Nuova pista ciclabile Milano: al via i lavori, e le polemiche
Al via i lavori per la nuova ciclabile che, passando lungo corso Buenos Aires, collegherà il comune di Sesto San Giovanni al centro di Milano. La pista, che ha già suscitato aspre polemiche, richiederà un ripensamento generale della mobilità della zona.
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I cantieri si sono aperti ieri e proseguiranno per tutto il mese di settembre. Gli operai sono al lavoro per costruire la nuova pista ciclabile che, passando da corso Buenos Aires, collegherà il centro di Milano al comune di Sesto San Giovanni.
Ultimo tratto della nuova pista ciclabile inaugurata in primavera, a lockdown appena concluso, e finalizzata a una ripresa in chiave green (che punta anche sulla mobilità elettrica) del capoluogo lombardo. Il progetto iniziale, però, è stato rivisto. La correzione tuttavia non è bastata a placare le polemiche che fanno eco alle decisioni del sindaco Giuseppe Sala e dell’assessore alla Mobilità Marco Granelli.
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PISTE CICLABILI: UN MODO DI RIPENSARE LA CITTÀ?
Ieri mattina si è compiuto l’ulteriore passo verso la conclusione della “ciclabile delle polemiche” (per dirlo con le parole del Sindaco). Sette chilometri in tutto che, dal confine di Sesto San Giovanni arrivano dritti al centro di Milano, attraverso viale Monza, corso Buenos Aires e corso Venezia. Un progetto ambizioso, per cui non bastano un paio di strisce dipinte sull’asfalto. Per rendere davvero utili e sicure le nuove piste ciclabili è necessario ripensare la mobilità della città.
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La nuova Bike Lane
Si chiama bike lane e consiste in un tratto di corsia situato sulla destra della strada, al fianco delle auto parcheggiate in linea con il marciapiede. Lungo viale Monza, nei tratti dove la strada è larga 10 metri, alle auto parcheggiate spetteranno 2,5 metri, più di 50 centimetri di sicurezza per scendere/salire e aprire lo sportello. La carreggiata, che promette di consentire a due auto di procedere affiancate, occuperà 7,5 metri, che diventeranno quasi la metà in alcuni tratti.
Una soluzione ben diversa da quella avanzata in primavera, quando si immaginavano le biciclette in una corsia centrale. «Una soluzione ideale», secondo l’assessore Granelli, in grado di «rendere viale Monza una strada più sicura per tutti e a dimensione urbana». Attuarla, però, richiederà una revisione a 360° della mobilità della zona: dalle aree previste per la sosta, alle corsie preferenziali, fino ai percorsi dei bus.
La rivoluzione di viale Monza
Nel tratto tra Loreto e via Popoli potrebbero sostare, in linea, 190 veicoli. In realtà, in una normale giornata di lavoro, le auto parcheggiate arrivano a quota 400, sparpagliate un po’ ovunque a spina di pesce. Il nuovo piano dovrebbe far scendere il numero a 318, recuperando stalli nelle vie limitrofe e nella corsia dedicata al bus, che sarà ricollocata.
La micromobilità toglierà spazio ai bus. La corsia preferenziale a loro dedicata, che da via Padova arriva in via Costa, sarà spostata tra via Giacosa e Loreto. Di conseguenza, anche il tragitto della 56 cambierà, mentre via Giacosa entrerà a far parte di una Zona 30 a senso unico, che si espanderà fino all’area tra via Padova e via Rovereto.
“UN PERCORSO PERICOLOSO”
«La maggioranza dei milanesi alla fine sarà con noi» afferma Beppe Sala. Per il momento, però, i colleghi non sembrano affatto dalla sua parte. Dure le parole di Riccardo De Corato, assessore regionale alla Sicurezza, che, definendo quella di viale Monza la “la pista ciclabile più insicura d’Italia” commenta: «si tratta di un percorso pericoloso, […] e che contribuirà a mandare ancora più in tilt il traffico durante la ripresa, creando disagi ai lavoratori e al settore del commercio».
Ben poco collaborativo anche il sindaco di Sesto San Giovanni Roberto Di Stefano che, a quanto pare, non è stato «minimamente interpellato» dalla giunta milanese. E allora, il Comune adiacente il capoluogo ha scelto di lavorare a un proprio progetto alternativo, «una pista che si congiungerà con quella “milanese” e che arriverà fino al confine col capoluogo. Ma noi faremo una pista sicura – continua il Sindaco – con le protezioni previste dalla legge. Un percorso protetto, non certo come quello che stanno pensando di disegnare a Milano, in viale Monza».
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