L’intramontabile appeal dell’auto usata diesel
A saltare all’occhio è sempre più l’età del second (e forse third) hand: i trasferimenti netti di vetture con oltre 10 anni di anzianità sono oltre la metà nel I semestre 2023 (50,3%). E sono in aumento tutte le fasce più anziane, con il 12,6% tra i 4 e i 6 anni e il 15,6% fino a 10. A mancare soprattutto l’”usato fresco” delle flotte.
In questo articolo
- Per ogni nuova immatricolazione, acquistate 1,7 auto usate
- Il commento di Unrae
- FM: Al giro di boa del 2023, si è parlato di autoimmatricolazioni in crescita. È possibile un impatto sul mercato dell’usato?
- FM: Ci possiamo aspettare un ritorno alla normalità, soprattutto in termini di prezzi?
- Come leggiamo mix tra auto nuove e auto usate?
- FM: L’interesse è per il diesel.
- FM: E i prezzi?
- FM: Scatta la domanda di rito. L’usato dell’elettrico nel breve termine?
Per i primi sei mesi del 2023 il mercato dell’usato è segnato da una catena di segni positivi (e lo stesso possiamo dire delle performance di luglio, agosto e settembre). I motivi sono ormai noti, la scarsità di prodotto e l’“accaparramento” di usato, le conseguenze invece iniziano ad essere sempre più evidenti, non solo quelle legate ai prezzi.
“Normalmente quando saliva il nuovo, scendeva l’usato e viceversa. Oggi, al contrario, siamo ancora con segno più in entrambi i mercati. La nuova disponibilità di prodotto è legata a ordini di sei mesi, otto, dodici mesi fa – ci spiega il Direttore generale Unrae, Andrea Cardinali – Non siamo di più di fronte ad un fenomeno legato alla domanda, ma all’offerta, cioè al fatto che le catene di fornitura piano piano si stanno ricucendo, ma non del tutto. Quindi l’usato ha vissuto un momento di esplosione, che non è finito”.
Per ogni nuova immatricolazione, acquistate 1,7 auto usate
Sul mercato italiano, nel primo semestre – che è ormai l’unica metrica valida: la volatilità stessa del mercato rende ormai difficile l’interpretazione del dato mese su mese – sono state acquistate complessivamente 1,427 milioni di vetture usate (per ogni nuova immatricolazione sono state acquistate 1,7 auto usate, in diminuzione sull’1,9 del 2022).
Con 852.632 auto nuove, al netto delle minivolture, stiamo parlando di un +12,1% rispetto allo stesso periodo 2022, con un rapporto in leggero calo: per ogni auto nuova ne sono state acquistate 1,7 usate (verso le 1,9 del 1° semestre 2022).
A saltare all’occhio è sempre più l’età del second (forse third) hand: i trasferimenti netti di vetture con oltre 10 anni di anzianità sono oltre la metà nel semestre (50,3%). E sono in aumento tutte le fasce più anziane, con il 12,6% tra i 4 e i 6 anni e il 15,6% fino a 10. A mancare soprattutto l’”usato fresco” delle flotte.
“Sono stati due anni molto, molto particolari, come forse non si sono mai visti. Una scarsità di usato fresco di tutti quei canali, come il noleggio, che si sono trovati a secco – sottolinea lo stesso Cardinali – È mancata quella “via di mezzo” tra la disponibilità per acquistare una vettura nuova e chi, invece, si rivolge proprio alla all’usato super-economico. Di fatto la fatica dei noleggiatori si è riflessa sul mercato”.
Il commento di Unrae
FM: Al giro di boa del 2023, si è parlato di autoimmatricolazioni in crescita. È possibile un impatto sul mercato dell’usato?
Andrea Cardinali, direttore generale Unrae: “In realtà, guardando al primo semestre vediamo livelli storicamente minimi. Emerge chiaramente dal confronto con il 2019, un mercato “normale”, sono solo la metà. Livelli molto a norma, no, non credo che influiranno sull’usato”.
