Colonnine in autostrada: ecco tutte le regole
L'Autorità di regolazione dei trasporti ha definito “gli schemi dei bandi relativi alle gare cui sono tenuti i concessionari autostradali per gli affidamenti dei servizi di ricarica dei veicoli elettrici”. Ecco quindi le regole per installare le colonnine in autostrada.
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Incentivare l’acquisto di auto elettriche, magari con autonomie sempre più lunghe, non sarà sufficiente finché il nostro Paese non sarà coperto da una rete di infrastrutture di ricarica davvero capillare. Anche per questo – finalmente – l’Autorità di regolazione dei trasporti, o Art, ha emanato una delibera per la “definizione degli schemi dei bandi relativi alle gare cui sono tenuti i concessionari autostradali per gli affidamenti dei servizi di ricarica dei veicoli elettrici”.
Il documento raccoglie le regole che i gestori dovranno rispettare per realizzare le colonnine nelle stazioni di servizio lungo le maggiori autostrade italiane, in linea anche con quanto già anticipato dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato in aprile (dl 201 del 2011).
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LE REGOLE PER LE COLONNINE IN AUTOSTRADA
Per prima cosa, è stata stabilita una potenza minima, corrispondente – per ciascun punto di ricarica – ad almeno 100 kW. Si legge infatti: “L’installazione di punti di ricarica accessibili al pubblico aventi potenza nominale pari ad almeno 100 kW e, in ogni caso, adeguata al prevedibile sviluppo delle capacità di ricarica dei veicoli nell’orizzonte temporale dell’affidamento (da 5 a 12 anni, ndr) e comunque secondo le specifiche tecniche minime pubblicate dal concessionario autostradale“. A questo si affianca la necessaria presenza di “almeno due” fornitori di energia, per rispettare la concorrenza.
SERVIZIO CONTINUO
L’Art ha stabilito che, nelle aree interessate, i servizi di ricarica elettrica dovranno essere “offerti tutti i giorni dell’anno, 24 ore su 24” garantendo “l’assistenza alla clientela almeno da remoto, con possibilità di pronto intervento e prevedendo un numero di punti di ricarica ultraveloce accessibili al pubblico adeguato al livello di traffico circolante sulla carreggiata servita“.
OPERATORI E DEROGHE
Come detto, “per ciascuna area interessata” dovranno essere “presenti almeno due Cpo, assicurando il rispetto del principio di neutralità“, dove per Cpo si intendono Charge Point Operator. Con tuttavia qualche deroga, “In sede di prima attuazione”, il concessionario “garantisce la presenza di un Cpo per ogni area interessata” ma deve procedere con “gli ulteriori affidamenti” entro cinque anni. Quindi, un Cpo subito e il concorrente entro cinque anni. Altra deroga per “ragioni di natura tecnica”.
Per quanto riguarda la riorganizzazione degli spazi delle aree interessate che garantisca agli operatori “pari visibilità, accessibilità e disponibilità di spazio“, dovrà essere garantita dal gestore, così come “la pronta fruizione delle attività commerciali e ristorative da parte degli automobilisti in sosta per il tempo necessario alla ricarica“.
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TARIFFE CHIARE ED EQUE
All’utente dovranno essere offerte “tariffe eque e trasparenti, nonché sistemi che consentano il pagamento immediato, senza registrazione preventiva e senza dover stipulare contratti“.
Sono anche state definiti i livelli minimi di qualità del servizio erogato, sul quale dovrà vigilare (così come sui rapporti tra operatori e concessionari) la stessa Autorità di regolazione dei trasporti.
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