Se ci fossero più strade il traffico NON diminuirebbe
Più strade creano più traffico, perché più persone sono spinte a prendere l'auto. Inoltre, come spiega il paradosso di Braess, l'apertura di una nuova strada in una rete stradale non implica obbligatoriamente un miglioramento della viabilità, ma anzi può provocare il contrario.
In questo articolo
Quante volte, in coda in tangenziale o in autostrada, abbiamo pensato che servirebbe proprio una quarta corsia o una strada in più per andare più spediti? In realtà si tratta di una percezione fallace. Costruire più strade o allargare quelle esistenti spinge più persone a prendere l’auto.
IL TRAFFICO INDOTTO
Il fenomeno del traffico indotto è la manifestazione nel campo dei trasporti della legge economica dell’induzione della domanda.
Quando la capacità stradale viene aumentata, inizialmente si dispone di più spazio e la congestione viene ridotta, riducendo così anche il tempo di viaggio e il costo. Questo ha come conseguenza anche un aumento della quantità di viaggi effettuati.
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Una nuova strada, più comoda:
- spinge a guidare anche chi prima non lo faceva, perché utilizzava mezzi alternativi per spostarsi o rinunciava al viaggio
- Peggiora le abitudini di coloro che già si mettevano in strada, ad esempio concentrando di più il traffico nelle ore di punta (prima evitate)
Gli effetti possono essere a lungo termine: ad esempio facilitando la scelta di vivere lontano dal proprio luogo di lavoro, confidando di percorrere una strada più lunga in tempi accettabili. In questo senso il traffico indotto è fra i fattori che contribuiscono alla suburbanizzazione.
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Un esempio
Un classico esempio di traffico indotto è stata la costruzione della circonvallazione M25 intorno a Londra (oggi la città più trafficata al mondo) tra la fine degli anni ottanta e l’inizio dei novanta.
Fin dall’apertura fu molto trafficata e nel giro di qualche anno si svilupparono nuove aree residenziali e lavorative nei pressi della M25, che contribuirono a loro volta ad aumentare il traffico.
IL PARADOSSO DI BRAESS
Il paradosso di Braess (dal nome del matematico tedesco Dietrich Braess) dimostra che l’apertura di una nuova strada in una rete stradale non implica obbligatoriamente un miglioramento del traffico, ma anzi può provocare il contrario.
Si tratta di un fenomeno contro intuitivo, così recita il testo del paradosso:
«Per ogni punto di una rete stradale, ci sia dato il numero di automobili in partenza e la loro destinazione. In queste condizioni si vuole stimare la distribuzione del flusso di traffico. Se una strada è preferibile a un’altra dipende non solo dalla qualità della strada, ma anche dalla densità del flusso. Se ogni autista sceglie il percorso che ritiene più favorevole, il tempo di percorrenza risultante non è obbligatoriamente quello minimo. Inoltre, è dimostrabile con un esempio che un’estensione della rete stradale può causare una ridistribuzione del traffico che si traduce in singoli tempi di esecuzione più lunghi»
I veicoli nel traffico, interagendo fra loro, danno luogo a comportamenti collettivi ma senza che ci sia cooperazione fra loro. Quindi, cercando ognuno per sé il percorso più breve, possono in realtà fare aumentare i tempi di percorrenza.
LE SOLUZIONI
Non è necessario né desiderabile rimanere alle strade di cent’anni fa. Il punto è che la gestione del traffico è molto più complessa di quanto non la percepisca il singolo automobilista e non esistono soluzioni semplici e popolari.
Rinunciare ad (alcune) strade
Sembra strano, ma si può anche dire di no. Un recente esempio che ha fatto molto discutere a livello europeo è quello di Leonore Gewessler la ministra verde della mobilità in Austria che ha bloccato un megaprogetto ventennale di costruzione di tunnel e nuove strade nella Lobau (parco naturale nei pressi di Vienna), supportata da attivisti ambientali.
Aumentare il prezzo del viaggio
Il traffico indotto può essere contenuto – e la strada rimanere quindi scorrevole – se il costo del viaggio aumenta, quindi scoraggiando molti a prendere l’automobile. Alcune modalità sono l’aumento dei costi di parcheggio o di ingresso in determinate aree o di pedaggio.
Inoltre la destinazione di parte del nuovo spazio stradale a utenze particolari, come trasporto pubblico e piste ciclabili può incoraggiare altre modalità di trasporto.
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