L’Italia è contro l’Euro 7 (e lo stop alle endotermiche)
L'Italia si è detta fortemente contraria al regolamento Euro 7: un obiettivo irrealistico e controproducente, visto anche lo stop già fissato per il 2035 alle vetture endotermiche.
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Italia, Germania, Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria, Romania, Slovacchia e Portogallo si sono seduti al tavolo per discutere della normativa Euro 7 e del conseguente ulteriore taglio agli inquinanti (in particolare si parla di monossido di carbonio, ossidi di azoto e particolato fine) voluti dall’Unione europea.
Il nuovo regolamento vorrebbe imporre all’industria automotive di sviluppare motori più puliti, un investimento che però non durerebbe a lungo, vista la scadenza già fissata al 2035 per lo stop alla produzione di motori endotermici.
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COSA NE PENSA L’ITALIA DELL’EURO 7
L’Italia è però fortemente contraria al regolamento Euro 7, così come altri degli otto Paesi che hanno partecipato all’incontro. Il ministro ceco Martin Kupka ha chiarito che la nuova normativa sarebbe “controproducente ed irrealistica” e che “sarà necessario modificarla nel corso dei prossimi mesi“.
Uno dei tasselli è il prezzo delle auto aderenti alla nuova normativa, che sarebbe troppo alto per i cittadini Ue (così come lo è d’altronde quello delle auto elettriche).
L’opinione della Commissione europea
La Commissione europea è invece di diverso avviso e Sonya Gospodinova, responsabile per il Mercato interno ha chiarito: “Un punto molto importante nella nostra proposta che va considerato è che la precedente normativa Euro 6 era del 2012; da allora, l’industria si è adattata, c’è stata un’evoluzione: le imprese sono ora già molto vicine ai livelli della nuova normativa Euro 7, e la Commissione ne ha tenuto conto quando ha fatto la proposta, che è ambiziosa ma realistica“.
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