FM: Ci possiamo aspettare un ritorno alla normalità, soprattutto in termini di prezzi?
A.C.: “Quest’anno è difficile fare previsioni, però sarebbe lecito aspettarselo. La curva di deprezzamento si riflette valore dell’asset, non puoi chiedere lo stesso prezzo un usato di quattro anni o di sei. Se questa banalissima legge di mercato è vero, allora nel momento in cui si riequilibra il rapporto fra domanda e offerta, caleranno anche i prezzi. Bisogna però parlare di quale usato, perché ci sono tante incognite su divieti di circolazione, le normative.”
Come leggiamo mix tra auto nuove e auto usate?
A.C.: “Tradizionalmente, più o meno, si vendeva quello che c’eran Nessun disallineamento tra il circolante e il venduto. Trovo abbastanza interessante che, per esempio, si stia vendendo nei primi sei mesi più diesel di quello che, in proporzione, c’è su strada.”
In Italia al 31 dicembre 2022 circolavano 39,27 milioni di auto, il 58% delle quali con un’anzianità superiore ai 10 anni, tra gennaio e giugno 2023 il 50,3% dei trasferimenti netti riguardava proprio questi veicoli.
E mentre le normative si accaniscono sulle emissioni di CO2 del nuovo, è il circolante ad inquinare di più. E con il mercato del nuovo è ai minimi termini, l’impatto ambientale del rinnovo del circolante sarà troppo scarso. Auto che continuano a passare di mano, che emettono CO2 e una serie di inquinanti, ma che dovrebbero anche far riflettere sulla sicurezza.
Nello stesso periodo poi i trasferimenti di auto diesel sono stati il 48% (contro il 39,1% della benzina e quote minime di elettrificate, il 5,1% a fronte di un circolante a fine 2022 al 4% di share). Anziché cambiare, elettrificare come vorrebbe l’Europa, si continuano a rivendere auto che andrebbero bandite. Proprio questa proscrizione potrebbe invece aver portato i prezzi in su.
FM: L’interesse è per il diesel.
A.C.: “Sì, perché secondo me se l’usato diesel ha un suo appeal e, forse, all’avvicinarsi del famoso famoso 2035, con lo stop, potrebbe addirittura aumentare. A quel punto un diesel in buone condizioni può diventare preziosissimo.”
FM: E i prezzi?
A.C.: “Premesso che non sappiamo cosa succederà nel 2035, siamo alla vigilia delle europee. Ma potrebbero anche accadere fenomeni di mercato opposti rispetto a quello che intuitivamente ci si aspetta: un divieto di immatricolazione non è un divieto di compravendita. Soprattutto poi con l’ok all’uso di carburanti alternativi.”
FM: Scatta la domanda di rito. L’usato dell’elettrico nel breve termine?
“Se parliamo di auto con la spina, lei sa meglio di me, l’elettrico puro fa 3 e mezzo per cento del nuovo, sull’usato 0,4%. Non ha ancora raggiunto l’età. Se invece parliamo dell’ibrido, il boom è degli ultimi anni. Adesso iniziamo a parlare del 38%. A breve vedremo”.
Il passaggio all’elettrico pone pressioni specifiche sull’intera catena di fornitura, a partire dal nuovo. Recentemente l’amministratore delegato di Renault, Luca De Meo, ha sottolineato che entro il 2030 solo il 5% delle materie prime per la produzione delle batterie proverrà dall’Europa, già oggi la Cina ha il 56% del mercato globale.
L’avanzata cinese di cui si sente parlare (entrata anche nel mirino della presidente della Commissione von der Leyen che a settembre aveva annunciato “misure investigative adottate dall’Ue in nome della concorrenza leale”) però arriverà anche sul mercato dell’usato, con nuovi OEM senza l’infrastruttura tradizionale necessaria al remarketing e che potrebbero interessare le aziende che negli ultimi due anni hanno visto il proprio business maturare sotto l’influenza della crisi del nuovo.
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