Quanto costa realmente Euro 7?
La Commissione europea parla di poche centinaia di euro a veicolo, i Costruttori moltiplicano la cifra almeno per quattro. Difficile capire chi abbia ragione, ma c'è una certezza: alla fine a pagare saranno i consumatori.
In questo articolo
Euro 7 è l’ultimo di una serie di standard, identificati con la sigla Euro- seguita da un numero, che vengono introdotti progressivamente dall’Unione Europei per limitare le emissioni dei veicoli.
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QUANTO COSTERÀ L’ADEGUAMENTO A EURO 7
Via via che gli standard diventano più rigorosi, maggiore diventa la difficoltà nel raggiungerli. Soprattutto in un contesto in cui i Costruttori sono già impegnati negli obiettivi di elettrificazione. Tutte cose che hanno un costo.
Costi diretti Euro 7 (costo medio per auto) | Auto a benzina | Auto diesel |
Stime Acea | 1.862 euro | 2.629 euro |
Stime Commissione EU | 184 euro | 446 euro |
Le stime della Commissione europea i costi aggiuntivi per il raggiungimento di Euro 7 sono 184 euro per le auto a benzina e 445 per il diesel.
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ACEA, l’associazione che rappresenta i costruttori di auto europei, cita lo studio “Regulatory costs of Euro 7 – Findings from an industry survey” commissionato a Frontier Economics che moltiplica dalle 4 alle 10 volte i costi stimati dalla Commissione. Addirittura, prevede un incremento di circa 12.000 euro per camion e autobus diesel.
Commenta Anfia, Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica: “Alle criticità già emerse sulle tempistiche di attuazione, sui nuovi target di emissione e sul cambio dei test per i veicoli pesanti, si aggiunge la conferma di un organismo indipendente sui reali costi industriali della proposta Euro 7. Siamo allineati ai numeri presentati dallo Studio commissionato da ACEA, che riteniamo corretto e meritevole di offrire una visione più ampia di tutta la componentistica”.
Ha dichiarato Sigrid de Vries, direttore generale dell’ACEA:
“L’industria automobilistica europea è impegnata a ridurre ulteriormente le emissioni a beneficio del clima, dell’ambiente e della salute. Tuttavia, la proposta Euro 7 semplicemente non è il modo giusto per farlo, in quanto avrebbe un impatto ambientale estremamente basso a un costo estremamente elevato. Grandi benefici per l’ambiente e la salute saranno raggiunti dalla transizione all’elettrificazione, sostituendo allo stesso tempo i veicoli più vecchi sulle strade dell’UE con modelli Euro 6/VI altamente efficienti”.
A quali stime fare affidamento? Difficile dirlo, se non entrando in aspetti tecnici.
Secondo Transport & Environment, associazione di ONG a Bruxelles che promuove il trasporto sostenibile a livello europeo, le stime di ACEA ìsui costi aggiuntivi per l’Euro 7 non sono sufficientemente credibili, ma sarebbero da rivedere al ribasso:
“Uno dei pochi costi chiaramente indicati nel rapporto ACEA sarebbe di quasi mille euro per una tipologia di cambio automatico che non è nemmeno necessaria per soddisfare i requisiti Euro 7 e a cui le case automobilistiche stanno già lavorando comunque, per adeguarsi agli standard di CO2. I produttori di catalizzatori indicano un costo aggiuntivo della tecnologia Euro 7 più vicino alla valutazione della Commissione, nell’ordine delle centinaia di euro”, commenta Transport & Environment.
UN COSTO CHE PAGHERANNO I CONSUMATORI
Le stime di Acea comprendono solo i costi diretti di fabbricazione (attrezzature e investimenti). Questi costi aggiuntivi, avverte Acea, non corrisponderanno ai prezzi d’acquisto per gli utenti finali, che sarebbero probabilmente ancora più alti. Insomma, si prospettano prezzi delle auto nuove ancora in crescita.
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Secondo T&E, invece, i costi sarebbero di poche centinaia di euro (come stimato dalla Commissione europea) per veicolo, alla portata delle case automobilistiche: “Ci teniamo a ricordare che dal 2019 le cinque maggiori case automobilistiche europee hanno più che raddoppiato i loro profitti, portandoli a 64 miliardi di euro l’anno. Non tutti profitti sono stati destinati all’elettrificazione: 27 miliardi di euro sono stati versati agli azionisti. Fondamentale ricordare anche che gli acquirenti di auto nuove si sono dichiarati disposti a pagare fino a 500 euro in più per auto meno inquinanti”.
LA QUESTIONE AMBIENTALE
Ma sarebbe ingiusto derubricare Euro 7 a mero costo. Trattandosi di uno standard ambientale bisogna vedere quali benefici apporterebbe.
- la riduzione dell’inquinamento tossico prodotto dalle automobili
- il miglioramento dell’efficienza della guida che permette di rispettare i limiti di emissione, in particolare garantendo l’applicazione dei limiti di emissione nelle città
- l’aumento del periodo di tempo in cui i limiti di emissione devono essere rispettati nel corso dell’intera durata di vita del veicolo
- la riduzione dell’inquinamento da particolato prodotto da pneumatici e freni
La proposta della Commissione permetterebbe di ridurre l’inquinamento tossico da ossidi di azoto delle automobili di un quarto entro il 2035 e quello dei camion del 40%.
T&E sostiene che la spesa aggiuntiva che si sosterrebbe per l’Euro 7 è sicuramente giustificabile per ridurre il numero di morti e di persone che soffrono di malattie gravi a causa dell’inquinamento atmosferico.
Secondo Acea, invece, le attuali norme Euro 6/VI, l’UE hanno già gli standard più completi e rigorosi per emissioni inquinanti (come NOx e particolato) nel mondo ed Euro 7 avrebbe un impatto ambientale estremamente basso ad un costo estremamente elevato.
La proposta di Anfia
Anfia non si dichiara contraria all’Euro 7. “Ma la proposta, così come presentata ed in considerazione dell’avvenuta approvazione del regolamento CO2 per i veicoli leggeri, deve essere profondamente rivista nel corso del processo di codecisione fra le istituzioni, in quanto rischia di rendere meno competitiva l’offerta a zero emissioni dell’industria automobilistica europea a favore di costruttori extra-UE, mettendo a rischio il posizionamento competitivo della filiera europea e aggravando ulteriormente gli impatti sociali ed economici della transizione”.
Queste le principali proposte di revisione avanzate da ANFIA per quanto riguarda le emissioni dei veicoli (exhaust), oltre alla necessita di coordinare le regolamentazioni sui target di CO2 con la normativa Euro 7:
- prevedere prove di omologazione anche con combustibili rinnovabili;
- prevedere tempistiche attuative coerenti con i processi di certificazione ed omologazione, sia per i costruttori che per i componentisti (in particolare per produttori di sistemi frenanti e pneumatici);
- poiché il regolamento riserva un trattamento impari ad autovetture e furgoni, mantenere, per questi ultimi, la distinzione tra le classi basata sulla massa
- separare le regolamentazioni per i limiti emissivi derivanti dai sistemi frenanti.
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