Industria Italiana Autobus, l’erede di Bredamenarinibus, è tornata leader del mercato italiano
Dopo anni difficili, BredaMenarinibus (ora Industria Italiana Autobus) annulla le perdite e torna leader del mercato autobus italiano, con il 52%, guardando a un futuro fatto di elettrico a batterie e idrogeno.
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IIA è forse una sigla ancora poco conosciuta: sta per Industria Italiana Autobus, ed è l’azienda che raccoglie l’eredità di BredaMenarinibus, oggi tornata leader del mercato italiano per la produzione di autobus.
Un’azienda che riafferma la sua importanza, che dopo molti anni di turbolenze gode di un periodo tra i più floridi della sua storia, e che è in grado di accogliere le nuove sfide della mobilità.
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LA RINASCITA DI BREDAMENARINI SOTTO IIA
BredaMenarinibus rappresenta il simbolo della meccanica bolognese, a sua volta la fusione tra la Menarini e altre realtà del capoluogo emiliano, segnata nei primi anni Duemila da una forte crisi che ha messo a rischio azienda e dipendenti.
Nel 2015, infatti, BredaMenarinibus viene acquisita dalla nascente Industria Italiana Autobus, con una rinascita frutto di un’alleanza tra Italia e Turchia che ha portato, dopo quattro anni nel 2019, a una vera e propria rinascita dell’azienda, con un nuovo polo produttivo e una nuova strategia sotto la guida dell’Amministratore Delegato Giovanni De Filippis.
Nel 2019 la ricapitalizzazione ha messo croce definitiva ad anni turbolenti: Invitalia e Leonardo Capaci, unitamente all’azienda turca Karsan, hanno invertito un trend che nel 2018 vedeva 58 milioni di fatturato, 21 di perdite e quasi 250 dipendenti, divisi tra gli stabilimenti di Bologna e Flumeri (Avellino), in Cassa Integrazione.
Ora, invece, il fatturato è salito a 140 milioni di euro, e tutti sono rientrati, al punto che IIA è tornata ai fasti di un tempo, recuperando il 52% di market share nel mercato dei bus urbani.
Le nuove difficoltà non mancano: anche IIA, naturalmente, è stata colpita dalla pandemia di coronavirus, la quale ha rallentato gli ordini di nuovi veicoli e ha portato, parzialmente, a nuove casse integrazioni.
Ma De Filippis si dice ottimista, perché i volumi di mercato sono destinati a raddoppiare, se non triplicare, nei prossimi anni, proprio grazie alla transizione energetica, che porterà le attuali motorizzazioni diesel e metano ai carburanti del futuro.
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UNA NUOVA DIREZIONE
Con un bilancio restaurato, adesso lo scopo è quello di rilanciare, e di adattare azienda e prodotto alle esigenze di mobilità odierna. A partire dagli investimenti, che vedono 100 nuove assunzioni in Campania, e 30 milioni per la ristrutturazione degli impianti di Avellino e l’ammodernamento dell’hub di ricerca e sviluppo di Bologna.
Le novità riguardano anche l’applicazione dell’Industry 4.0 IoT alle linee produttive, utili a proporre un prodotto finale a impatto zero. L’azienda ha infatti intenzione di introdurre sul mercato nuovi bus elettrici, a partire da un veicolo di 12 mesi che presenterà prossimamente, e che sarà affiancato da una nuova, e ampia, gamma a batteria.
L’altra fetta di sostenibilità riguarda l’idrogeno, che realizzerà da qui ai prossimi tre anni sfruttando il know-how dell’ex Breda, che fu, a suo tempo, un punto di riferimento nel Paese per la mobilità elettrica.
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