del totale quest’anno) e le sue vendite sono in discesa, unico paese in Europa… pur essendo cosciente di tutti i problema di questa tecnologia, a partire dalle infrastrutture, non dobbiamo ritirarci in difesa. In particolare la componentistica tricolore. La quale, se non si aggiorna, rischia di scomparire”.
Problema costi
Auto elettriche che “devono essere provate”, per cui si candida Gianluca Testa: “abbiamo lanciato pacchetti tutto compreso per il loro utilizzo con serenità. Ma, anche noi scontiamo il fatto di vedere delle infrastrutture insufficienti: noi di Avis Budget investiamo 10 milioni di euro nelle colonnine, di cui 2,5 in Italia. Anche se non dovremmo farci carico noi di questo. Già scontiamo un assurdo aumento dei prezzi: del 30% quest’anno e del 40% per le prossime sostituzioni. Anche per questa “inflazione” insana, alla mancanza di veicoli e a una buona domanda, i nostri prezzi, per cui il settore si è un po’ lamentato, rimangono necessariamente alti”.
In effetti uno dei problemi per questa tanto sbandierata trasformazione sono i costi, dei veicoli, “ma questo è un problema industriale, perché certamente un’auto alla spina è più facile da progettare che una a motore endotermico” dice Viano, e dell’energia.
Ma sottolinea anche che “questa ad oggi è la tecnologia migliore: è sempre a emissioni 0, perciò è importante costruire un usato per i prossimi anni, e usa l’unica tecnologia auto-rigenerativa, che ricarica con l’uso. Lato noleggiatori devo dire però che questo momento per noi è un grande mal di testa, anche se devo dire, ad esempio, che ormai il 67% dell’ibrido plug-in sul mercato lo facciamo noi. Cercando di spiegare alle aziende di usarlo bene”.
Se le infrastrutture sono un problema, e lo sono soprattutto in Italia, anche le assicurazioni se ne devono occupare: “noi abbiamo chiuso una partnership con free2move per installare le wallbox a casa degli utilizzatori e proposto polizze sempre più flessibili” spiega Gioieni.
Viva l’Italia
Valerio de Molli, managing partner e Amministratore delegato di The European House – Ambrosetti, nel forum di apertura ha snocciolato numeri sul travel e sull’economia italiana, spargendo ottimismo a piene mani per il futuro del settore, e dell’Italia tutta: “Il titolo Sink or Swim è perfetto per lo scenario attuale. Scontiamo 5 fattori di crisi, la pandemia, la guerra, la crisi energetica, la disruption delle catene di approvvigionamento e l’alta inflazione, con il più rapido ciclo di rialzo dei tassi negli ultimi 35 anni, ma l’Italia ha reagito bene. Anzi benissimo. Dallo 0,2% di crescita annua prima del Covid quest’anno siamo tra il +2,9%, secondo la Ue, e il 3,7%, secondo le stime del Governo. Io ritengo che siamo vicini al picco dell’inflazione, con il raffreddamento della domanda. Il costo dei trasporti e dell’energia è cresciuto di dieci volta, ma ora siamo in arretramento”.
La posizione di De Molli è la stessa di Stefano Barrese, responsabile della divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo, collegato in streaming: “I costi sono in discesa. E le imprese italiane sono in un momento di grande attivismo”.
Tra i tanti numeri portati dal numero uno di Ambrosetti, De Molli non nasconde i problemi, “sono 8,8 milioni le famiglie sotto la soglia di povertà, bisogna dirlo e i salari , unico paese in Europa, in 30 anni sono diminuiti, ma gli investimenti, grazie anche al PNRR, la spesa pubblica, il doppio del piano Marshall, e bilancia commerciale stanno andando piuttosto bene. E la voglia d’Italia, dal turismo ai prodotti, stanno andando ottimamente: per gli arrivi siamo già ai livelli pre-pandemia malgrado lo stop di alcuni paesi, tra cui pesa tantissimo la Cina, e quest’anno siamo a +29% di export in tanti settori anno su anno, quasi a quota 700 miliardi”.
La visione del futuro di Bipop
Bipop Gresta, fresco della doppia notizia della quotazione al Nasdaq e dell’alleanza con Leonardo e WeBuild, ha presentato il “suo futuro” che vuole cancellare un’eredità che ci ha bloccato da secoli e che deriva…dall’1,435 metri dei “due culi dei cavalli che tiravano i carri ai tempi dei romani, misura su cui si sono basate le ferrovie dal momento della sua nascita” esordisce così Gresta il quale vuole superare questa “legacy”, con il suo Hyperloop, “che non è solo un mezzo di trasporto bensì uno strumento che può essere utilizzato anche da tecnologie esistenti”. E vetuste. Come le auto, secondo il pensiero di Bipop.
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